Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Mezzano nel Primiero e i segni sparsi nel rurale

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Camminare osservando. Con questo servizio sul turismo lento vi portiamo a Mezzano uno dei Borghi più belli d’Italia. Presentiamo cinque percorsi: le acque, gli orti, le antiche iscrizioni, i dipinti murali e le architetture. Itinerari che fanno di questo borgo gioiello un’icona di rusticità non ancora sfiorita

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Mezzano (ph. Marco Simonini)

Turismo rurale a Mezzano, pittoresco borgo del Primiero adagiato ai piedi delle Pale di San Martino, a 90 chilometri Trento. Particolare importante, dal 2010 fa parte del prestigioso club dei Borghi più belli d’Italia. Uno scrigno antico, con poco più di 1600 abitanti, che anno dopo anno si è trasformato in uno straordinario museo open air caratterizzato da una infinità di piccoli scorci che messi assieme, fanno qualcosa di grande.

Percorrendo le antiche stradine è facile immaginare un salto indietro nel tempo avvolti in un’atmosfera piacevole e per certi versi romantica. Chiudendo gli occhi e tendendo l’orecchio sembra quasi di sentire, in lontananza, il vociare confuso delle donne intente a fare il bucato alla “Lisiera dei Cosneri”, il suono dei campanacci al collo del bestiame ed il cigolio delle ruote dei mezzi agricoli che un tempo percorrevano gli stretti vicoli del borgo.

Turismo rurale: passato e presente
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Chiesa e Campanile di San Giorgio

Riaprendo gli occhi, si ritorna a camminare tranquilli nel silenzio e si rimane affascinati da tutto quello che si incontra. Per questa comunità il passato è legato a doppio nodo alla ruralità montana e non si limita a sopravvivere, ma è vivo, si fa presente. I segni sparsi del rurale rinascono nelle antiche case contadine in legno e pietra, a volte costruite per formare un tutt’uno con stalla e fienile.
Nel campanile a cipolla di San Giorgio dai chiari richiami tirolesi, che nell’800 fu dipinto a due colori. Rinasce anche nelle piazze abbracciate alle fontane. Negli affreschi che compaiono all’improvviso sulle facciate delle antiche abitazioni. Nei capitelli, nelle croci e nelle Madonne agli angoli e sui muri delle case.

Orti giardino nel cuore del verde rurale
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Mezzano, gli orti

Ma soprattutto in un continuo, fiero e convinto omaggio alla natura come testimoniano i tantissimi orti-giardino, circa 400 (uno ogni quattro abitanti), sottratti al cemento. Questi non sono semplici orti ma il cuore del verde rurale, dedicato alla produzione di cibo per la famiglia. La cosa più sorprendente è rappresentata dai fiori di numerose specie e varietà. In questo periodo in piena fioritura a testimoniare che quelli di Mezzano sono custodi della bellezza e del  piacere di vivere. Il periodo migliore per ammirarli è giugno – luglio. Sono censiti e segnalati nella mappa turistica distribuita in paese.

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I cinque segni sparsi del turismo rurale
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Tempo che passa, tradizione che restano

Qui, come si è detto, tutto parte dalla natura e alla natura riconduce. Per sintetizzare questi pregi e metterli in bella evidenza, sono stati predisposti cinque percorsi: le acque, gli orti, le antiche iscrizioni, i dipinti murali e le architetture. Sono i “Segni sparsi del rurale” che fanno di Mezzano un’icona di rusticità non ancora sfiorita. Un bell’esempio di come – con amore per il proprio paese, semplicità e cultura – si riescono a valorizzare anche le cose più semplici e renderle, in tal modo, uniche. I cinque percorsi hanno trasformato questo borgo gioiello in un museo unico a cielo aperto. Si visita semplicemente passeggiando lungo diversi itinerari a tema, ben indicati con una chiara e accattivante segnaletica.

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Entrata agli Stoli

All’acqua, fonte imprescindibile per la sopravvivenza di qualunque comunità, è dedicato un itinerario che conduce alla scoperta delle numerose fontane, ben cinque nel centro storico. Altre collocate in spazi liberi alla confluenza di più strade,  testimoni di un passato, peraltro non molto lontano. Fontane che servivano per l’approvvigionamento di acqua per uso domestico e per l’abbeveraggio degli animali. Fontane che davano acqua ai lavatoi e alle lisiere, i locali dove si produceva la “lisia” per il bucato delle roste. Ma anche per i canali di irrigazione, i resti di mulini e di segherie e degli “Stoli”. L’acqua arrivava dagli “Stoli”, gallerie, lunghe e basse, situate nella parte alta del paese, che servivano ad intercettare vene d’acqua incanalandola appunto verso le fontane.

La Lisiera dei Cosneri patrimonio storico del Trentino
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Museo della civiltà contadina

Sul percorso anche la storica “Lisiera dei Cosneri”, unica in tutto il Trentino ad essere tutelata dalle Belle Arti. Era utilizzata dalle donne di un tempo per fare il bucato. Le lenzuola cambiate durante l’inverno si lavavano tutte assieme, nel mese di marzo prima di andare per “pradi”, prima al canal (il lavatoio pubblico) e poi alla lisiera. Qui si lasciava la biancheria immersa nella lisia calda tutta notte e poi alla mattina si tornava al canal per sciacquarla. Oggi il locale, puntualmente restaurato, contiene ancora tre calgere, le tipiche caldaie in rame ed è sede di piccoli eventi e presentazioni; un luogo insomma di aggregazione così come lo era per le femene, le donne intente al bucato.

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Turismo rurale, gli affreschi e le iscrizioni
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Affreschi

Ad impreziosire le case di Mezzano oltre ai dipinti murali, anche antiche iscrizioni. I primi formano un variopinto itinerario scandito da altarini, nicchie con statue, crocefissi. Madonne con Bambino, capitelli, patroni e Santi guerrieri testimoni perenni di una profonda religiosità, assolutamente spontanea degli abitanti di questo borgo. Sono circa una ventina le opere, databili tra il XVI e il XX secolo, che ancora oggi sono visibili sulle facciate delle case mezzanesi. Uniche sopravvissute di una produzione certamente più ampia. Andata perduta quasi certamente per mancata manutenzione o ristrutturazioni avventate.

Per quanto invece riguarda le iscrizioni, databili dal 1700 ad oggi, le si rintraccia sulle facciate, sopra le porte, negli architravi… in un prezioso repertorio che ancora una volta manifesta una cultura popolare spontanea che non intende permettere che il passato venga cancellato. Queste sono tracce indelebili. I caratteri si rifanno perlopiù alla scrittura araldica. Di valore comunicativo e commemorativo ed anche magico religioso, in passato condividevano presumibilmente un codice. La prassi di “scrivere le case” a Mezzano è ancora in auge.

Le antiche architetture che ancora sopravvivono
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Panorama

Per quanto poi riguarda l’architettura, a Mezzano era quella rurale tradizionale di montagna: abitazione, spesso ridotta ai minimi termini, stalla, fienile, cantina e depositi sotto un unico tetto. Un tetto che un tempo era di scandole di legno, come testimonia quello della chiesa, unico sopravvissuto. Al fienile (in dialetto tabià), molto spesso dotato di grandi ballatoi in legno, si accedeva dall’esterno attraverso un pontile pavimentato in terra battuta o in salesà (selciato). I segni sparsi del rurale si trovano anche nella soffitta, utilizzata per la conservazione delle derrate alimentari, che risulta riconoscibile per i piccoli fori di illuminazione e ventilazione. Tutto questo si impara camminando per i vicoli e alzando, anche solo di tanto in tanto, il naso all’insù per consultare le utili “info” sparse per l’intero borgo: piccole bacheche in legno che contengono dati tecnici ed architettonici ma anche aneddoti sugli edifici e sugli scorci più rappresentativi di Mezzano.

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