Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Monet e gli impressionisti. La felicità di dipingere in Normandia

Monet e gli impressionisti Eugéne Le Poittevin Bagno a Étretat, 1858 ca. Olio su tavola, 21x48,5 cm Collection Association Peindre en Normandie, Caen

Capolavori della Collezione Peindre saranno esposti al Palazzo Mazzetti di Asti dal 13 settembre 2019 al 16 febbraio 2020. Ben 75 capolavori che raccontano il movimento impressionista e i suoi stretti legami con il paesaggio della Normandia

Monet e gli impressionisti Eugène Boudin Trouville, il molo con l’alta marea, 1888-1895.
Eugène Boudin, Trouville, il molo con l’alta marea, 1888-1895. Collection Association Peindre en Normandie

La Fondazione Asti Musei, dopo il successo della mostra Chagall. Colore e magia, progetto condiviso con Vittorio Sgarbi, porta a Palazzo Mazzetti di Asti 75 opere che raccontano il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia. Apre infatti oggi, 13 settembre, la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia” curata da Alain Tapié. L’esposizione, che resterà aperta fino al 16 febbraio 2020, ripercorre le tappe salienti della corrente artistica degli impressionisti. Tra i capolavori presenti Falesie a Dieppe (1834) di Delacroix. La spiaggia a Trouville (1865) di Courbet. Camille sulla spiaggia (1870) e Barche sulla spiaggia di Étretat (1883) di Monet. Tramonto, veduta di Guernesey (1893) di Renoir.

Opere che raccontano e raffigurato una natura dai colori intensi e dai panorami scintillanti. Un percorso che racconta gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra grandi artisti che, per più di un secolo, hanno conferito alla Normandia, accanto alla Provenza ed all’Ile-de-France, l’immagine emblematica della felicità del dipingere. Gli artisti vanno da Claude Monet a Eugène Boudin; da Thèdore Gericault a Jean-Baptiste Corot; da Charles Daubigny a Jacques Villon fino a Auguste Renoir a Pierre Bonnard.

Monet e gli impressionisti in Normandia

Monet e gli impressionisti Charles Angrand Il Ponte di Pietra a Rouen, 1881
Charles Angrand, Il Ponte di Pietra a Rouen, 1881. Collection Association Peindre en Normandie

Il progetto espositivo si concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, una delle collezioni più rappresentative del periodo impressionista. Altre opere provengono da: Musée de Vernon, Musée Marmottan Monet di Parigi, Fondazione Bemberg di Tolosa, collezioni private francesi.
La mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia” –  ha ricordato Mario Sacco, presidente della Fondazione Asti Musei – approda a Palazzo Mazzetti dopo aver sostato a Memphis (Stati Uniti), in Giappone, in Croazia, in Slovenia, in Polonia, a Münster (Germania) e nei Paesi scandinavi e baltici. “E’ un onore e un orgoglio per la nostra città poter ospitare un’esposizione di altissimo valore artistico e culturale”.
L’esposizione che fa emergere l’“irresistibile attrazione” degli artisti per la Normandia si sviluppa in 5 sezioni: La fattoria Saint-Siméon; In riva al mare: svago, villeggiatura; In riva al mare: il lavoro; Terra normanna; Lungo la senna.

LEGGI ANCHE  Mont Saint Michel, isola sospesa tra il visibile e l'invisibile

La fattoria Saint-Siméon

Monet e gli impressionisti Eugène Delacroix Falesie a Dieppe, 1834
Eugène Delacroix, Falesie a Dieppe, 1834. Collection Association Peindre en Normandie

La fattoria Saint-Siméon è tra le numerose oasi di pace. Situata sulla Côte de Grâce, nel cuore di una natura rigogliosa, ma al contempo selvaggia, ebbe un ruolo capitale. Favorì l’amalgama di una natura sublime. Ma anche dura e cupa. I suoi abitanti vengono ritratti nella loro fatica quotidiana. I turisti, invece, vengono còlti nella loro oziosità. Lontani dal clima accademico dei Salon, i pittori trovavano i loro soggetti nella campagna circostante o allontanandosi verso le spiagge.
Charles Daubigny è l’artista che saprà render maggiormente in pittura ciò che il territorio gli offriva. Accanto a lui vi erano, fra i tanti, Boudin, Jongkind, Courbet, Dubourg, il giovane Monet, Cals, Pecrus, e prima Isabey, Corot, Troyon.

In riva al mare: svago, villeggiatura

Claude Monet, Étretat, 1864
Claude Monet, Étretat, 1864. Collection Association Peindre en Normandie

Monet dipingeva in riva al mare. Per tradurre questa vitalità, aveva trovato soluzioni opposte alla prospettiva convenzionale utilizzata da Boudin. Monet penetra nel soggetto sociale, come i suoi predecessori avevano fatto con la fisica degli elementi. Nel 1870 fa di Camille Doncieux, entrata da qualche anno nella sua vita, una villeggiante che posa tra la buona società in riva al mare. Con Monet, si ha la conferma che la modernità non risiede nel soggetto, ma nel comportamento del pittore nei suoi confronti. Henri-René-Albert-Guy de Maupassant ha dato di Monet un’immagine celebre: “Un’altra volta prese a piene mani un temporale abbattutosi sul mare e lo gettò sulla tela. Ed era davvero pioggia quella che aveva dipinto, nient’altro che la pioggia che penetrava le onde, le rocce e il cielo appena individuabili sotto quel diluvio”.

In riva al mare: il lavoro

Pierre Bonnard Il Bacino degli Yachts a Deauville, 1910
Pierre Bonnard, Il Bacino degli Yachts a Deauville, 1910. Collection Association Peindre en Normandie

Il tema della terza sezione si sposta sul lavoro. Gli artisti, pervasi di nostalgia per aver conosciuto un mondo che si allontana dalla realtà come quello dei turisti, volgono ora lo sguardo alle lavandaie e ai pescatori.
Claude Monet è il pittore che meglio vive questa contraddizione, lui che ha costruito la propria arte dipingendo i paesaggi della Manica, ispirato da cieli, vento, porti, spiagge e falesie. Al mondo di marinai e pescatori si aggiungono le suggestive atmosfere inglesi che permeano profondamente tanto le alture di Sainte Adresse come le spiagge di Trouville. Monet riesce a coniugare nella sua pittura il mare, la pesca, le regate, i vaporetti e la mondanità.

LEGGI ANCHE  Champagne: viaggio nell’Aube alla scoperta delle bollicine dei piccoli produttori

Terra normanna

Gustave Courbet La spiaggia a Trouville, 1865
Gustave Courbet, La spiaggia a Trouville, 1865. Collection Association Peindre en Normandie

La sezione quarta della mostra si focalizza sulla terra di Normandia. La morfologia dei luoghi entra con forza nella descrizione letteraria e, con essa, i motivi iconografici stereotipati del frutteto e del meleto. La Normandia è la terra pittoresca per eccellenza. Immortalata molto bene dalle innumerevoli rappresentazioni della costa, il cui aspetto rimane selvaggio, spesso ostile, indomabile, lontano dalle spiagge e dall’entusiasmo per la vita di mare. Come dice Stendhal a proposito della penisola del Cotentin: “Da Saint-Malo a Avranches, Caen e Cherbourg, questo paese è anche quello più ricco di alberi e con le colline più belle di Francia. Il paesaggio sarebbe senz’altro degno di ammirazione se ci fossero delle grandi montagne o almeno degli alberi secolari”. I pittori non hanno fatto altro che portare alla luce la trama antica della Normandia contadina.

Lungo la senna

Jean-Baptiste Camille Corot Una spiaggia in Normandia, 1872-74
Jean-Baptiste Camille Corot, Una spiaggia in Normandia, 1872-74. Collection Association Peindre en Normandie

In una esposizione su “Monet e gli impressionisti in Normandia” non poteva mancare la Senna, uno dei principali fiumi della Francia. Dal 1865, Renoir, Monet e Bazille scoprono e diffondono quel che la Senna diventerà per gli artisti. La scoperta dell’acqua da parte degli impressionisti inizierà progressivamente da qui. Nel 1883 Monet si innamora di Giverny e vi si trasferisce con le sue due famiglie. A Giverny regnano sovrani l’acqua, il cielo, le colline coperte di verde erba. Con il suo atelier/battello Monet può arrivare a carpire più profondamente i paesaggi. Nel cuore del giardino, negli ultimi anni della sua vita, lo stagno delle ninfee sarà per l’artista occasione per imparare a comprendere e conoscere la natura come spazio che può essere ricostruito mentalmente.

Info: www.fondazioneastimusei.it

LEGGI ANCHE  Gerusalemme, scoperto il luogo del Processo a Gesù

Monet e gli impressionisti in Normandia: Palazzo Mazzetti, Corso Vittorio Alfieri, 357 – Asti.
Orari: da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 19.00, lunedì chiuso.

Leggi anche:

“Da Tiziano a Rubens”, arte italiana e fiamminga a Palazzo Ducale a Venezia

Grandi mostre. A Milano la collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso

La storia dell’Italia ebraica nell’arte del tessuto a Firenze

Condividi sui social:

Lascia un commento