C’è un patrimonio nel nostro Belpaese, che possiamo definire nascosto. Molte chiese, castelli, piccoli borghi rischiano di scomparire per incuria e abbandono. Oggi questi luoghi dimenticati con un po’ di idee e spirito d’iniziativa tornano a essere protagonisti. Interpreti vincenti di rigenerazione sociale e motore di sviluppo sostenibile.
Molto si deve all’intraprendenza di comunità attive e lungimiranti, che le hanno riportate a nuova vita. Luoghi dimenticati che diventano simbolo virtuoso di rinascita sociale, culturale, economica e turistica. Paesi quasi fantasma, luoghi d’arte e importanti pezzi di cultura quasi avviati all’oblio trasformati in tante opportunità. Molti di questi luoghi dimenticati rappresentano un laboratorio di idee che attraggono tanti visitatori desiderosi di immergersi nella loro storia. Ecco alcune località dove vivere la rinascita dei luoghi dimenticati.
Il castello abbandonato diventa un’impresa sociale
Il Castello di Padernello in provincia di Brescia, maniero quattrocentesco della Bassa Bresciana, stava crollando con tutti i suoi affascinanti misteri, opere d’arte e antiche storie. Oggi è un esempio virtuoso di generatività sociale, centro di competenza di “economia circolare” e scrigno di iniziative culturali.
Il suo restauro, iniziato nel 2006, è stato possibile grazie a un accordo pubblico-privato e alle attività di valorizzazione della Fondazione Castello di Padernello. Quel restauro ha restituito un nuovo avvenire anche al borgo rurale di Padernello, frazione di Borgo San Giacomo, ed ha evitato di cancellare 600 anni di storia.
Luoghi dimenticati: la storia del Castello di Padernello
Verso la fine del 1300 nasce come torre di avvistamento. Il castello, invece, sarà costruito dalla famiglia Martinengo nel 1400 e ampliato nei secoli successivi. Dopo la morte dell’ultimo proprietario, il Conte Salvadego, nel 1965, il Castello di Padernello era rimasto abbandonato e le sue cucine crollate. Il Comune, per il recupero, ha coinvolto alcuni imprenditori locali. Dopo la ristrutturazione il Castello attrae turisti che visitandolo compiono un viaggio tra diverse epoche storiche.
Si possono ammirare soffitti affrescati, mobili di artigianato. Le cucine ricostruite, databili tra il ‘400 e il ‘500. La sala da pranzo di gusto settecentesco, le biblioteche e l’originale ponte levatoio, ancora funzionante. Con la rinascita del Castello è stato rigenerato il tessuto sociale del territorio e sono nate nuove occasioni di lavoro. Si organizzano visite guidate (tutti i giorni tranne il lunedì), eventi, mostre d’arte. Ma anche iniziative per promuovere stili di vita sostenibili. Il Mercato della Terra di Slow Food, ne è un esempio, che incentiva i contadini locali a recuperare la biodiversità delle colture e le coltivazioni autoctone di un’area circondata da agricoltura intensiva. www.castellodipadernello.it
Castel del Giudice da borgo spopolato a simbolo di turismo sostenibile
L’autodeterminazione di una comunità, che ha saputo ridisegnare lo sviluppo del proprio territorio, è stata fondamentale per il ritorno alla vita di Castel del Giudice in provincia di Isernia. Il piccolo borgo dell’Appennino molisano, al confine con l’Abruzzo, non si è arreso davanti alla scure dello spopolamento. E’ diventato infatti simbolo di rinascita dei luoghi delle aree interne d’Italia. Sui terreni abbandonati, dal 2003 è nata l’azienda agricola Melise. Coltiva mele biologiche e ha recuperato oltre 60 varietà di frutti autoctoni. La mela zitella, la gelata, la limoncella e le altre sono anche i nomi delle strade dell’albergo diffuso Borgotufi. Si perché dovete sapere che a Castel del Giudice case e stalle in disuso sono state trasformate in strutture ricettive in legno e pietra locale, perfettamente integrate con il paesaggio.
Un piccolo borgo nel borgo
Un piccolo borgo nel borgo, Le casette che si affacciano sui boschi e le vette appenniniche, sono diventate un piccolo borgo nel borgo. Al suo interno è custodito anche un ristorante e un centro benessere. Vicino al meleto è nato il primo Apiario di Comunità d’Italia, che integra l’apicoltura e l’agricoltura a tutela dell’ambiente. Crescono le piante di luppolo e orzo che riforniscono il nuovissimo birrificio agricolo Maltolento. Ogni iniziativa rispetta le linee del Piano del Cibo di Castel del Giudice. Il piano prevede azioni relative al sistema agroalimentare locale all’insegna dell’ecologia e la riduzione degli sprechi alimentari.
Le nuove opportunità di lavoro attraggono altri abitanti e giovani che hanno scelto di restare o di tornare. All’origine di tutto, la collaborazione vincente tra il Comune, un gruppo di imprenditori appassionati e la cittadinanza. Il sindaco Lino Gentile definisce “imprenditoria affettiva”: la capacità di riconoscere e sfruttare in positivo le risorse di un territorio vocato all’agricoltura e alla biodiversità. Una calamita di idee innovative e di nuove piccole imprese che guardano al ritorno alla terra, alla tutela dell’ambiente, al turismo sostenibile, come motivi fondamentali della loro esistenza e della loro economia. Visitatori da tutta Italia e dall’estero oggi giungono a Castel del Giudice e vivono rigeneranti vacanze tra le casette di Borgotufi. www.borgotufi.it
Luoghi dimenticati: la bioarchitettura che crea l’Oasi Naturale
Una nuova idea di turismo coniuga bioarchitettura de luoghi e rigenerazione del territorio. E’ il caso del progetto Laghi Nabi, nato sul Litorale Domizio, primo Glamping del Sud Italia. Strutture removibili che non incidono sull’ambiente e il complesso alberghiero (4 stelle) Plana Resort & SPA. Un’opera collettiva che ha portato alla rigenerazione ambientale delle ex cave di sabbia su un’area di circa 400mila mq. E’ stato trasformato uno spazio abbandonato in un luogo che recupera la memoria storica e l’archeologia industriale e le valorizza, dando nuova linfa anche alla flora e alla fauna locali.
Con Laghi Nabi è nata la prima Oasi Naturale della Campania, per un’esperienza di turismo all’insegna del contatto con la natura, l’eco sostenibilità e il benessere. Il Glamping è totalmente immerso nel verde, con strutture removibili, tende e Lodge eleganti e curati che galleggiano sui laghi. Anche il Plana Resort & SPA, permette di rilassarsi nelle Suite e Camere Comfort oppure le Tende e Lodge Luxury galleggianti, vista lago o sulla sponda delle acque.
Pista cilabile che cattura i raggi del sole
C’è poi un ristorante, due bar, di cui uno in piscina, idro jacuzzi con idromassaggio, piscine, servizi SPA e aree massaggio. Un’altra meraviglia, che rispetta i criteri di economia circolare, è la pista ciclabile luminescente di un km e mezzo. La più lunga del mondo, realizzata con pietre luminose che catturano la luce del sole durante il giorno per poi regalare luminosità di notte. Lo stesso principio della pista ciclabile olandese che richiama l’opera d’arte la “Notte Stellata” di Van Gogh, la Van Gogh-Roosegaarde Cycle Path di Nuenen, alle porte di Eindhoven. Un progetto innovativo, che rispetta l’ambiente e permette di risparmiare energia. www.laghinabi.it
Luoghi dimenticati: la Chiesa carcere Capitale Italiana della Cultura 2020
Una Chiesa trasformata in carcere rinasce grazie ad una raccolta fondi collettiva, per divenire simbolo della “Capitale Italiana della Cultura” per il 2020. È la storia di San Francesco del Prato di Parma, la Chiesa che dall’epoca napoleonica fino al 1992 divenne luogo di detenzione. Oggi sta tornando a splendere con tutto il suo valore storico e culturale. Grazie alla collaborazione tra la Diocesi, privati, fondazioni, aziende ed altri soggetti, al motto “Liberiamo San Francesco del Prato”, è stata avviata una campagna di raccolta fondi. Sono stati recuperati circa 3,5 milioni di euro per restituire la Chiesa alla comunità sia come luogo di culto, che come fulcro di cultura.
Il cantiere è stato aperto il 3 settembre 2018 e sta proseguendo secondo i programmi prestabiliti, concentrandosi sulla fase di consolidamento strutturale e restauro della facciata. Sono state eliminate le inferriate del carcere che da oltre 200 anni deturpavano l’architettura. Adesso quelle grate sono state tagliate per divenire “pezzi di storia”, che fanno parte dei cofanetti consegnati a coloro che partecipano alla raccolta fondi, simboli tangibili della liberazione della Chiesa. Con le visite guidate, si può salire tra i 16 raggi del rosone e i decori della formelle policrome, ammirando la vista del centro storico dall’alto e la vicina cattedrale. Molte sono inoltre le iniziative culturali e musicali a cui si può partecipare, per contribuire alla rinascita di un luogo che diventa patrimonio di tutti e che rende Parma ancora più unica. www.sanfrancescodelprato.it