Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Torino esoterica, magica, gloriosa. Città da svelare attraverso i simboli

simboli Torino

Da un errore linguistico all’ Illuminazione di chi sa scoprirla! Torino, la vecchia signora aristocratica dal volto signorile nasconde un itinerario quasi esoterico. Simboli di luce e di tenebre a celare antichi segreti

Portici e PalazziTorino, città gloriosa, ha contribuito tanto alla storia del nostro Paese. Una “aristocratica vecchia signora” di oltre 2000 anni ben portati. Torino è proiettata al futuro, con i suoi 18 chilometri di portici e 320 di viali alberati, le splendide residenze sabaude. È una città pluridimensionale, cosmopolita, misteriosa, velata. In una parola da scoprire!

L’Eremita

“Sono arrivata alla fine della strada, là dove l’impensabile si presenta come un baratro. Davanti a questo nulla non posso più andare avanti. Per arrivare alla luce, mi addentro nell’oscurità. Per arrivare all’estasi coltivo l’indifferenza. E lì, nel più remoto angolino dell’universo, apro la mia anima come un fiore di luce pura.” (l’Eremita)

I volti di Torino

simboli Totino Palazzi-e-fontanaAppare così precisa, puntuale, rigorosa. Dal suo Istituto Elettrotecnico Nazionale viene calcolato il segnale orario ufficiale per tutta l’Italia. Una città ancora legata ai “ritmi della fabbrica”. Si sveglia presto e raramente fa troppo tardi la sera. Elegante nei suoi stilemi architettonici, mostra il suo lato signorile. Ricca di musei, residenze reali e luoghi di fede.

Ma Torino è doppia. Nasconde un secondo volto riconoscibile nei simboli. Misteri che si incrociano al vertice di due ipotetici triangoli la uniscono ad altre città oltre Oceano, a determinare influssi arcani di diversa natura: bianchi con Lione e Praga, neri con San Francisco e Londra. Teorie che riconoscono Torino come magica. Sono solo interpretazioni, certo, nessun dogma scientifico, ma gli aspetti esoterici legati principalmente alla Libera Muratoria svelano, se trovati ed interpretati, una dimensione diversa del vivere qui.

Simbologia e segreti da svelare

Simbolo della cittaSvelare Torino è come svelare antichi segreti. Distinguere simboli apparsi in altre epoche ed in luoghi lontani, trovare collegamenti oltre i nostri confini socio-geografici ed iniziare a porsi domande. Se si riesce a camminare tra i suoi grandiosi palazzi con occhi da aspirante mago, ecco che l’incantesimo avviene ed i segni ti guidano. Una duplice natura si rivela anche nella sua conformazione. Un lato di tenebra e una parte più luminosa, quasi un itinerario esoterico.

Un viaggio circolare iniziatico verso la luce che è altrove, “di fronte”, dall’altra parte della città, dove il sole sorge ed esalta la vita. Dal fondo cavernoso della Storia, ammantato di bui ricordi, risalirò per cercarne il contraltare. Torino, Julia Augusta Taurinorum, fu fondata 2000 anni fa da pragmatiche geometrie romane che ne fecero uno strategico accampamento, ubicato tra quattro fiumi (Po, Dora, Stura e Sangone), protetto e proteso allo stesso tempo verso le Alpi Olimpiche e la Nord- Mitteleuropa.

Il cuore nero di Torino
Torino-panoramica-su-piazza-della-Repubblica
Panoramica su Piazza della Repubblica commons.wikipedia.org

La gotica Piazza Statuto rappresenta il cuore nero di questo viaggio alchemico. Luogo in assoluto più mortale, dedicato alla 1ª Costituzione italiana, redatta in francese e poi tradotta in epoca pre risorgimento. Elegante nei suoi clichés architettonici tipici, con il primo piano nobile dei palazzi decorato, i balconi, le arcate e i portici.
Può sembrare barocca, ma non lo è, presentando uno stile ottocentesco che la rende armonica; un’armonia paradossale per la sua lugubre storia e le sue leggende. All’epoca l’asse viario che oggi è via Garibaldi, più breve di quello attuale, tagliava da est ad ovest la città, destinando questo gerbido all’uso di necropoli fuori l’urbe. L’oriente e l’occidente della città non pare siano legati da un dialogo di continuità, quasi universi lontani, appartenenti a diverse dimensioni storiche e concetti strutturali.

LEGGI ANCHE  Ingrid Betancourt incontra il pubblico a Torino
La piramide di massi dai simboli esoterici
simboli Piramide-di-sassi
Piramide di sassi

In Piazza Statuto si erge massiccia una piramide di massi, prelevati dalle cave alpine del Frèjus. Monumento a commemorazione dei minatori morti durante lo scavo dei 12 chilometri di tunnel. Tunnel voluto da Cavour per avvicinare il Piemonte alla Francia, nel tentativo di internazionalizzarlo e far uscire il ducato del Regno Sabaudo dal provincialismo.

Il monumento reca simboli apparentemente essoterici. Riconoscibili nei corpi dei minatori riversi tra i massi. Velando però un senso esoterico più profondo, che trasmuta i poveri mortali in sette titani, intenti in una vana scalata alla vetta della piramide. In vetta spicca il volo un Angelo Nero: Lucifero guarda verso la luce, verso Piazza Castello, nella parte “Bianca” della città.

Il Diavolo

“Nel fondo del fondo del fondo, nessuno abita più in fondo di me. Sono l’origine di tutti gli abissi. Sono colui che da vita alle oscure grotte. Sono la viscosità di tutto ciò che tenta invano di essere formale, la coscienza assassina dell’effimero perenne. Eppure, dal profondo della caverna umana, accendo la torcia che sa riorganizzare le tenebre.” (il Diavolo)

Valdocco, la Valle degli Uccisi

Torino piazzaIn un dialogo non verbale frena con la mano destra la salita dei giganti, ammonendoli di non tentar la sorte se non adepti ed iniziati. Con l’altra stringe una piuma, un’antica penna con cui verga i nomi dei tre ingegneri che hanno concepito il monumento. Altri simboli. Il cerchio parrebbe chiudersi, ma Torino ci strizza l’occhio, confondendoci in un layout architettonico a scacchiera, ricco di dettagli che sfuggono perché inaspettati e celati a chi non sa cercarli e riconoscerli.
Svoltato l’angolo, un rondò strutturalmente mal riuscito conduce al quartiere Valdocco, la Valle degli Uccisi. Nominato mal volentieri dagli stessi cittadini che ne conservano la memoria storica di luogo di esecuzioni, adesso strombazzano clacson dove un tempo c’era la forca.

L’Appeso

“A partire da quel momento sono l’aria pura che espelle ogni atmosfera viziata. A partire da quel momento il mio corpo legato diventa la sorgente catastrofica della vita eterna. La discesa lungo la quale si scivola verso l’alto. La viva luce che circola nelle oscurità del sangue.” (l’Appeso)

La statua di chi accompagnò le anime alla morte
Basilica-di-S-Maria-Ausiliatrice
Santuario salesiano Maria Ausiliatrice

Un umile statua ricorda il santo locale più venerato, San Giuseppe Calasso, che dedicò la vita ad accompagnare alla morte le anime dei condannati. Ma diffidate della città: c’è sempre una luce! Si tratta del reliquiario posto a breve distanza dal lugubre luogo di morte, che custodisce, si narra, un frammento legnoso della Croce del Cristo. È il santuario salesiano di Maria Ausiliatrice, il più famoso della congregazione di San Giovanni Bosco. Ma è solo un barlume: il noir ricompone la tetra atmosfera nei massicci muri dell’anagrafe cittadina, un tempo ospedale psichiatrico in cui operò Lombroso.

Il Matto

“Lo sai che in qualunque momento si può verificare un cambiamento di coscienza? Lo sai che all’improvviso può cambiare la percezione che hai di te stesso? Lasciati possedere da uno spirito più forte del tuo, da un’energia impersonale. Si tratta di perdere la coscienza, ma di lasciar parlare la follia originale, sacra, che sta dentro di te.” (il Matto)

LEGGI ANCHE  Da Milano a Melzo, con Leonardo "poliziotto"
Simboli che portano dalla luce al buio
simboli Porta-Palazzo
Porta Palazzo

Poco oltre si apre Piazza Repubblica, la piazza più grande di Torino. I suoi cittadini (che pare si divertano a trovare nomi alternativi ai luoghi più frequentati) la chiamano Porta Palazzo. Ospita un enorme padiglione illuminato da cinquanta iscrizioni al neon, recanti nomi in diverse lingue e dialetti del mondo, in un crogiolo di biodiversità sociale e di prodotti che il mercato stesso offre. Un caleidoscopio culturale in cui la luce della tolleranza torna a brillare. Superata la piazza, si ripiomba nel buio di un quartiere romano in cui un tempo c’erano le carceri e dove generazioni di boia vivevano (non era facile, immagino, trovare casa, facendo questo lavoro). Un quartiere di paria, malfamato e poco raccomandabile, con musi in pietra di strani animali che guardano torvi e feroci dai palazzi.

La chiesa di San Domenico e la piazza dei roghi
Chiesa-di-San-Domenico
Chiesa di San Domenico

All’antica Piazza delle Erbe posta lungo il cammino, è legata la Chiesa di San Domenico, nel medioevo sede della santa inquisizione che faceva della piazza stessa teatro di esecuzioni e roghi. Oggi svetta la statua di Amedeo VI di Savoia, “il Conte Verde”, intento ad uccidere un turco, come monito per chi non rispetti la legge e la religione di stato.
Al tempo non c’erano i palazzi ottocenteschi che ora limitano il luogo, e la popolazione partecipava attivamente alle rappresentazioni punitive come a voler esorcizzare la morte stessa.

La Morte

“Se ti sbrighi, mi raggiungi. Se rallenti, ti raggiungo io. Se cammini tranquillamente, ti accompagno. Visto che il nostro incontro è inevitabile, affrontami adesso! Coloro che mi assimilano diventano potenti. Coloro che mi negano, nel vano tentativo di fuggire da me, si perdono le delizie dell’effimero: sono senza sapere di essere.” (la Morte)

L’ordine della “Libera Muratoria”

simboli Fontana in piazza SolferinoIl fulcro cambia. È l’ordine della Libera Muratoria a disseminare in città simboli salvifici se trovati e seguiti. Ordine iniziatico ora diffuso in tutto il mondo, ebbe origine in Francia ed è ben altro da quanto negativi retaggi culturali rimandano alla storia. Fu fondata dagli scalpellini che nel medioevo costruirono le prime grandi cattedrali (tutte gotiche le più famose) dedicate a Dio.
Veri e propri mastri artigiani che si unirono in corporazioni professionali per conservare e proteggere i segreti architettonici e simbolici della pietra. Un vero e proprio codice per l’illuminazione e la trasmutazione dell’anima. Una gilda di associazioni il cui unico imprescindibile presupposto era la fede in Dio, non importa quale: il Dio di uno è il Dio di tutti!

La Massoneria e l’Unità d’Italia

simboli AngeliFu per contrastare il potere assoluto del papa, che nell’Ottocento la Massoneria creò a tavolino l’Unità d’Italia, tavolo a cui si sedettero Cavour, D’Azeglio, Garibaldi. Nello stesso periodo fondò tutte le Croci declinate nei vari colori assistenziali: Croce Rossa, Croce Bianca, Croce Verde…, gli asili notturni, le Olimpiadi. Adepti che si diffusero in tutto il mondo, tanto che sul dollaro di carta americano sono stampati gli occhi di Horus, divinità dalle sembianze di falco della mitologia egizia, civiltà le cui conoscenze esoteriche sono note e mai tramontate.

LEGGI ANCHE  Al cinema per non dimenticare la Shoah

Il Carro

“Le morti, le persecuzioni non possono fare nulla per abbattermi, e neanche i cicli della storia né la conseguente decadenza delle civiltà: sono la conoscenza e la forza vitale dell’umanità. Conosco la paura, conosco la morte: non mi fermeranno. So creare, so distruggere, so conservare e sempre con la stessa energia irresistibile. Sono l’attività stessa dell’universo.” (il Carro)

I simboli della fontana in piazza Solferino
simboli Il-portale-verso-la-luce
“Il portale verso la luce”

Passeggiando per Torino i simboli massoni sono incisi sui portoni in legno massiccio dei palazzi. Scolpiti nella pietra e celati in allegorie monumentali. La grande Fontana delle Quattro Stagioni di Piazza Solferino e sormontata da due rappresentazioni maschili dell’Autunno e dell’Inverno formando un vero e proprio portale verso la Conoscenza, un varco per uscire dalle tenebre e risalire alla luce.

Il Sole

“Risplendo nel cuore della materia, sono il suo fulgore segreto: non è niente senza di me. Continuo ad impregnarla di gocce d’immortalità. Per voi, figli miei, genero senza fine la gioia e l’euforia vitale. Non siate impermeabili alla mia luce eterna. Guardate quanto è basso il muro che vi separa da me. L’ho concepito così perché tutti possiate scavalcarlo..” (il Sole)

Brutte facce e maschere barocche
simboli Mostri-a-guardia-degli-edifici
Maschere barocche

Camminando per Torino ci si sente osservati, sotto lo sguardo accigliato e diabolico di mascheroni barocchi, brutte facce mefistoteliche e animalesche che presiedono ingressi ed edifici storici. Custodi contro “malispiriti” e malintenzionati… ma è un toro l’emblema per eccellenza (ritratto pure sull’insegna della Martini).
Tale possente figura tutela e simboleggia la città per errore, una svista linguistica vecchia millenni, quando i primi romani incontrarono i taorini, popolazione di origine celtica che abitava queste zone. Più precisamente le alture, “taur” nel loro idioma, mentre i romani si espansero in pianura.

Simboli della Magia Bianca tra incanti e meraviglie
Torino-Palazzo-Madama
Palazzo Madama

Si inizia a respirare luce man mano che ci si avvicina a Piazza Castello. Luogo pregno di positività, legato a storie e architetture cha narrano di incanti e meraviglie. Palazzi straordinari, patrimonio dell’Unesco, tra i quali Palazzo Madama e Palazzo Reale, che danno nome alle due relative piazze, il cui punto di congiunzione rappresenta la massima concentrazione di Magia Bianca (dove un tempo avveniva anche l’ostensione della Sacra Sindone). Che si venga per conoscere Torino, con l’intento di visitare importanti musei, vedere architetture magnifiche e godere della gastronomia o per conoscere se stessi, non si rimarrà delusi e si troverà comunque ciò che si cerca!

Il Mondo

“Sono qui, davanti a voi, intorno a voi e dentro di voi, con immenso piacere.Sono un essere completo. In me non v’è nulla che mi opponga resistenza. Tutto è unità. Ogni cosa sta al suo posto. Se riesci ad arrivare fino a me, se mi sviluppi dentro di te, potrai assaporare la gioia suprema che è la gioia di vivere!(il Mondo)

Info: www.turismotorino.org/it

Leggi anche:

Porta Palazzo, il ventre di Torino rinasce a nuova vita

Fra Bocuse e Adrià, Torino si scopre capitale della gastronomia

Molise, piccola regione tutta da scoprire

Condividi sui social:

Lascia un commento