Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Resto a casa a cercare tesori

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Si può fare! Uno dei tesori è la libertà di muoversi viaggiare. In questo tempo sospeso proviamo a sfuggire alla quarantena casalinga. Perderci nel sublime vagare dell’immaginazione. Tiepolo, Hugo Pratt e Corto Maltese: chiudo gli occhi e mi trovo sui tetti di Venezia

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Il marinaio Corto Maltese uscito dalla matita di Hugo Pratt

Resto a casa. Ho disdetto le prenotazioni per un soggiorno triestino, chiesto il rimborso dei biglietti ferroviari per la capitale e annullato la prenotazione alla mostra di Forlì, che come un Odisseo mi avrebbe portata alla deriva nell’arte e nel mito. Ogni cosa è solo rimandata. Tutto andrà bene. Mi resta un solo modo per viaggiare: lo sento delinearsi all’orizzonte. È il viaggio che sta venendo da me. È la fantasia che accetta la mia prenotazione e mi fa partire.

Chiudo gli occhi e mi ritrovo seduta sui tetti di Venezia. Lì, dove la luce e l’orizzonte confondono e l’impensabile si manifesta. Se tutto quindi è possibile, voglio incontrare i personaggi dei miei sogni, mescolare tinte e tempi, ridefinire carte geografiche e cercare quel sottile filo dorato che mi darà la sicurezza di non perdermi in questo mio sublime vagare nell’immaginazione.

La forza e il potere dell’Arte
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I teleri di Giambattista Tiepolo

Lo scenario è quello descritto da Flavio Caroli, storico dell’arte moderna e contemporanea. A leggerlo ti ritrovi a sorridere e rabbrividire, quando entri nelle parole e ti sciogli come tempera tra le sue spiegazioni. Scelgo le pagine del saggio “La storia dell’arte” raccontata da Flavio Caroli dedicate al Settecento veneziano e da lassù, sui tetti lagunari, vi leggo: “Per stravagante volere delle potenze celesti, che si appellano a un passato potenzialmente già morto e sepolto, sulla Venezia settecentesca si addensa il massimo, e più fallace miraggio di chi è nato alla vita: la Felicità. Felicità di cieli glauchi spalancati su infiniti trastulli, felicità di colori festevoli e comunque accordati, anche quando un verde pastello si sposi con aranci acerbi e di seta, o i rossi svaporino nel rosso ancor più sanguigno di tramonti immaginati da incalliti piromani”.

Incontro con i giganti del Rinascimento
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Il Paradiso di Rovetta, di Giambattista Tiepolo

Una brezza leggera mi scompiglia i capelli. Avverto l’inconfondibile sapore marino nell’aria e lo sciabordio delle onde che s’armonizzano al panorama… odo suoni antichi. Ma solo per un attimo. È un bagliore che guizza sulla laguna, facendosi pittura: “piombo di nuvole, bianco di sole cagliato, una vastità di pastelli che va dagli azzurri posti ad ombreggiare i bianchi fino ai neri, arpeggiati con ricchezza di note…”. La luce che si fa trionfo! Un’arte ineffabile, indecifrabile, ambigua quella di Tiepolo, definito l’ultimo, degno di chiudere la sfilata dei giganti, che allinea Giotto, Masaccio, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio (ricordiamoci, quando i musei riapriranno, cosa significa l’Italia per l’Arte!) colui che trasfigurò la realtà in sogno.

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Opera di Giambattista Tiepolo

Ottimo esempio per sfuggire alla banalità noiosa di una quarantena casalinga che ci limita e depaupera di ogni possibilità. Il Tiepolo si avvalse dei suoi capolavori come sfida per affermare i diritti della fantasia e per celebrare il potere dell’Arte. Un potere che nella sua sfera accoglie anche tutto ciò che è stato travolto dai tempi o rifiutato dalla storia comune. Tra le sue nuvole colorate, tra le sue donne diafane in vesti verde-marcio e granturco settembrino, pare non intenda farsi scappare nessuna delle prelibatezze visibili tra cielo e terra.

Viaggio fantastico con Hugo Pratt e il suo Corto Maltese
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Hugo Pratt (al centro), Giorgio Bellavitis, Giancarlo Guarda su tetti di Venezia

Quei sorrisi enigmatici espressi da Tiepolo, ispirarono un grande disegnatore dei nostri giorni: Hugo Pratt. È un viaggio fantastico questo, si diceva… Ebbene eccolo qui seduto accanto a me, quel fumettista dalla vita tanto avventurosa quanto il suo affascinante marinaio Corto Maltese. Racconta Pratt: “A Venezia studiavo, andavo a scuola, dimostravo di essere abbastanza dotato per il disegno, ma il mio scopo principale in quell’epoca era di attraversare la città da un tetto all’altro. Vivevo praticamente sui tetti e, sui tetti, sotto le tegole, tenevo le mie cose, i miei giornali, i miei libri…”.

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Acquerelli di Corto Maltese

Hugo Pratt non è solo un grande fumettista (scrive di lui Luca Raffaelli, in un’introduzione ad una raccolta di fumetti di cui il bel marinaio è protagonista), ma un grande divo: “viene ammirato per come si presenta, come si veste, come parla, come canta, come balla il tango, come appare nei fotoromanzi in cui fa l’attore, e anche per le sue feste indimenticabili.
Più che interessarsi alle amicizie di livello, quelle borghesi, lui preferisce familiarizzare con i ragazzi che impacchettano le riviste (o almeno questo è quello che lui scrive)”.

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Il personaggio del marinaio Corto Maltese

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Quando Hugo Pratt creò Corto nel lontano 1967, non aveva alcuna idea del successo che avrebbe avuto il personaggio e della modernità che avrebbe continuato a dimostrare per così tanto tempo. Imbarcarci sul suo veliero è un modo come un altro per andare a caccia di un tesoro: iniziare da vicino, con un particolare, un’ombra, un dettaglio. Partire da suggestioni, sensazioni non ancora realizzate. Come una sinfonia che accenna ad una accordo lasciando in sospeso il tema. Tanto quello arriverà tra poco. Così si entra delicatamente nell’avventura. Io Corto lo conosco bene. La sua prima apparizione risale al luglio del 1967 nel primo numero del mensile “Sgt. Kirk”. Hugo

Pratt aveva quarant’anni, era nato a Rimini il 15 giugno del 1927. Secondo lui (e chi meglio di lui può saperlo?) Corto è nato il 10 luglio del 1887 a La Valletta, Malta. Ecco perché “Maltese”, “Corto”, invece, in argot andaluso significa “svelto di mano”. Idealista, scorbutico, orgoglioso, volubile, affascinante, si, ma anche molto spiritoso. Parla chiaro anche a costo di essere insolente. Uno che ammette i misteri ed è interessato alla simbologia. Che non ha paura di morire.
Corto ha un fascino irresistibile, usa gesti misurati anche solo per accendersi un sigaro sottile. Recita sempre, quasi ci fosse un pubblico invisibile, come fanno solo i grandi personaggi, quelli cha hanno una classe innata. E chi è il pubblico invisibile? Siamo noi lettori. E quando inizia l’avventura, la rappresentazione viene interrotta. Arriva la vita. Si parte!

Un’avventura che dura da mezzo secolo

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Un lungo viaggio che ci porterà attraverso l’avventura in tutti i luoghi del mondo e dello spirito, per indagare la natura dell’uomo e le sue magie. Ha più di 50 ani ma ci si ritrova di fronte un personaggio ancora assolutamente attuale e moderno.
Corto Maltese è nel suo elemento naturale là dove le frontiere non sono nette. Quando le appartenenze nazionali, etniche, politiche e confessionali si sovrappongono. Quando le identità territoriali si fanno sfuocate.
Corto è un uomo dei Balcani, del Caucaso, del Kurdistan, dei porti, delle città di frontiera, di Venezia e di Trieste, degli arcipelaghi e delle zone intermedie. In un mondo così. Corto torna ad essere una possibilità.

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La Venezia e il Lido di Hugo Pratt

C’è sempre qualcos’altro da cercare: nelle vignette di Hugo Pratt e nella vita. Intorno a noi c’è sempre un mistero nascosto, un simbolo arcano, una sincronicità impossibile. C’è del magico in tutto ciò, ma è anche vero che il magico, quando c’è, bisogna saperlo incontrare. Corto Maltese non cerca altro. Anche chiusi nelle nostre case possiamo intraprendere un cammino iniziatico che potrà portare un individuo a superare il limite della normalità e ad attraversare il ponte della conoscenza. Che cos’è la realtà per Corto Maltese? Una parte del tutto. Ci sono anche i sogni, gli incubi, i deliri, le ipnosi, le allucinazioni, i sogni ad occhi aperti e tanto altro ancora… La capacità di incontrare se stessi in sogno è un traguardo importante nel percorso magico. In questi giorni preferisco non svegliarmi. Non scenderò dai tetti di Venezia. Continuerò a cercare tesori.

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