Il nome di Robert Capa è, per chiunque mastichi un po’ di storia della fotografia, legato alla figura dell’inviato di guerra e al bianco e nero. La mostra “Capa in color” allestita nelle Sale Chiablese dei Musei Reali a Torino (fino al 31 gennaio 2021) apre una prospettiva nuova sul lavoro del fotografo nato a Budaspest nel 1913 e naturalizzato americano.
Sono infatti esposte per la prima volta in Italia oltre 150 immagini a colori realizzate fra l’inizio degli anni ’40 e la metà degli anni ’50 del Novecento. Come noto, Robert Capa muore il 25 maggio del 1954 saltando su una mina in Vietnam, dove era stato inviato dalla rivista Life per documentare il conflitto tra i francesi e i vietcong.
Robert Capa e la pellicola a colori Kodachrome
Fin dal 1938 aveva cominciato ad interessarsi alle pellicole a colori, in particolare alla Kodachrome, ma poca documentazione è sopravvissuta di quel primo periodo. La mostra si apre con alcuni scatti del 1941 quando Robert Capa fotografa a colori Ernest Hemingway nella sua casa a Sun Valley, in Idaho e prese a utilizzare pellicole a colori anche durante la traversata dell’Atlantico su una nave merci con un convoglio alleato.
Della seconda guerra mondiale sono più noti i lavori in bianco e nero, in particolare quelli che documentano lo sbarco in Normandia. È dal secondo dopoguerra che il fotografo si affida prevalentemente al colore, anche perché è cambiato il contesto sociale e culturale nel quale si muove; ed è cambiata soprattutto la committenza.
Le riviste e il colore come segno di rinascita
Riviste americane come Holiday e Ladies’Home Journal, inglesi come Illustrated e anche italiane come Epoca gli chiedono di documentare la rinascita della vita quotidiana. Dopo gli orrori della guerra, la vitalità e la voglia di rinascita è tanta. Come pure sogni dei giovani delle nuove generazioni proposte nel Progetto Generazione X che per produrlo si recò in Norvegia, Germania e Francia.
Le riviste vogliono anche documentare la vita mondata e il bel mondo dell’epoca. Questo senza trascurare reportage di ampio respiro sociale come nel caso – documentato in mostra – del viaggio in Unione Sovietica del 1947 assieme allo scrittore John Steinbeck.
La capacità di catturare l’immagine
Quello che è più distante dal profilo abituale del fondatore, con Henri Cartier-Bresson, dell’agenzia Magnum e anche quello che più affascina nella mostra torinese è la capacità di catturare immagini dell’alta società: scrittori, attori, artisti, il mondo della moda. Ne sono testimonianza alcuni bellissimi scatti della modella Capucine a Roma nell’agosto del 1951; i registi Orson Welles e John Huston ripresi sul set di loro film. Oppure Humphrey Bogart e Peter Lorre che gigioneggiano in una immagine catturata a Ravello sul set de “Il tesoro dell’Africa”.
Soprattutto nelle immagini romane, Capa dipinge una città molto glamour che si avvia ad inaugurare il periodo della Dolce Vita. Il bel mondo impegnato in feste eleganti, mentre l’Italia uscita semidistrutta dalla guerra rimane fuori da questi scatti. Ci sono anche fotografie di Ingrid Bergman impegnata sul set di “Viaggio in Italia” con il regista Roberto Rossellini: Capa aveva incontrato l’attrice svedese nel 1945 a Parigi e con lei aveva iniziato una relazione che era durata due anni.
Le curiosità girando le sale
Girando fra le sale di Palazzo Chiablese si scoprono istantanee di Picasso sulla spiaggia in ruolo paterno; dello scultore Giacometti nel suo studio a Parigi; la vita sulle spiagge alla moda di Deauville e di Biarritz; la folla che frequenta l’ippodromo di Longchamp.
Negli ultimi anni, Capa conduce una vita lussuosa e mondana e, altro aspetto meno noto della sua personalità, ama sciare. Anzi lo sci è una delle sue passioni e ogni anno si reca in Svizzera, a Klosters. E così anche le località sciistiche alla moda delle Alpi diventano soggetti per reportage. Il fotografo si reca a Kitzbüel, St. Anton, Zürs, Lech, Davos, Zermat, Val d’Isère e coglie lo spirito del tempo e dei luoghi in splendidi ritratti di giovani donne.
La mostra “Capa in color” è stata prodotta dalla Società Ares- in collaborazione con i Musei Reali che riaprono in questa occasione gli spazi di Palazzo Chiablese – facendo arrivare a Torino, non senza difficoltà a causa del lockdown, le foto conservate presso l’International Center of Photography di New York.
“Capa in color”, Torino, Musei Reali – Sale Chiablese.
Orario di apertura: Dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00; Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00.
Info e biglietti sul sito www.capaincolor.it