Lascio non senza commozione questa meravigliosa famiglia di Ise quasi tutta al femminile. Tre generazioni di donne piene di forza, dolcezza e voglia di vivere, che mi hanno davvero contagiato. L’immersione nella vita quotidiana di una famiglia giapponese come quella di Saya è stata una vera scoperta, ma anche una conferma. Alla fine le donne di tutte le culture, soprattutto quelle più maschiliste come l’italiana e la giapponese, finiscano per diventare il perno invisibile della società. E tutto questo avviene in silenzio e grazie alla loro forza d’animo.
Saya ed io ci rechiamo alla stazione di Ise per prendere lo Shinkasen per Nagoya. Dal finestrino osservo le risaie che luccicano sotto il poco sole che filtra tra le nubi; intanto sul treno pianifichiamo la nostra giornata: lei lavorerà in un centro commerciale per un altro dei suoi eventi; mentre io ho in programma di visitare due luoghi particolari: il museo della Toyota e un tempio un po’ bizzarro.
Nagoya e il museo commemorativo Toyota
Arrivati a Nagoya, saluto Saya e camminando tra gli edifici moderni di questa città industriale mi dirigo al “Museo commemorativo della tecnologia industriale Toyota”. Si tratta di un complesso davvero imponente, ricavato all’interno della storica fabbrica di telai meccanici Toyota. Prende il nome dal fondatore Toyoda Sakichi, un uomo considerato uno dei padri della rivoluzione industriale giapponese. Divenuto leggendario al punto da essere appellato il “re degli inventori”.
Il complesso è impressionante per la sua estensione e vale senz’altro la visita se fate tappa a Nagoya. Con un giorno in più si può vistare anche l’imponente castello di Nagoya e il centro storico. In questa giornata però dai tempi piuttosto stretti decido di concentrarmi sul museo Toyota. L’allestimento ripercorre la storia industriale della famiglia Toyoda, partendo dai primi telai meccanizzati in legno, per arrivare a quelli in metallo alimentati a vapore e poi a elettricità. Lo sviluppo dell’azienda lungo i decenni segue e spesso anticipa l’evoluzione tecnologica del paese.
Automazione e perfezione
La costante che caratterizza questo percorso è l’ossessione per l’automazione e per la perfezione nei minimi dettagli. Con l’avvio della produzione automobilistica nel 1933 ad opera del figlio del fondatore, Toyoda Kiichirō, la Toyota dà inizio al suo impero nel settore auto. In breve divenne un esempio organizzativo per le aziende di tutto il mondo, che seguiranno i princìpi della produzione snella. Molti i modelli di automobile esposti, in un viaggio nel passato delle ingegnose soluzioni della casa giapponese.
Nessun intento pubblicitario in questo reportage da Nagoya, sia chiaro, ma solo l’ammirazione e lo stupore per tanta dedizione e capacità di innovazione, che arrivano fino alla costruzione dei robot per fare le automobili, anch’essi sviluppati e pensati dalla stessa Toyota. E il pallino per l’automazione viene da lontano: dalle bambole automatiche giapponesi in legno tipiche dell’800, di cui sono esposti alcuni esemplari, Toyota arriva a realizzare oggi robot umanoidi che sono in grado di suonare persino il violino!
Tagata Shrine: tempio della fertilità
Dopo un lauto pranzo a base di verdure e riso al curry giapponese, una vera delizia, mi reco in un luogo completamente diverso ma piuttosto curioso: il Tagata Shrine, ovvero il tempio shinto noto in tutto il Giappone per un culto un po’ particolare, quello della fertilità. Il tempio è zeppo di raffigurazioni di organi riproduttivi maschili, tra cui qua e là spicca anche qualche organo femminile; i falli di ogni dimensione e di vari materiali sono oggetto di culto per i neosposi, per le coppie che hanno problemi di fertilità e in generale per curiosi e fedeli che cercano di ottenere buoni auspici di prosperità per la loro vita.
A prima vista potremmo sorridere o arrossire, assecondando l’imbarazzo e la pruderie imposti all’occidente da 2000 anni di cristianità; ma qui la sessualità è una cosa seria, che viene venerata e celebrata in maniera libera e autentica. Dopo un reportage fotografico tra statue peniche di ogni dimensione e gadget benaugurali degli organi maschili e femminili, ritorno verso la stazione di Nagoya.
Da Nagoya a Tokio
Mi incontro con Saya per prendere il nostro treno per Tōkyō, dove passeremo qualche notte nel vivace quartiere di Akasaka. Un elegante quartiere che unisce lo svago più tipico di Rappongi alla serietà degli uffici che costellano l’area chiamata Tōkyō Midtown.
Arrivati in hotel, dopo un cambio veloce usciamo subito per una cena tipica a base di pesce grigliato direttamente sul tavolo: il risultato è ottimo! L’atmosfera di Akasaka è molto vivace: il quartiere è pieno di ristoranti e locali di tutti i tipi, anche di alto livello, e qui i sararīman, ovvero come i giapponesi chiamano gli impiegati storpiando la parola inglese salarymen, vengono a rilassarsi e divertirsi la sera dopo una lunga giornata di lavoro, bevendo birra o saké con gli amici e vociando in compagnia. Viva Tōkyō con la sua atmosfera festaiola!
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COME AFFRONTARE TOKYO
La capitale del Giappone è una vera megalopoli: con oltre 13 milioni di abitanti Tōkyō è una della più popolose città del mondo. Se si contano anche i quartieri esterni, la sua area metropolitana è la più abitata del pianeta, con 39 milioni di persone! Se è vero che la fitta ed efficiente rete di trasporti collega praticamente tutti i punti della megalopoli, è vero anche che effettuare grandi spostamenti richiede un sacco di tempo.
Come gestire una megalopoli di tali dimensioni? La soluzione più semplice è quella di pensare di visitare molte località differenti. Quindi decidere di soggiornare a Tōkyō in due/tre/quattro hotel diversi a seconda delle aree che desiderate visitare, anziché restare sempre nello stesso hotel. È il regalo migliore che potete farvi. Eviterete lunghe traversate in metro o in taxi, nonché delle camminate interminabili tra un quartiere e l’altro!
I quartieri di Tokio: città nella città
Ci sono moltissimi quartieri che meritano una visita: si va dal centrale ed elegante Marunouchi al gastronomico Nihombashi, passando per la zona del lusso di Ginza allo storico mercato del pesce di Tsukiji. E poi i vivacissimi Akasaka e Rappongi dove i giapponesi vanno a divertirsi la sera; le zone dei musei di Ebisu e Meguro; l’eccitante Shibuya e i quartieri trendy di Harajuku e Aoyama attraversati dalla famosa via Omote-sandō. Troverete poi la vibrante e affollatissima Shinjuku, il pazzo quartiere di Akihabara e l’affascinante cultura di Ueno; nonché gli antichi Asakusa e Golden Gai, fatti di deliziose case di legno.
Più fuori, la baia di Tōkyō e Odaiba, con la loro modernità, i panorami aperti e il museo della scienza e dell’innovazione, sono davvero imperdibili. I tanti quartieri sono tutti delle città nella città, con accenti, caratteristiche e colori completamente differenti, che fanno di Tōkyō un luogo pieno di sorprese.
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I TEMPLI PIU’ “BIZZARRI” DEL GIAPPONE
Sembrerà strano ma Nagoya, oltre al tempio dedicato ai peni, ospita altri due santuari un po’ bizzarri; il primo è il Konomiya Shrine, il complesso shinto dove si svolge il festival della nudità o Hadaka Matsuri. Durante il festival si celebrano la fine dell’inverno e l’inizio della primavera: centinaia di uomini indossano solo le tradizionali mutande giapponesi, che lasciano nude le natiche messe a dura prova dal freddo, per festeggiare il cambio di stagione.
Un’altra curiosità di Nagoya è il tempio buddista di Mama Kannon, che costituisce l’unico esempio di religiosità che celebra il seno femminile e l’allattamento in Giappone. Il seno rappresenta il nutrimento e il sostentamento per coloro che non hanno mezzi sufficienti e per questo il santuario è molto frequentato dai fedeli. Il tempio è costellato di seni e raffigurazioni dell’allattamento e rappresenta a un occhio pudico la versione femminile del Tagata Shrine, il tempio dedicato al fallo.
Nagoya: a ognuno il suo Santuario
Altri templi singolari si trovano un po’ in tutto il Giappone, ma un’alta concentrazione la offre anche Kyōto, dove si trovano il Go’o Shrine, il santuario dedicato al cinghiale che garantisce protezione durante la convalescenza, e lo Shiramine Shrine, in cui si celebrano tutti gli sport con palla. Il tempio è frequentato dagli sportivi che chiedono alle divinità successo a calcio, baseball, rugby e altri sport che coinvolgono una palla. Alla periferia di Kyōto, nell’area del famoso Arashiyama, si trova il Matsuo Taisha, un tempio dedicato al saké e ai suoi produttori che risale addirittura all’anno 701!
E poi troviamo il Tanukidani Fudo Myo-O in, situato sulle colline fuori Kyōto, un tempio dedicato a dei simpatici cani procioni, in cui il 28 luglio di ogni anno si tiene il festival del fuoco, che vede la partecipazione di sacerdoti e fedeli che camminano su ceneri ardenti di rami di pino. E infine lo Hiko Shrine, il tempio del volo; fondato nel 1915, il santuario celebra il pioniere dell’aviazione nipponica Chuhachi Ninomiya, che parecchi anni prima dei fratelli Wright aveva progettato l’aereo, ma per mancanza di fondi non l’aveva realizzato. Al tempio si prega il dio del cielo per assicurarsi successo e protezione e si ricordano le anime delle persone cadute in volo. Molti i piloti e assistenti di volo in cerca di benevolenza divina che arrivano da tutto il mondo al tempio, dove si trovano anche numerosi pezzi della storia dell’aviazione.
Info: www.japan.travel/it/