Vincent Van Gogh è senza dubbio uno dei pittori più iconici della storia dell’arte del XIX secolo. Non solo per la bellezza delle sue numerose opere, quanto per la sua vita travagliata che lo condusse ad una morte prematura. Nella splendida cornice di Palazzo Revoltella a Trieste, l’artista olandese è di scena attraverso una mostra che ripercorre gli anni più fulgidi della sua attività di pittore.
L’esposizione, aperta al pubblico fino al 30 Giugno 2024, porta alla ribalta 50 capolavori dell’artista documentati in ordine cronologico, provenienti dal prestigioso Kroller-Muller Museum di Otterlo (Paesi Bassi) e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. La mostra, ideata e prodotta da Arthemisia, è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti con l’organizzazione del Comune di Trieste e la collaborazione del Kroller-Muller Museum e la Galleria Nazionale di Roma.
Vincent Van Gogh una vita disordinata
Di Vincent Van Gogh, colpisce la sua triste esistenza, consumata tra disordinati stili di vita e alternati momenti di lucidità.
Vincent Van Gogh nacque il 30 Marzo 1853 a Zundert, piccolo comune olandese dove visse con la famiglia i primi anni dell’infanzia e l’adolescenza.
Molto forte fu il legame col fratello Theo, divenuto nel tempo mercante d’arte e fervente sostenitore della sua carriera artistica. Fin dalla tenera età dimostrò uno spiccato interesse per il disegno e la pittura, tuttavia l’instabilità del suo carattere, spesso scontroso, lo penalizzò nelle relazioni sociali e nei vari lavori che cercò di intraprendere con scarso successo.
Sperimentò, infatti, diversi mestieri, tra cui quello di insegnante, di predicatore, di mercante d’arte fino a dedicarsi completamente alla pittura all’età di 27 anni. Le frequentazioni con la gente povera e umile lo portò a prediligere, nei suoi primi lavori, i colori spenti quali i marroni, i grigi, i verdi cupi e neri. I primi soggetti delle sue tele erano i contadini ritratti nei lavori dei campi.
Vincent Van Gogh e gli impressionisti a Parigi
Stanco della solita routine, approdò a Parigi dove incontrò e frequentò i più noti impressionisti della vita bohémien parigina da cui attinse nuove idee artistiche ma anche uno stile di vita sregolato che minerà la sua salute. Fu attratto dall’ultima mostra impressionista e fu piacevolmente colpito dalla gamma dei colori per cui iniziò a dipingere con colori più vivaci, pieni di luce. Non per niente gli impressionisti dipingevano en plain air.
Vincent Van Gogh conobbe e frequentò Paul Gauguin, Georges Seurat, Emile Bernard, Toulouse-Lautrec e Anquetin definendo sé stesso e i suoi amici “artisti del Petit Boulevard”. Ai grandi protagonisti dell’impressionismo francese quali Degas, Monet, Sisley, Pissarro, Renoir riservò l’appellativo di artisti del “Grand Boulevard”.
Da qui ebbe inizio una produzione caratterizzata per l’uso audace del colore e delle pennellate energiche e spesse. L’artista subiva il fascino della luce e riusciva a trasformare, a plasmare i soggetti col solo tratto di pennellate a cui dedicava studi e disegni particolareggiati.
Il percorso espositivo a Palazzo Rivoltella
La prima sezione è dedicata alla vita in Olanda: “Il disegno è l’origine di tutto”. Per Van Gogh, (al pari di Leonardo da Vinci), il disegno è lo strumento fondamentale nella struttura dell’opera. Studia, quindi, le regole della proporzione e le tecniche della prospettiva. Per questo si servirà della cornice prospettica, una specie di telaio con trama di fili verticali, orizzontali, obliqui che saranno le linee guida su cui imprimere le linee prospettiche.
Di questo periodo è esposto “Il Seminatore” in cui il contadino è raffigurato come un eroe della fatica agreste.
Le altre sezioni sono intitolate “Parigi”, dedicata alla sua vita parigina e all’arte influenzata dagli impressionisti, “Arles”, cittadina provenzale a lui tanto cara per la natura e la luce del sud della Francia, così diversa da Parigi. Segue la quarta sezione dal titolo “Saint-Rémy-De-Provence e Auvers-Sur-Oise in cui viene raccontato uno dei periodi più nefasti dell’artista.
Consapevole della propria instabilità mentale, accettò d’essere ricoverato in un istituto vicino a Saint Rémy dove riuscì, in modo altalenante, a lavorare e a dipingere gli iris del giardino dell’istituto psichiatrico o il cielo stellato. Nella cittadina di Auvers-Sur-Oise pose fine alla sua tormentata esistenza a soli 37 anni.
Tra i capolavori in mostra
Tra i cinquanta capolavori dell’artista vi sono dipinti e importanti disegni tra cui i ritratti dei coniugi Ginoux, del 1890, “Il Seminatore”, “Paesaggi con covoni e luna nascente”, “Pini al tramonto”, “Vecchio disperato”, il disegno “Vecchio che soffre”, la litografia “I mangiatori di patate”, “Natura morta con un piatto di cipolle del 1889, “Il Giardiniere”.
Sempre di Van Gogh troviamo “L’Arlesiana” proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma. Una famosa citazione di Van Gogh è: «Noi siamo dei pellegrini, la nostra vita è un lungo cammino, un viaggio dalla terra al cielo
Sul sito del Museo Revoltella (https://museorevoltella.it/vincent-van-gogh) sono riportati speciali promozioni riservate ai turisti in visita a Trieste.
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