Il 6 Gennaio 2021 passerà alla storia per l’assalto a Capitol Hill a Washington. La storica sede del Governo, del Parlamento e della Corte Suprema, simbolo della democrazia americana e di tutto il mondo occidentale. Il fatto, increscioso e tragico, ha portato alla memoria ben altri due “assalti “memorabili: la presa della Bastiglia e la rivoluzione di ottobre con l’assedio al Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo.
Negli Stati Uniti d’America regnano grandi differenze culturali e sociali che possono sfociare in disordini di massa. Di recente è accaduto col movimento Black Lives Matter e il suo contrapposto Blue Lives Matter. L’America è anche questa. E non si rappresenta solo attraverso le immagini patinate di Times Square, Manhattan, Los Angeles, San Francisco, Chicago, Seattle, Dallas o della capitale Washington. Vi sono però realtà meno conosciute che conservano radici profonde sulla vera natura del popolo americano da tempo interetnico.
L’isola delle montagne deserte
Ho avuto la fortuna, nell’ottobre 2019, dopo aver visitato la splendida New York, di sbarcare a Bar Harbor, una località situata a Mount Desert Island (MDI), la più grande isola al largo delle coste del Maine. Ricopre una superficie di 208 Kmq nella Frenchman Bay, una graziosa baia sull’Oceano Atlantico. Il primo a scoprire quest’isola fu il francese Champlain che la chiamò Isle des Monts Deserts, ossia l’isola delle montagne deserte. Lungo la passeggiata si rimane affascinati dagli splendidi cottages in stile vittoriano con l’immancabile bandiera star and stripes a testimoniare il valore d’appartenenza nazionale.
Il luogo è talmente pittoresco e suggestivo che nel secolo XIX artisti e poeti descrissero le bellezze di Bar Harbor attraverso le loro opere al punto che molte famiglie benestanti edificarono qui le loro case-vacanza. Tra queste le ricche famiglie Astor, Morgan, Ford, Rockfeller, Carnieges, Vanderbilt.
La popolazione di Bar Harbor è di circa 6.000 abitanti. La città però subisce un aumento nel corso delle vacanze. Frotte di vacanzieri e numerosi turisti sono attratti dalla bellezza del posto ma anche dalle memorie storiche dei primi abitanti. L’attrazione principale è il Parco Nazionale di Acadia ricco di fauna selvatica seguito dal Monte Cadillac da cui si può avere un panorama a 360 gradi e gli storici fari di Bar Harbor.
Abbe Museum dedicato ai nativi americani
È in questa cittadina che ho scoperto i veri nativi americani visitando l’Abbe Museum, un luogo dedicato al popolo nativo del territorio del Maine: gli Wabanaki. Il Museo è stato fondato nel 1926 e aperto al pubblico per la prima volta nel 1928 come museo privato. Successivamente furono ampliate le collezioni divenute sempre più importanti.
Il Museo prende il nome dal suo fondatore, il dottor Robert Abbe, un appassionato archeologo che era solito trascorrere le sue vacanze estive a Bar Harbor. Per diversi anni, il dottor Abbe raccolse vari reperti del popolo Wabanaki, riportati alla luce nella Frenchman Bay.
La sua abilità e la forte passione per la memoria storica riuscirono a convincere altri collezionisti ad unirsi a lui. Lo scopo era di creare un museo dove conservare per sempre i preziosi oggetti e di divulgarne la conoscenza. Ebbe molti sostenitori tra cui George B. Dorr e Charles Elliott, fondatori di Acadia e John D. Rockfeller J.
La storia dei Wabanaki attraverso gli oggetti
Cominciarono così ad essere esposti non solo reperti di natura archeologica, ma anche oggetti provenienti dalle tribù Wabanaki costituiti da cesti in vimini, collane con perline, sculture in legno.
Nel 2001 viene inaugurata la nuova struttura del Museo. Due anni dopo, nel 2013, divenne il primo museo del Maine a ricevere il riconoscimento come affiliato alla Smithsonian Institution. Una organizzazione che stabilisce partnership a lungo termine per condividere collezioni, mostre, strategie educative e ricerche congiunte. Come museo del XXI secolo, l‘Abbe adotta l’approccio al programma di “decolonizzazione” per sensibilizzare l’opinione pubblica ed educare, istruire le future generazioni attraverso mostre di artisti discendenti del popolo Wabanaki.
Conosciamo gli indiani Wabanaki
Nello stato del Maine vivono attualmente circa diecimila nativi americani. La maggior parte sono Wabanaki. Un insieme di persone composte da quattro tribù riconosciute a livello federale nel Maine: Penobscot, Passamaquoddy, Micmac e Maliseet. Gli Wabanaki, inoltre, includono altre etnie appartenenti alla tribù Abenaki che si trovano nel Vermont, nel Quebec e nel New Hampshire.
Le cinque comunità Wabanaki del Maine eleggono funzionari e partecipano alla vita politica e sociale del Maine. In particolare sono leader nella gestione ambientale. I Wabanaki mantengono la lingua (a ritmi diversi) e i valori culturali e, come molte comunità native, si sforzano di garantire che le generazioni più giovani conoscano e comprendano la loro storia e tradizioni.
L’arrivo nel Maine
I Wabanaki cominciarono ad insediarsi dal 1840 al 1920 circa, vivendo come gli altri residenti del Maine, parlando inglese ma conservando i loro valori culturali, il loro idioma.
Artisti e artigiani si recavano in estate, nelle zone turistiche di Bar Harbor, per vendere cesti e altri oggetti al fine di implementare il loro reddito. Hanno iniziato la loro convivenza col resto degli americani offrendo sevizi di guida, spettacoli di musica e danza tradizionali.
Gli acquirenti erano i residenti stagionali conosciuti come “rustici”, persone come il dottor Abbe e i suoi colleghi che erano attratti dalla bellezza naturale della costa del Maine. Gli accampamenti estivi erano sia le case dei membri tribali che i punti vendita al dettaglio e ciò consolidava l’unione dei Wabanaki determinando il loro modus vivendi ricco della loro cultura e tradizione storica.
Informazioni: www.abbemuseum.org