Tōkyō è una metropoli straordinaria, piena di cose da scoprire e di contraddizioni da vivere. E forse è proprio questo il suo fascino: la possibilità di passare da un quartiere all’altro “cambiando città” pur restando nella stessa città; saltare in un attimo dall’antico al super-moderno; immergersi in una cultura così lontana e al tempo stesso così vicina. E quale posto migliore per cominciare un’altra giornata alla scoperta di Tōkyō se non il mercato del pesce di Tsukiji?
Si può visitare il cosiddetto mercato esterno, ovvero ciò che è rimasto dopo che il mercato del pesce all’ingrosso fu trasferito nel 2018 nel nuovo spazio di Toyosu. Qui è possibile assistere alla famosissima e misteriosa asta dei tonni. Orfano del mercato interno, Tsukiji non ha però perso il suo fascino.
Comincio ad esplorare questo luogo meraviglioso fatto di colori e sorprese, che già al mattino vede moltissimi visitatori, clienti, curiosi, degustatori. I banchi del pesce sono un tripudio di crostacei, molluschi, alghe, pesci di ogni tipo; ma nel mercato è possibile trovare anche carne, verdura, accessori da cucina come coltelli per il sushi e oggetti in ceramica. E soprattutto banchetti e negozi di degustazione dove si può assaggiare di tutto.
Il giardino di Hama Rikyū e la Tōkyō Tower
Il mercato si trova vicino a un’area ricca di canali e vie d’acqua, in parte interrata negli anni. Per respirare un po’ e fuggire dall’affollamento delle viuzze di Tsukiji, decido di fare una passeggiata nel vicino ed elegante giardino di Hama Rikyū, che nel ‘600 apparteneva allo shōgun Tokugawa e che oggi è un’area verde circondata dall’acqua e ricca di laghetti, da cui si vedono i grattacieli circostanti e la baia.
Ristorato dalla piacevole pausa, proseguo la mia passeggiata in direzione Roppongi e mi imbatto nella Tōkyō Tower, una bizzarra copia in rosso e in miniatura della torre Eiffel. Costruita nel 1958 come antenna di trasmissioni radio-tv, vi si può salire per ammirare la vista della città e del monte Fuji. Roppongi è stato un’area militare, con presenza di truppe americane, e per questo motivo si è sviluppato come un vero e proprio distretto del divertimento notturno: vi si trovano bar, ristoranti, night club e talvolta locali un po’ spinti.
Shopping a Shibuya e Omotesandō
Dato che in orario diurno Roppongi è ancora sonnolento, decido di fare un po’ di shopping e quindi con la metro mi sposto verso Shibuya, dove si trova l’incrocio più famoso e più affollato del mondo. All’uscita della stazione c’è la statua di Hachikō, il cane che per dieci anni ha aspettato invano il suo padrone, come racconta anche un film con Richard Gere. La statua è un po’ defilata rispetto alla folla di migliaia di persone che attraversano la strada in diagonale; i loro visi sono illuminati da insegne a led e schermi giganteschi, che colorano e connotano questo rutilante quartiere.
Negozi e boutique di tendenza sono la cifra di Shibuya, un quartiere giovane e frizzante, da cui si può raggiungere la vicina Omotesandō, una delle vie più eleganti e chic di Tōkyō. Qui si trovano le principali firme della moda giapponese e internazionale, spesso inserite in edifici interessanti e innovativi da un punto di vista architettonico. Rispetto alla folla che riempie l’incrocio più famoso di Tōkyō, il viale alberato Omotesandō è un po’ un’oasi in termini di assembramento, forse perché lo shopping di lusso è un affare di pochi. Ma passeggiare qui è davvero piacevole anche se non si compra nulla.
Harajuku: negozi di tendenza e street style
Tutt’altra atmosfera si respira invece nel vicino Harajuku, un’area coloratissima e affollatissima, zeppa di negozi di tendenza, di abbigliamento usato e stravaganti locali. È un’area che è diventata il riferimento per lo street style. Un mondo dove giovani e giovanissimi hanno la possibilità di far decollare nuove mode e nuovi stili. Qui si ritrovano infatti le Harajuku girls, le colorate ed eccentriche ragazze che portano avanti le subculture di riferimento: cosplayer, lolita, revival punk, rockabilly.
Tōkyō, il festival di Sanja Matsuri
Il giorno seguente ho appuntamento con Ai, un’amica di Saya, che mi ha regalato un’opportunità unica: vivere il festival Sanja Matsuri dall’interno. Si tratta della più importante manifestazione folkloristica e religiosa di Asakusa, un quartiere che curiosamente si ripresenta di nuovo nel mio percorso qui in Giappone. Tutti gli anni a maggio si affollano al tempio di Senso-ji migliaia di visitatori e fedeli per vedere sfilare i Mikoshi, i catafalchi-baldacchini che “ospitano” divinità e santi portati in processione tra la folla, uno per ogni rione di Asakusa.
Accettando l’invito di Ai pensavo di andare a guardare la manifestazione. E invece in un batter d’occhio una squadra in costume tradizionale della sua “contrada” mi rende uno di loro: mi spoglia, mi riveste, mi procura le scarpe e mi stringe in vita in maniera decisa una fascia-cintura degna di un nobile. Motivo? Vedo le altre squadre e capisco: contenere le ernie! I Mikoshi dal peso di una tonnellata vengono portati a spalla da un gruppo compatto che cantando e oscillando avanza a piccoli ma vigorosi passi, dal tempio al cuore di ciascun rione. Vengo preso e messo sotto una delle due travi che reggono il catafalco. Il peso è incredibile, il dolore insopportabile, credo di non farcela, ma la folla intorno mi incita e guarda curiosa questo unico occidentale tra giapponesi che marciano all’unisono.
Mikoshi e la scintilla divina
La resistenza è un tratto tutto giapponese e mi rendo conto di quanto non sia proprio nelle corde occidentali… Quando penso di mollare, guardo al centro del Mikoshi e vedo uno specchio, in cui trovo riflesso me stesso. Capisco in un attimo che anche questa stranissima esperienza mi fa riscoprire la scintilla divina che è dentro ciascuno di noi. E il dolore magicamente svanisce.
I partecipanti, uomini e donne, resistono circa 10-15 minuti e poi man mano chiedono il cambio; ma si ritorna sotto il Mikoshi almeno 3-4 volte fino alla destinazione. Nell’ultimo tratto, un po’ per la cintura nobiliare, un po’ per il senso di ospitalità giapponese, vengo mandato nella prima fila del Mikoshi per entrare tra i primi nell’area sacra, come ospite d’onore. Il dolore alle spalle è allucinante e i lividi si fanno sentire, ma l’emozione è alle stelle. Sono travolto da tanto affetto, da tanto onore e mi commuovo per essere stato così fortunato.
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Tōkyō visita al mercato di Toyosu
Il mercato ittico all’ingrosso di Toyosu è una realtà piuttosto recente ed è il mercato del pesce più grande del mondo! Aperta nel 2018 per offrire uno spazio più ampio e adeguato dell’ormai superato Tsukiji. L’area è meta di operatori del settore, turisti e consumatori che si recano a Toyosu anche solo per fare una colazione o un pranzo a base di pesce freschissimo; ma anche per acquistare le prelibatezze in vendita. Sono quasi mille le ditte specializzate che vi lavorano all’interno, una realtà vivacissima che apre i battenti alle 4 del mattino!
L’asta dei tonni
L’evento più seguito, nella tradizione di Tōkyō è l’asta dei tonni, a cui si può assistere da uno spazio dedicato nei giorni feriali se si è mattinieri, si accede dalle 5. La visita va pianificata con almeno un mese di anticipo e bisogna prenotarsi online; ma solo 120 fortunati verranno estratti ogni giorno per assistere all’ambitissima asta. L’evento è un vero e proprio happening, durante il quale con gesti e codici a noi totalmente misteriosi i venditori e i compratori di tonno decidono prezzi e quantità di riferimento.
A Toyosu è possibile degustare ogni tipo di pesce e prodotto di mare, nei tantissimi stand e ristoranti di sushi e non solo. Nel vicino mercato di frutta verdura e nei ristoranti di cucina giapponese, anche di carne, è offerta una gamma completa di piatti tipici, adatta a tutti i gusti e ogni palato.
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Mikoshi al Sanaja Matsuri
I Mikoshi sono dei baldacchini, dei santuari-scrigno portatili dal peso di circa una tonnellata che contengono reliquie religiose e divinità. Durante i festival vengono portate in processione dai fedeli. La forma è quella di un tempio in miniatura che ospita la divinità che vi abita. Si dice che per far divertire e intrattenere il Kami, la deità, coloro che si caricano del Mikoshi lo fanno oscillare a destra a sinistra mentre avanzano.
Al festival di Sanja al tempio di Asakusa viene utilizzato lo stile Edo, che prevede un grido di incitamento ripetuto e rapide oscillazioni in alto, in basso e a destra e sinistra; si tratta del Tamafuri, un insieme di movimenti apotropaici per scacciare il male e garantire la prosperità.
Il festival dei tre Santuari
Il Sanja Matsuri dura tre giorni e la folla che invade l’area del tempio Senso-ji è sempre numerosissima. I “santi” venerati al tempio di Asakusa sono Hamanari e Takenari Hinokuma, i due fratelli che trovarono la statua del Bodhisattva Kannon intronizzata nel tempio; e poi Nakatomo Hajinoatai, colui che li convertì al buddhismo. Sanja Matsuri infatti significa il festival dei tre santuari, in quanto le tre figure, considerate fondatrici del Senso-ji, vengono venerate al tempio e festeggiate ogni maggio a partire dal 7° secolo.
I tre catafalchi principali dedicati alle divinità sono ricoperti di foglia d’oro, preziosi e legno laccato per un valore di circa 400mila dollari. Nella giornata del sabato sono quasi 100 gli altri Mikoshi portati dalle squadre dei 44 distretti o “contrade” di Asakusa; al passaggio sotto il portale di Nakamise si inchinano davanti all’Hōzōmon in segno di rispetto a Kannon.
Info: www.gotokyo.org
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