Donne di ieri e di oggi. Donne senza tempo che hanno contribuito ad influenzare gli aspetti culturali, sociali ed economici della Repubblica di Venezia e non solo. Nelle sale del Palazzo Vescovile, edificio cinquecentesco in stile veneziano, a Portogruaro (Venezia), è di scena la mostra intitolata “La Dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento”, aperta al pubblico dal 16 Dicembre 2023 al 19 Maggio 2024.
L’esposizione è organizzata e proposta dal Distretto Turistico Venezia Orientale, con Fondazione Musei Civici Venezia – MUVE e il Comune di Portogruaro. Si tratta di una mostra che vuole rendere omaggio all’iconica figura della dogaressa, ovvero di colei che, maritata al Doge, assumeva oneri e onori, ben consapevole del ruolo che ricopriva ai tempi della Serenissima.
La scelta della Dogaressa
Le future spose provenivano da importanti famiglie patrizie e selezionate sulla base della loro discendenza, della loro cultura e virtù. Pur non ricoprendo un ruolo politico istituzionale, la loro presenza incideva fortemente sui costumi dell’epoca e sull’immagine della Repubblica.
Le dogaresse, infatti, partecipavano agli eventi pubblici e alle cerimonie ufficiali come ambasciatrici della loro famiglia e della Serenissima Repubblica.
L’immagine pubblica rivestiva notevole importanza durante l’incoronazione del Doge in cui la cerimonia, dettata dallo sfarzo e dalla sontuosità, sottolineava tutta la maestosità e la stabilità della Serenissima.
Dogaressa tra storia e mito: percorso espositivo
Il percorso espositivo, articolato in cinque sezioni, pone l’accento sulla figura della dogaressa focalizzando l’attenzione sull’operato del suo mandato come donna intraprendente volta a far rifiorire le arti e le produzioni artigianali locali. Nelle sezioni sono esposti dipinti, incisioni, vetri, stoffe, disegni, merletti che coprono un arco temporale di secoli.
La prima sezione “Opulenza bizantina e morigeratezza veneziana” porta alla ribalta l’arte profumiera, importata dalla bizantina Teodora, moglie del doge Domenico Salvo (1071-1084), che ne incrementò la diffusione su larga scala. Sono esposti porta profumi in vetro di Murano risalenti ai secoli XVII e XVIII e una selezione delle materie prime utilizzate per la creazione delle essenze. Sono presi in esame anche gli abiti indossati dalle dogaresse, i cambiamenti nelle linee, nei tessuti e nelle mode.
La seconda sezione “Patrocini virtuosi e nobile erudizione” cerca di dar merito alla diffusione dei mestieri e delle arti artigianali promossi dalle dogaresse con i loro patrocini. Tra queste si ricorda la dogaressa Giovanna Dandolo, moglie di Pasquale Malipiero, passata agli onori della storia come promotrice della stampa e dei merletti dell’isola di Burano, dando lavoro a un gran numero di donne.
Nella terza sezione “La cerimonia d’incoronazione della dogaressa” si testimonia, attraverso dipinti e stampe, lo sfarzo e il sontuoso corteo che accompagna la dogaressa per la sua incoronazione.
Vengono ricordate Marchesina, la prima dogaressa a fare l’ingresso solenne a Palazzo Ducale e Morosina Morosini Grimani che ricevette in dono la Rosa d’oro. La Morosini, fu consorte di Marino Grimani, 89esimo Doge della Repubblica di Venezia.
La sontuosa cerimonia della sua incoronazione, avvenuta il 4 Maggio 1597, in cui prestò giuramento di fedeltà alla Repubblica, è documentata nel dipinto di Andrea Michieli, detto il Vicentino.
Si narra che Morosina Grimani, arrivò in Piazza San Marco a bordo del Bucintoro, (la nave usata dal Doge nelle cerimonie ufficiali), vestita con abiti preziosi seguita da un corteo di dame, suonatori, scudieri vestiti di velluto nero, segretari ducali, parenti del doge e della dogaressa.
La sezione quarta “Miti e revival del mondo dogale” espone il bellissimo dipinto di Francesco Hayez, in prestito dagli Uffizi, che s’intitola “I due Foscari”. Nella tela viene rivissuto l’episodio in cui la dogaressa Marina Nani, seconda moglie del doge Francesco Foscari (1423-1457), supplica di non infliggere gravi pene al figlio Jacopo colpevole del reato di collusione con principi stranieri.
Nella scena, si nota tutto il dolore e l’impotenza della madre che non riuscirà a salvare il figlio, seppur figlio di doge, dall’esilio perpetuo lontano da Venezia.
La quinta sezione “Le dogaresse del XX secolo” è centrata soprattutto su quelle donne che, nel Novecento, seppero divulgare coi loro patrocini, la bellezza di Venezia. Si ricordano l’americana Peggy Guggenheim, fondatrice dell’omonimo museo sul Canal Grande, la contessa Anna Morosini, donna di grande fascino, Isabella da Passano, Lucia Memmo, Marta Marzotto.
Tra le opere esposte di scuola veneta e veneziana, si ricorda il bel ritratto del Doge Alvise I di Mocenigo, di Jacopo Tintoretto.
La mostra è coordinata da Chiara Squarcina, Dirigente Attività Museali della Fondazione MUVE e coadiuvata da Pietroluigi Genovesi. La curatela, per MUVE, è affidata a Daniele D’Anza e Luigi Zanini e per il Distretto Turistico Venezia Orientale a Pierpaola Mayer, responsabile anche della direzione tecnica.
Informazioni utili:
Portogruaro (Venezia) Palazzo Vescovile, Via del Seminario 19 – www.palazzovescovile.it. Orari di visita: dal martedì al giovedì dalle ore 14:30 alle ore 18:30; venerdì dalle ore 14:30 alle ore 19:30; sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 19:00;
lunedì chiuso. Su prenotazione al numero 0421 564136 | info@palazzovescovile.it sono possibili aperture straordinarie anche al mattino, in altri orari e nella giornata di chiusura del lunedì.
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