Martedì 30 Aprile 2024 - Anno XXII

Novara. Il “miracolo” dell’Antonelli

Finalmente si sale. Dopo mesi di attesa la visita alla cupola Antonelliana di San Gaudenzio è diventata realtà e la prenotazione è stata accettata. La salita alla cupola è abbinata alla visita dei principali monumenti ottocenteschi della città che, purtroppo, precede la salita

Novara. Il "miracolo" dell'Antonelli

Non che la barriera Albertina, la Borsa dei risi, il duomo e gli altri palazzi circostanti non siano interessanti, anzi. Si tratta solo di un piccolo problema meteorologico. Guardando le previsioni del tempo, qualche giorno prima su un sito molto preciso, l’indicazione mi aveva inquietato: fra le nuvole e le piogge più o meno intense di questi primi giorni di maggio con un tempo decisamente instabile, spiccava l’indicazione di ciò che sarebbe accaduto a Novara sabato 5 maggio: “storm”, tempesta. Proprio il giorno della visita alla cupola. Così, guardando la cima delle alte colonne del duomo, era inevitabile puntare lo sguardo verso il cielo che si faceva sempre più cupo. “Speriamo che la visita alla città si concluda rapidamente e che si possa salire”. Finalmente, dopo la breve sosta all’esterno di casa Bossi, il gruppo di turisti di cui facevo parte, guidati da una preparatissima professoressa del Liceo Scientifico Antonelli, percorreva la via intitolata al grande ingegnere architetto, nato a Ghemme nel 1798, alla volta della “Fabbrica Lapidea” a lato della basilica.

Pilastri e mattoni. Verso il cielo

Novara. Il "miracolo" dell'Antonelli

Gli uffici di questa organizzazione sono situati nella cappella di San Giorgio, parte dell’antica chiesa di San Vincenzo che esisteva già nell’undicesimo secolo e che fu demolita nel 1577 per far posto all’attuale basilica. In questa cappella è conservato un pregevole modello in legno della cupola dal quale si capisce che l’edificio Antonelliano è costituito da una serie di cerchi concentrici, sempre più piccoli, che sfumano verso il cielo. Da questo modello, che ho osservato attentamente più volte, ho iniziato a comprendere il complesso giuoco di scarico dei pesi che consente al più alto edificio in mattoni esistente al mondo di rimanere tuttora in piedi. La voce della guida mi distoglie dai pensieri da ingegnere: “Si sale”. Sulla destra del cortile antistante la cappella di San Giorgio vi è una porticina che consente l’accesso ad una delle sei scale a chiocciola della basilica cinquecentesca.

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Il miracolo di Gaudenzio: rose fiorite sotto la neve

Novara. Il "miracolo" dell'Antonelli

In quell’epoca le scale si facevano così: un pilastro centrale in mattoni o pietre, i gradini a ventaglio che dipartendosi dal pilastro si appoggiano sul muro cilindrico laterale. Si sale per quanto è necessario e la semplice statica della scala è garantita. All’uscita da questo “tubo” verticale si giunge nel sottotetto, ampio volume che divide la copertura in coppi dalla volta a botte della navata centrale in mattoni. A un terzo della navata sono presenti due argani, uno a manovella, ormai fuori uso, uno elettrico che viene utilizzato tutti gli anni il 22 gennaio per abbassare fino a terra l’enorme” lampadario” ricoperto di fiori in ferro battuto. Questo strano rituale ha lo scopo di ricordare il presunto miracolo che Gaudenzio, vescovo di Novara, compì in occasione della visita del vescovo di Milano, Ambrogio, alla città: far fiorire le rose sotto la neve. Quando il lampadario tocca terra viene ricoperto di petali di rose, quindi risale verso la volta.

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