Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Lungo la via dei Sioux

Una delle più suggestive strade da percorrere in South Dakota, negli Usa, è la “Native American Scenic Byway”. Un viaggio dal sud al nord dello Stato, lungo un percorso di 720 chilometri che tocca cinque riserve native indiane: Standing Rock, Cheyenne River, Lower Brule, Crow Creek e Yankton

La vita quotidiana degli Indiani d'America nel South Dakota Cultural Heritage Center (© 2003 Split Rock Studios)
La vita quotidiana degli Indiani d’America nel South Dakota Cultural Heritage Center (© 2003 Split Rock Studios)

La Native American Scenic Bayway conduce nel cuore della Great Sioux Nation nel centro del South Dakota attraverso spettacolari paesaggi che si aprono lungo il Missouri River, tra panoramiche colline e insenature fluviali. Percorrendo l’itinerario si incontrano memoriali, insegne e monumenti che commemorano la storia e la tradizioni dei Lakota e Dakota, mostrando i vari punti di vista sulla storia dei nativi d’America e dei primi pionieri.

La strada é transitabile gratuitamente tutto l’anno e offre alloggi, punti ristoro, campeggi, stazioni di rifornimento e percorsi ciclabili.

La Byway parte dal versante meridionale dello Stato del South Dakota, da Chamberlain dove si consiglia di visitare l’Akta Lakota Museum and Cultural Center dedicato alla conservazione e alla divulgazione della cultura Sioux. Il museo è allestito all’interno della St. Joseph’s Indian School for Native American Youth. A 30 chilometri di distanza ecco la Crow Creek Indian Reservation, riserva della tribù Mdewakanton (People of Spirit Lake) e Ihanktonwan (People of the End). Proseguendo lungo la bayway a una ventina di chilometri si arriva alla Lower Brule Indian Reservation dove vive ancora la tribù dei Lower Brule Sioux, lungo le sponde sud occidentali del Big Bend del Missouri River.

Verso Pierre, la capitale

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La “Native American Scenic Byway” che passa attraverso la Cheyenne River Sioux Reservation

Basta spostarsi 30 chilometri a nord per raggiungere la Farm Island Recreaton Area: il parco si sviluppa lungo il Missouri River dove è possibile praticare numerose attvità all’aria aperta dalla pesca alla navigazione in barca ma anche una semplice nuotata al largo del fiume. Proseguendo l’itinerario si arriva nella capitale del South Dakota, Pierre.Qui si può partecipare a un tour organizzato dal locale Cultural Heritage Center per farsi un’idea delle vicende storiche dello Stato americano. Una mostra racconta il passato della Great Sioux Nation. Da visitare anche l’edificio State Capitol, uno dei meglio restaurati negli Stati Uniti. Continuando a percorrere la byway si arriva al Fischer’s Lily Park, sito storico che commemora l’incontro tra i Teton Sioux e Lewis & Clark con la possibilità di visitare il luogo dove tennero il primo consiglio.

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Il villaggio di Big Foot

Uno dei cavalli selvatici della Cheyenne River Sioux Reservation
Uno dei cavalli selvatici della Cheyenne River Sioux Reservation

Si prosegue per giungere alla Eagle Butte e Cheyenne River Suoix Indian Resrevation: Eagle Butte è il centro della riserva Indiana e l’ H.V. Johnston Cultural Center dispone di un museo. Percorrendo la Highway 65 sfila tutto intorno il panorama del Cheyenne River Pullout accompagnato dalla segnaletica che illustra la storia della Cheyenne River Valley, inclusa la storia del villaggio del capo indiano Chief Big Foot. Il viaggio prosegue verso i monumenti commemorativi della vita di Sakakawea e Sitting Bull con le targhe che ne narrano la storia. Fort Manuel è una replica ricostruita in dimensione originale, affacciata sul Missouri River. Il fortino ospita un museo che raconta l’impatto che ebbe il commercio delle pelli e pellicce sui Nativi americani. A una quarantina di chilometri da lì si arriva al Fort Yates Stockade, l’unico edificio rimasto intatto della postazione militare risalente al 1874. La Native American Scenic Byway termina sulle colline a nord della Standing Rock Scenic Byway nel North Dakota: luogo leggendario di riposo dei primi nativi locali, la tribù dei Mandan. (30/05/2011)

 

Info: Rocky Mountain Int. www.realamerica.it

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