Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Penisola di Valdes, la natura a portata di mano

Penisola di Valdes Puerto-Piramides

Nella sconfinata Patagonia argentina, sull’Oceano Atlantico, una riserva naturale accoglie colonie di pinguini, elefanti marini, orche e balene. Un’occasione unica per incontrare questi animali nel loro habitat naturale

Penisola di Valdes Pinguino-Magellano
Pinguino Magellano

Un viaggio lungo diciassette ore, che da Buenos Aires ci porta verso sud, in Patagonia, è il modo migliore per raggiungere la Penisola di Valdes. Agli affezionati del volo potrà sembrare una scelta scomoda e anacronistica abbandonare l’aereo e partire alla volta di Puerto Madryn con il pullman. È, al contrario, una vera scoperta. Pullman confortevoli, con le loro poltrone che si allungano fino a formare un letto, dotati di televisore e di servizio pasti. I “coche cama” sono una diffusa abitudine in Argentina, sostituiscono una rete ferroviaria mai sviluppata. Le partenze avvengono dalla Stazione di Retiro a un ritmo incessante, annunciate da un altoparlante. Una voce gracchiante urla il nome di lontane mete: Bariloche, Salta, San Martin de los Andes, Comodoro Rivadavia e altre ancora. Mentre ascoltiamo la mente viene trascinata da un capo all’altro di un territorio che promette grandi emozioni.

Penisola di Valdes, a bordo del “coche cama”

Poltrone-letto-Coche-cama
Poltrone letto dei “Coche cama”

Iniziamo questo viaggio con la voglia di sperimentare sensazioni forti. Siamo armati di libri all’altezza: “Viaggio in Patagonia” e “Ritorno in Patagonia” di Bruce Chatwin. Un viaggio per il quale siamo sicuri che le aspettative non verranno tradite. Lasciata la magica Baires, sotto le luci di un caldo tramonto, possiamo iniziare a godere di qualche anticipazione rispetto a quello che ci attende. È in piena notte, superato il Rio Negro, demarcazione naturale della Patagonia, che questa terra ci offre il suo volto spettacolare. Un territorio infinito, arido, dominato dal nulla, niente case e nessuna presenza umana. Solo cielo e terra per un’emozione inattesa che lascia senza fiato.

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Gauchito Gil

Per noi europei, italiani in particolare, abituati ad un’altissima densità abitativa, una sensazione unica e irripetibile. Dopo ore di viaggio senza scorgere tracce umane, ecco apparire solo raramente un piccolo agglomerato di case, un meccanico, una locanda e poco più. Ai margini della strada solo qualche sparuto gruppo di guanachi. Ogni tanto, qualcosa che inevitabilmente colpisce la nostra attenzione: stranissime postazioni, quasi degli altarini, fatte con rami, bottiglie, drappi rossi sventolanti all’incessante vento patagonico. Sono atti di devozione a quello che è diventato un mito: Gauchito Gil. Una sorta di Robin Hood argentino della seconda metà dell’Ottocento, diventato un fenomeno di massa da qualche anno, in gran parte del Paese.

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Penisola di Valdes, arrivo a Puerto Madryn

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Colonie di Pinguini sulla spiaggia di Punta Tombo

Dopo tanto nulla, all’orizzonte si profila Puerto Madryn. Una caotica e moderna città balneare che ha l’unico vantaggio di rappresentare un ottimo punto di partenza per alcune escursioni. La nostra va a Punta Tombo, a duecento chilometri a sud della città. Qui si trova una delle colonie di pinguini di Magellano più numerose di tutta l’America Latina.
Nella riserva troviamo un percorso ottimamente tracciato. Anvhe tra le centinaia di buche scavate dai pinguini che ogni anno, da settembre ad aprile, vengono qui per la riproduzione. Ovunque pinguini che con la loro goffa andatura vanno e vengono dal mare. Si tuffano per procurarsi il cibo e portarlo ai piccoli, riconoscibili per la morbida peluria che li ricopre, diversa dal lucido manto del pinguino adulto.

Un sorso di tè patagonico!

Gaiman
Arriv o nella cittadina di Gaiman

Un’altra meta nelle vicinanze di Puerto Madryn è Trelew, con il suo Museo Paleontologico. Sulla strada del ritorno è d’obbligo fermarsi a Gaiman. Cittadina fondata dagli inglesi nella seconda metà del XIX secolo, dove tuttora sopravvive l’antica tradizione del tè della madre patria.
Le numerose case da tè della città consentono, infatti, di mantenere in piena Patagonia l’abitudine tutta anglosassone. Bere tè preparato in eleganti teiere di porcellana decorata e accompagnato da golosissime torte.

Prima di lasciare Puerto Madryn, che a parte la passeggiata sul lungo mare e qualche pub riserva poche attrattive, vale la pena visitare l’Ecocentro. È una moderna struttura dedicata alla vita del mar patagonico. Oltre a poter raccogliere utili informazioni sulle balene e gli altri animali che popolano quei mari, qui si può godere di uno splendido panorama sulla vasta baia.

Penisola di Valdes, a “caccia” degli animali dell’Atlantico

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Elefanti marini distesi al sole

A seconda del periodo dell’anno, gli incontri naturalistici variano nella Penisola di Valdes. Balene, elefanti marini e pinguini raggiungono la zona per dare alla luce i piccoli in momenti diversi; sebbene durante tutto l’anno è possibile riuscire a fare interessanti visite (a marzo ed aprile le balene, in autunno e inverno i pinguini, a novembre e a febbraio gli elefanti marini maschi) il periodo migliore, che consente di poter vedere il maggior numero di animali, è settembre-ottobre. Per raggiungere e visitare la Penisola, a una cinquantina di chilometri da Puerto Madryn, ci si può rivolgere a una delle numerose agenzie in città che procurano macchine con autista; una scelta, considerate le difficili strade, per la maggior parte sterrate, più comoda a sicura rispetto alle vetture a noleggio. Riserva naturale, dichiarata dall’Unesco patrimonio naturale dell’umanità, vi si accede pagando nove euro a persona.

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Percorso l’Istmo Ameghino, al termine del quale è stato allestito un moderno centro informativo, si entra in un territorio magico, nel quale si viene inevitabilmente sopraffatti dall’immensità del mare, del cielo e della terra che ovunque si toccano senza soluzione di continuità. Tra gruppi di guanachi e di nandù, prima tappa è Puerto Piramides, graziosissimo paesino con le sue casette dipinte in colori sgargianti a ridosso della costa. Qui per tutto l’autunno, fino all’inizio dell’inverno, è possibile fare incontri ravvicinati con le balene che vengono a partorire nella baia.

Sotto il faro

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Spiaggia di Punta Delgada

Altre mete nella penisola sono le quattro “estancias” sorte in zone strategiche per avvistamenti, tra cui quella del faro di Punta Delgada, nell’estrema punta sud della penisola. Luogo di grande fascino, il faro è tuttora in funzione e attorno sorgono alcune costruzioni allestite per l’ospitalità. Il pernottamento qui non è certo economico, ma considerando che ci si trova a un paio d’ore d’auto dal primo grande centro abitato e che l’energia elettrica è prodotta con un generatore in loco, è comprensibile. Vale davvero la pena fermarsi in questa “oasi” per respirare il cima autentico della Patagonia, il suo senso d’infinito, e sperimentare quella ormai incredibile sensazione per noi di essere lontano da tutti e da tutto (ricordiamoci che qui non funzionano i cellulari e non c’è neppure il telefono).

A disposizione della clientela, alcune efficienti guide che parlano anche italiano, in grado di condurre gli ospiti in luoghi di osservazione delle colonie di elefanti e leoni marini, uno dei quali è proprio sotto il faro. Lo si raggiunge percorrendo un sentiero che si affaccia su un panorama bellissimo ed è dotato di piattaforme attrezzate con binocolo per l’osservazione – se si ha un po’ di fortuna – delle balene e soprattutto della cinquantina di orche che vivono nei mari della penisola. La colonia di elefanti marini che risiede a Punta Delgada è piuttosto importante e la si può avvicinare con le debite precauzioni per evitare fughe, cioè, proprio come sollecitano le guide, procedendo acquattati, senza alzare il tono di voce e rimanendo a debita distanza.

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Elefanti marini, da anni protetti

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Elefanti marini

Dopo uno sterminio di notevoli dimensioni iniziato nel 1880, gli elefanti marini dal 1942 sono specie protetta e qui trovano un luogo ideale per riprodursi e mutare la pelle. Altri posti di avvistamento degli elefanti marini nei pressi di Punta Delgada, raggiungibili però solo con i fuoristrada, sono la Loberia, dove si incontra anche una colonia di leoni marini, e l’Arenal, dove dalla scogliera si scende attraversando alte dune fino a raggiungere le colonie di animali a pochi passi dal luogo in cui vivono.

La forza degli elementi nella Penisola di Valdes è molto potente e anche una semplice passeggiata a cavallo o a piedi lungo la costa selvaggia, a picco sul mare, può sollecitare intense emozioni. Da un lato un mare profondo, contornato solo da rocce e alte dune di sabbia, dall’altro aridi terreni a perdita d’occhio, sopra un cielo sempre azzurro. L’infinito è qui.

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