Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Frivola Miniguida dei 192 Paesi Membri dell’ONU: Guinea-Iran

Paesaggio tipico della Guinea Bissau Guinea – Tante (forse troppe, e per di più tutte all’Onu), ‘ste Guinee, ben tre. Tante, ma non così importanti da doversi infierire su quel poveraccio che non sapesse bene “cosa e dove sono”. Per maggiori “info” del poveraccio ecco scarni dati (bastano) in “versione Bignami”: –    Nell’Africa occidentale, affacciate sull’Atlantico e di poco sopra l’equatore, ci sono (dall’alto in basso): la ex portoghese Guinea-Bissau, 36.000 chilometri quadrati; vi abita circa un milione di Balante, Fulbe, Malinke, Maniaco, Papeis eccetera (tribù a gogò)- –    La ex francese Guinea (senza altre aggiunte) “sotto” la Guinea-Bissau, 254.000 … Leggi tutto

Paesaggio tipico della Guinea Bissau
Paesaggio tipico della Guinea Bissau

Guinea

– Tante (forse troppe, e per di più tutte all’Onu), ‘ste Guinee, ben tre.
Tante, ma non così importanti da doversi infierire su quel poveraccio che non sapesse bene “cosa e dove sono”. Per maggiori “info” del poveraccio ecco scarni dati (bastano) in “versione Bignami”:
–    Nell’Africa occidentale, affacciate sull’Atlantico e di poco sopra l’equatore, ci sono (dall’alto in basso): la ex portoghese Guinea-Bissau, 36.000 chilometri quadrati; vi abita circa un milione di Balante, Fulbe, Malinke, Maniaco, Papeis eccetera (tribù a gogò)-
–    La ex francese Guinea (senza altre aggiunte) “sotto” la Guinea-Bissau, 254.000 chilometri quadrati per “circa” (anagrafe, censimenti? ma mi faccia il piacere!) sei milioni di Fulbe, Malinke, Sussu eccetera; infine, poco sopra l’Equatore,
–    la Guinea-Equatoriale, la più “pequeñita” (è ex spagnola), 28.000 chilometri quadrati con “circa” trecentomila abitanti (valli a contare), capitale Malabo (ci va l’Iberia, non per business ma per ragioni politiche).
Turismo? Tiremm innanz.

Guinea-Bissau – Vedi sopra.

Guinea Equatoriale – Ri-Vedi sopra.

Guyana – Una volta era un bel casino: come se non fossero bastate le tre Guinee (vedi sopra), c’erano tre Guyane. Una olandese (vedi Suriname), una francese (che ha fatto strada passando bellamente da Papillon – chi non ricorda la tremenda colonia penale della Caienna? – a Dipartimento di Oltremare) e una british.
Quest’ultima è grandicella, poco più di due terzi dell’Italia, ma conta meno di ottocentomila abitanti, che – così vicini all’equatore – se la sfangano male con un clima “horroroso”, sia troppo caldo che troppo umido. Turismo, pertanto, manco parlarne (salvo qualche olandese, non tanto perché avvistati, quanto perché ovunque vai trovi un’auto targata Olanda).   

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Haiti – Poveracci, sfigatissimi, oppressi da una tragica miseria (153° posto nell’indice di sviluppo umano). E dire che l’isola (la cui metà orientale appartiene alla Repubblica Dominicana, 98° posto, almeno campano) è situata nel bel centro delle (turisticamente) ricche Antille o Caraibi, dove clima e terra dovrebbero garantire quantomeno da mangiare. E andarci è pure rischioso (esci a fare due passi e non ti trovano più o se ti va bene ti ritrovano “machetato”).

Honduras, Villa Roy nella capitale Tegucigalpa
Honduras, Villa Roy nella capitale Tegucigalpa

Honduras – Posto caro (nel senso di amato) agli italiani (aficionados ai programmi nazionalpopolari della tivù generalista) perché lì è posta l’Isola dei Famosi.
Se poi i sullodati seguaci dei Famosi sono pure interisti, l’orgasmo prodotto dalla parola Honduras è vieppiù violento,perché colà ha visto la luce il centrattacco nerazzurro Suazo). Per il resto è una delle “solite” (nel senso di più o meno uguali, provi l’ancorché esperto appassionato di geografia a sistemarle come se fosse un puzzle e avrà i suoi problemi) Repubbliche del Centro America.
L’Honduras è grande un terzo dell’Italia o poco più, possiede circa sette milioni di abitanti, uno dei quali nella capitale dal curioso nome (Tegucigalpa) ma ancor più curioso è il nome dell’unità monetaria, il Lempira. L’Honduras si affaccia sia sul Mar dei Caraibi (e li è posta la già lodata Isola dei Famosi) che sul Pacifico (coste forse meno belle e balneari ma almeno prive di Famosi).

India – Nota come la “Fabbrica della Materia Grigia del Mondo”, entro breve l’India compirà un incredibile balzo dal 12° al 3° posto (dietro soltanto a Cina e Usa) nella classifica delle potenze economiche del pianeta, con un robusto “fatturato” che potrebbe raggiungere i 57 miliardi di dollari. Ma niente nasce dal caso.
La “materia grigia” è il derivato di un contesto storico che da millenni vede l’India eccellere nella cultura delle religioni e del pensiero. L’umanità deve tantissimo a questo sub-continente asiatico. Che va pertanto assolutamente visitato (nonostante la bestemmia mentale di arricchite sciurette-bene che non vanno in India “perché sono poveri”). Andarci, dunque. 

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Bali, l'isola dei mille templi
Bali, l’isola dei mille templi

Indonesia – Sarà anche così grande da cominciare nell’oceano Indiano e finire in quello Pacifico (mica pochi i suoi 1.900.000 chilometri quadrati, più di sei volte lo Stivale, con 220.000.000 di abitanti, l’87%  musulmani) ma è anche vero che forse esagera un pochino quanto a terremoti, tsunami, eruzioni (e ogni tanto pure qualche sconvolgimento politico, vedi i trascorsi generali Suharto, Sukarno, mentre l’ultimo dei militari al potere, Susilo Bambang Yudhoyono, forse perché imbarazzato da sì complicato nome, pare un po’ meno disinvolto). Ex colonia olandese (alcuni stati europei più erano minuscoli più godevano di possedimenti sterminati, vedi il Belgio) l’Indonesia vanta quella dolcissima non meno che incantevole perla turistica che è Bali (e infatti ci vanno meno italiani di quanto meriti) ma è tutta bellissima. Un po’ incasinato il visitarla (disastri naturali permettendo).

Iran – Ex Persia, quasi sei volte l’Italia, sessanta i milioni di abitanti, per localizzarlo basta dire Farah Diba, lo Scià, Soraya, l’Ayatollah Khomeini e Ahmadinejad, noto amicone degli Israeliani. E’ inoltre quel Paese dal quale la Tiziana Ferrario del TG1 e le altre inviate televisive del Belpaese ci parlano indossando il velo come usavano (ma almeno non era imposto) tanti decenni fa le nostrane beghine. I motivi di tanta osservanza? Solo rispetto delle regole altrui o “più rispetto” solo perché in Iran c’è (tanto) petrolio eppertanto vi si fanno affari? Mah!
Turismo? La sola Isfahan meriterebbe il viaggio. Ah, hanno la bomba atomica e sono coranamente proibiti gli alcolici (meglio così: perché mai escludere che un Pasdaràn possa tirar su una bella ciucca di Bonarda eppoi faccia casino?).

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