L’elenco delle celebrità “passate” sopra e sotto il Sempione, è come un album “Panini”. L’altro “ingresso” italiano, il lago di Garda, era il “posto dove fioriscono i limoni” di goethiana memoria. Grand Tour, Voyage d’Italie, Italienische Reise: qui c’è l’arte e l’intellighenzia europea, che giunge al valico e lo identifica come la “porta del Mediterraneo”. Di più. Come “Italia della latinità”, come “entrata nel mondo classico”. E non pare apprezzarne solo la funzione di porta, ma anche quella di paesaggio, di luogo delle vette.
È come se la bellezza che ci si aspetta di trovare poi, sia in realtà già riassunta sulla soglia. Il valico del Sempione, il passo tra Vallese e Piemonte ha destato le attenzioni di molti personaggi noti, oltre che le mire dell’Empereur, che ha voluto fare una strada dove c’era un sentiero (Stockalperweg) e delle Ferrovie, svizzere e italiane, che hanno voluto fare un tunnel dove c’era una strada.
Il passo del Sempione attraversato da viaggiatori celebri…
Ma torniamo ai nostri viaggiatori. Per i fratelli Jules ed Edmond de Goncourt, romanzieri naturalistici, “L’Italia comincia qui”, che è già un bell’incipit. Il poeta romantico inglese William Wordsworth (1770-1850) qui ci sono “immobili esplosioni delle cascate…”; mentre per Gustave Flaubert (1821-1880) “è, sino ad ora, la cosa più bella ch’io abbia mai visto in natura”.
Il “re delle favole” Hans Christian Andersen (1805-1875) scrive: “Presto si sarebbe aperto il sipario del grande Sempione e noi avremmo osservato la terra della musica… non riuscivamo a vedere a un passo di fronte a noi; tutto intorno i torrenti precipitavano e rombavano; fu come udire il battito cardiaco della Natura”.
Nikolai Gogol, di passaggio, scrive alla madre: “non potreste trovare nulla di più pittoresco”, mentre Charles Dickens (1812-1860) ambienta addirittura al Sempione, in inverno, il romanzo con delitto “The Thoroughfare” (in Italia, “Senza uscita”).
… e viaggiatori romantici
Tutti concordi? Neanche per sogno. La visione cambia nel tempo. Per lo scrittore inglese John Evelyn (nel 1646) il passaggio è un incubo: “continuammo a salire lungo sentieri e scarpate orribili e spaventose, coperte di pini e abitate solo da orsi, lupi e camosci. Davanti a noi lo sguardo non poteva spingersi più in là del tiro di una piccola pistola”. Il barone di Montesqieu (nel 1728) racconta che “… a causa delle strade strette e disagevoli, la carrozza veniva scomposta in tre parti e ruote e stanghe caricate sul dorso dei muli, con il viaggiatore al seguito”.
Ma, nel Romanticismo, la natura selvaggia del Sempione, il viaggio “incerto” a piedi o in carrozza, le nevi a portata di mano, il passaggio delle gole di Gondo e infine, l’assaporare il tepore della pianura annunciata, provocano emozioni intense e stimolano scritture altrettanto commosse. La Natura alpina come luogo del pensiero, come promessa di “terra promessa”.
Sentite De Musset che scrive all’amata George Sand: “Quando passerai sul Sempione, pensa a me, George. Era la prima volta che gli spettacoli eterni delle Alpi si levavano davanti a me nella loro forza, nella loro calma. Ero solo nella carrozza e non so come rendere a parole quello che provai, mi sembrava che quei giganti mi parlassero di tutte le maestosità create da Dio”.
Chi va e chi viene
Insomma, letterati, poeti, scrittori, filosofi, scienziati, musicisti, sovrani e politici transitano. Per dare un’idea, il poeta inglese John Milton, Jean Jacques Rousseau, De Saussure, Stendhal e Lamartine, Madame de Stael, Déodat de Dolomieu, Samuel Morse, Franz Litz, Alexandre Dumas, Balzac, Mary Shelly, Metternich, John Ruskin, Richard Wagner, Igor Turgenev, Fedor Dostoevskij.
E, nel senso inverso, Alessandro Volta (che va a Ginevra) Camillo Cavour, Giuseppe Garibaldi (a Ginevra per un congresso di Pace) Amedeo Modigliani (a Parigi).
Più che un passo, sembra un salotto, uno di quei bei “caffè delle idee” dell’Ottocento.
Tutti questi personaggi hanno lasciato un’impronta di inchiostro, sotto forma di romanzo o di semplice diario di viaggio. Con divagazioni sulle bellezze circostanti, Macugnaga e il Rosa, le cascate del Toce in Val Formazza, Stresa e il Lago Maggiore.
Prima la strada, poi la galleria
Il Sempione è un passaggio fin dall’epoca romana. Poi perde d’importanza. Fino a quando, nel Seicento, il mercante di Briga barone Kaspar von Stockalper, non ne individua le potenzialità. In pochi decenni diventa ricchissimo, con il monopolio del sale e con il commercio nord-sud, tanto da essere chiamato “il re del Sempione”.
Tutto tace sino a fine Settecento, quando Napoleone ne riscopre il possibile uso militare, per poter intervenire rapidamente a difendere il confine orientale della Repubblica Cisalpina dagli austriaci. Una strada per cannoni, immagina il console divenuto Re d’Italia e ne sollecita la costruzione, prima con i militari, poi con i civili. Ceard, l’ingegnere capo, gli scrive al completamento dell’opera, nell’estate 1805: “Le Alpi non esistono più!”.
Nel 1813 si comincia a costruire l’Ospizio. Nella seconda metà dell’Ottocento sono gli svizzeri a muoversi per una galleria che consenta il passaggio dal Vallese al Piemonte, proprio sotto il Monte Leone. I lavori vengono però iniziati solo nel 1898, scavando dal lato svizzero e da quello italiano in simultanea. Nel 1905, a febbraio, salta l’ultimo diaframma. Il tunnel di 19.755 metri è pronto per l’inaugurazione il 19 maggio 1906; la seconda galleria viene inaugurata solo nel 1922.
Tunnel del Sempione inaugurazione in pompa magna
Ecco com’è il programma di quella memorabile giornata: Domodossola – Stazione Internazionale, ore 9.50, arrivo del treno Reale, accoglienza da parte delle Autorità svizzere e italiane; partenza del treno del Re verso la Svizzera, arrivo a Briga; Vittorio Emanale III è ricevuto dal Presidente Federale svizzero Louis Forrer, colazione offerta dal Presidente; ritorno del Re in Italia, seguito, su un altro treno, dal Presidente svizzero, che arriva a Domodossola, accolto dal Re (che aveva lasciato un’ora prima, nda); il Re offre un banchetto al Presidente e al Consiglio Federale, poi i due treni partono, uno per Roma e l’altro per Berna. Ma, a Domodossola, si balla e si fa festa (per il tunnel, of course).
Bizzarro, ma almeno non si scontenta nessuno. Il tunnel dà inizio ad una nuova era, nella quale in cui il Sempione è solo il nome di una buia galleria, non di un passo alpino che incute timore e meraviglia.
Arriva l’Orient Express
Tuttavia, un nuovo mito si profila all’orizzonte. Si tratta del Simplon Orient Express, il treno di lusso della Belle Époque che porta scritto sui suoi vagoni ‘Londres-Paris-Simplon-Venise-Istanbul’. Niente male, per una galleria. Il resto è cronaca quotidiana. Treni passeggeri e merci che trovano una via per la Svizzera, per Ginevra, Parigi, Londra.
Quest’anno, fino a settembre, si vuole ricordare il tunnel del Sempione dei suoi primi cento anni.
Si sono fatti due comitati, uno vallese e uno verbano, per le celebrazioni. Il programma del 19 maggio ha ricalcato quello di cento anni fa, con il treno a vapore delle Autorità che parte da Stresa e raggiunge Domodossola, dove incontra quello partito da Briga. Cerimonia e trasferimento a Briga per la cerimonia svizzera.
Poi la parola passa alla gente. Festa il 20 maggio, la “notte rosa”, in attesa del passaggio del Giro d’Italia il giorno successivo. Visita al treno storico nella stazione di Domodossola; c’è il nuovo inno del Sempione (“L’impresa storica”, di Mauro Olzeri) e annullo filatelico di francobolli dedicati.
Così è stato celebrato (e si celebrerà) il Sempione
“Se passerete al Sempione, che è la più bella cosa dell’universo, dovrete andare a piedi per vedere bene, per arrampicarvi”
. Così diceva Gorge Sand, anno 1836.
18-28 maggio, Stazione di Domodossola: foto, manifesti, documenti d’epoca
12 maggio – 30 luglio, Domodossola: Cappella Mellerio, Diecimila anni di Sempione
18 maggio – 4 giugno, Domodossola: Dopolavoro Ferroviario, Mostra foto del Traforo Sempione; Modellismo Ferroviario sul Sempione
dal 26 maggio, Milano-Bicocca: Esposizione internazionale sul Sempione
18 giugno, Domodossola: Collegiata, Concerto per il Sempione
11 giugno, Simplon Dorf: Tradizione alimentare ossolana e vallese
20 maggio, Briga: Festa e mostra sui 100 anni, con simulazione di scavo e caduta massi
Ma quello che si vuole segnalare è soprattutto l’iniziativa del CAI Domodossola, che propone un’escursione (8-9 luglio) lungo il Sentiero Stockalper. Già, perché, anche se si festeggia il tunnel, è sul passo che bisogna tornare.
Il sentiero Stockalper o la Strada Napoleonica
Bisogna seguire il sentiero Stockalper (35 chilometri, fino a Briga) che mostra muri a secco, edifici alpini, ponti, cappelle, rocce levigate, tutto il paesaggio del viaggiatore di quei secoli. Oppure la Strada Napoleonica (nei tratti che non si sovrappongono all’attuale strada) per vedere l’ingegneria del primo Ottocento. Si costeggia il torrente Diveria, si esplora le gole di Gondo (quelle che impressionavano tutti i viaggiatori) la Galleria Napoleone, i forti di difesa svizzeri (costruiti nell’eventualità di un’invasione dell’Italia fascista) la Vecchia Caserma.
Poi ci si rilassa nel villaggio Simplon Dorf (1472 metri) dove l’aria è frizzante, l’ecomuseo è interessante e il caseificio fa ottimi formaggi. Magari si soggiorna all’Hotel Post (telefono 0041 279791121) che richiama i tempi delle diligenze e del servizio postale. Si sale al passo (2005 metri, il più bello delle Alpi, si dice qui) al vecchio ospizio, quello costruito nel 1235 dai Gerosolimitani e rifatto nel 1666 da Stockalper, come supporto ai suoi traffici; o al nuovo Ospizio, cominciato da Napoleone e completato (e gestito) dai monaci del San Bernardo (si può dormire e mangiare).
Dominare il Sempione
Si scende a Briga per vedere il piacevole centro storico della cittadina, con molti palazzi e il castello Stockalper (1658). Un grande edificio con due torri quadrate (chiamate Baldassarre e Melchiorre, visto che il proprietario si chiamava Kaspar) un magnifico cortile con due ordini di gallerie a loggiato, la Sala dei Cavalieri.
Qui si comprende meglio cosa voleva dire dominare il Sempione. Un modo per rilassarsi è visitare le terme Brigerbad, che hanno una piscina in grotta e un toboga acquatico di 182 metri. Ma è anche a Domodossola che si possono vedere le tracce di Stockalper. Sulla collina di Mattarella, c’è il Sacro Monte Calvario, in parte da lui finanziato, come dimostra la statua che lo rappresenta nelle vesti del Re Mago Gasparre (un’ossessione, il suo nome!).