Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Daunia: saliscendi tra borghi di charme

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Nella provincia di Foggia, tra la piana del Tavoliere il confine della Campania e del Molise, c’è un’altra Puglia. Meno conosciuta. La Daunia con i borghi antichi e le montagne che la incorniciano è una terra sorprendente

Daunia, l’altra Puglia
Bovino la facciata asimmetrica della Cattedrale (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Bovino la facciata asimmetrica della Cattedrale (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

La Daunia si trova nella Puglia settentrionale. E’ terra di frontiera in provincia di Foggia che confina con Campania e Molise lungo le catene del Subappennino Dauno. Il nostro viaggio ci ha portato a visitare alcuni borghi antichi: Bovino, Orsara di Puglia, Accadia e Deliceto. Si trovano a un centinaio di chilometri dalla costa Adriatica, tra la piana del Tavoliere e il confine con la Campania. Siamo a 600-650 metri sul livello del mare e a far da cornice ci sono i Monti Dauni Meridionali, vette sui 1000 metri e oltre come il Crispignano e il Faravella. Il paesaggio collinoso, seppure disseminato di rocche di difesa, è bucolico, con un reticolo di fiumi e torrenti, boschi di roverella, faggete, pascoli, campi di grano e case coloniche. Tra i tesori di flora e fauna, orchidee e lupo appenninico.

Bovino recupero e la valorizzazione della zona
Bovino, Castello Ducale (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Bovino, Castello Ducale (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Strada facendo, si ripercorre la storia di questi luoghi, dal Neolitico in poi. Sfilano virtualmente i Dauni, seguiti da Romani, Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi. Le stratificazioni architettoniche testimoniano il susseguirsi di conquistatori e stili. Un esempio? A Bovino il torrione del Castello Ducale fu eretto nell’XI secolo dai Normanni su una rocca romana. Successivamente Federico II di Svevia aggiunse il Cassero. Altri rimaneggiamenti sono del ‘500, come dimostrano le feritoie oblunghe dell’epoca. Dal ‘600 in poi i Duchi di Guevara ne fecero un Palazzo, abitato dai discendenti fino al 1961. Altrettanto suggestivi in paese i vecchi rioni, con i portali di pietra e gli scorci panoramici dai belvederi.

Turismo consapevole e di qualità
Bovino Antica stazione di posta (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Antica stazione di posta (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Bovino, Bandiera Arancione del Touring Club (marchio di qualità turistico ambientale) è anche inserito nell’elenco de “I borghi più belli d’Italia”. Tra le numerose chiese, colpisce la Cattedrale di Santa Maria Assunta (X secolo), in stile romanico pugliese, con facciata stranamente asimmetrica. A pochi chilometri dal centro abitato ci sono il seicentesco ponte sul torrente Cervaro, “Lo Moleno D’Acqua”, mulino (XVI secolo) di cui si visitano anche gli interni e la Fontana Borbonica. Infine l’Antica Stazione di Posta che aveva alloggi, magazzini e scuderie. Si trovava sulla strada di collegamento tra le Puglie a Napoli, quindi non si contano le storie di briganti e assalti alle diligenze. Ora la struttura ospita pacifici eventi e matrimoni (stazionedipostabovino.it).

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Orsara meta di pellegrinaggi in transito
Orsara-di-Puglia-case-in-pietra-e-panni-stesi (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Orsara di Puglia, tipivhr case in pietra e panni stesi (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Anche Orsara di Puglia è Bandiera Arancione del Touring Club. Un tempo era meta di pellegrini in transito verso il famoso Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, che sostavano alla Grotta di San Michele. Luogo di culto tra i più importanti del Mezzogiorno, era il nucleo originario (precedente al 1125) dell’Abbazia dell’Angelo, divenuta nel 1524 Palazzo Baronale. A ridosso la cinquecentesca Chiesa dell’Annunziata, costruita in pietra viva, quasi sull’orlo di un precipizio, più simile a una fortezza. Esempio di architettura bizantina, giusto per continuare la scorribanda tra i secoli.

Un mondo di stampo contadino
Orsara-di-PugliaMusicanti in strada (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Musicanti in strada (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Rilassante andare a zonzo per piazze e vicoli, tra edifici ornati da vasi di fiori e panni stesi. E magari si ha la fortuna di incrociare locali che suonano a cielo aperto.
Il paese vanta infatti una particolare tradizione musicale.
Qui ci si cala in un mini mondo di stampo contadino dove c’è interesse anche da parte dei giovani a salvare le tradizioni.
A tavola si va indietro nel tempo alla riscoperta della cucina povera dai sapori genuini, primo tra tutti il Pancotto (Pan Cutt) fatto con pane raffermo e varietà di erbe selvatiche. Si prediligono i frutti della zona come la mela limoncella.
Orsara (SlowCity) è nota per aver salvato un vitigno sull’orlo della scomparsa: il Tuccanese.

Accadia e il rione fantasma amato dagli artisti
Accadia rione Fossi (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Accadia, rione Fossi (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Proseguendo verso Accadia si ha la sensazione di un territorio senza tempo se non fosse per le pale eoliche. La zona, nota per la presenza dello stallone murgese, si presta a una cavalcata. Magari tra le querce ed i lecci del Bosco Paduli. Accadia, che fa parte dei “Borghi Autentici d’Italia”, attira visitatori soprattutto per il rione Fossi. Un rione disabitato, più volte colpito dai terremoti. Si respira aria da paese fantasma, con abitazioni medievali scavate nella roccia. Amato dagli artisti. Qui in luglio si svolge un Festival Internazionale del Blues.

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Deliceto e il Castello Normanno
Deliceto interno della-rocca (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Deliceto, cortile interno della rocca (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Bel colpo d’occhio quando dalla strada si scorge Deliceto con il Castello Normanno Svevo Angioino, ma di origine longobarda, che domina il borgo e la Valle in Vincoli. Il solo che, a dispetto di interventi di ampliamento e ricostruzioni nei secoli, sia rimasto una vera fortezza per la posizione strategica. Qui sono state girate alcune scene del film “Noi credevamo” (2010) di Mario Martone, ambientato durante il Risorgimento.

Dal cortile interno si può salire sulle mura a strapiombo per ammirare la ricca vegetazione: macchia mediterranea, ma anche uliveti e vigneti e i tetti del paese con palazzi quattrocenteschi.
Date le distanze modeste tra un paese e l’altro (da 10 km a un massimo di 30 km), l’itinerario si può comprimere in un week-end, anche se vale la pena di ritagliarsi qualche giorno in più. D’estate poi la zona si rivela una furba via di fuga dalle spiagge prese d’assalto. Ci si gode il fresco e si frequentano sagre o feste patronali.

Informazioni utili

Come arrivarci

Bovino, Masseria Salecchia (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Bovino, Masseria Salecchia (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Per muoversi, la soluzione più comoda è l’auto, ma i comuni dei monti Dauni sono collegati anche da autolinee in partenza dalla stazione di Foggia con corse giornaliere. Praticato anche il cicloturismo.

Dove soggiornare
Bovino. Masseria Salecchia. Ai piedi del monte omonimo, azienda agro-zootecnica forestale, 350 ettari con boschi di aceri e frassini. Conduzione familiare dagli anni ‘30, ma oggi con intelligente piglio manageriale. Allevamento di razze autoctone in via di estinzione: pecora “Gentile di Puglia” e maiale nero dei Monti Dauni. Ristorazione, piatti con prodotti propri: pizzedde, maltagliati, salsiccia con lampascioni, caciocavallo di vacca Podolica, agnello. Camere a tutto comfort nell’edificio settecentesco restaurato. Si segnala l’organizzazione di eventi didattici per bambini e Parco Avventura.
info@masseriasalecchia.it  www.masseriasalecchia.it

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Dove mangiare

Bovino, Zuppetta-di-fagioli-Agriturisno-piana-delle-mandrieB (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Zuppetta di fagioli, Agriturisno Piana delle Mandrie (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Bovino:
Agriturismo Piana delle Mandrie, coltivazioni di ortaggi e allevamento di bovini e maiali neri. Produzione di formaggi e salumi. Da provare gli spaghetti con aringa, pomodorini, aglio in camicia e peperoncino verde piccante fresco. Il menù prevede anche pizze cotte in forno a legna. Dati i propri ingredienti, al ristorante è un “fai da te” ghiotto.
Nel menù, tra l’altro, cavatelli di grano arso alla mediterranea, mix di patate, olive e peperone crusco, zuppetta di fagioli, cacio in coccio. Da inizio estate è stato integrato anche un forno a legna per offrire ai propri ospiti una validissima pizza che non ti aspetti di trovare in un agriturismo.
(pianadellemandrie@gmail.com)

Orsara-Trattoria-pane-e-salute (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)
Trattoria Pane e Salute (foto: L. Varalla © Mondointasca.it)

Orsara di Puglia:
Pane e Salute dei Fratelli Di Biccari, si distingue per il più antico forno a paglia, in funzione dal 1526. Una famiglia che da oltre 5 generazioni impasta e sforna pane.
Qui si respira la storia del luogo, una storia fatta di tradizioni passate, di massaie e famiglie contadine.
Pani con grani antichi come Saragol e Senatore Cappelli. Cucina della tradizione con almeno dieci tipi di Pancotto.
Da provare la pasta in crosta dello chef Angelo Trilussa, presidente dell’Associazione Culturale Pane e Salute.

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