Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

“Air de France” nelle isole della filibusta

I “territori d’oltremare dei Caraibi”. Entità geografiche “esotiche”, per via della lontananza dalla “mère patrie”, ma interamente francesi per affinità storiche, linguistiche e consuetudini di vita

MARTINICA

Martinica, Le Diamant
Martinica, Le Diamant

Chi poteva essere, se non Colombo, a scoprire questa splendida isola caraibica? L’avvenimento è datato 1493, ma il navigatore genovese al soldo dei reali di Spagna decide di non sbarcare in quel lembo di terra che i Caribi locali chiamavano Madinina (terra dei fiori). Lo sbarco vero e proprio è di qualche anno dopo (1502) ma deve essere stata un’esperienza non troppo piacevole, dato che il navigatore viene accolto da un nugolo di frecce infuocate; particolare questo che lo consiglia ad abbandonare subito (e per sempre) la Martinica.
L’arrivo dei francesi, condotti dal nobile “avventuriero” Pierre Belain D’Esnambuc, è del 1635. L’isola viene proclamata francese e ha inizio l’opera di colonizzazione.
Nel XVIII secolo nei Caraibi infuria la guerra tra Francia e Inghilterra per il possesso delle molte isole che si dispiegano ad arco fra Portorico e il Venezuela.
Tutto sommato alla Martinica le cose vanno abbastanza bene; viene conquistata dagli inglesi nel 1762, assieme a Guadalupa, per essere abbandonata l’anno dopo a seguito del Trattato di Parigi, con il quale la Francia restituisce all’Inghilterra i territori canadesi. Contropartita: le terre francesi d’oltremare rimangono legate per sempre a Parigi.
Lembo di Francia, la Martinica, che ha ospitato o dato i natali a celebri personaggi, nel corso dei secoli. Colombo a parte, famosa è Marie Josephe Rose Tascher de la Pagerie, nata nel 1763, trasferitasi a Parigi e divenuta moglie di Napoleone, che la chiamò Josephine. Poi, ricordato come un “padre” della piccola isola, l’alsaziano Victor Schoelcher che ha contribuito in maniera considerevole, nel 1848, alla liberazione definitiva degli schiavi. Quindi Paul Gauguin, che qui ha vissuto nel 1887.

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Una terra semplice, come i “nodi” di un foulard…

Mont Pelée
Mont Pelée

Martinica “è” la Francia. Politicamente fa parte del territorio metropolitano e gli isolani godono degli stessi diritti e privilegi della madrepatria.
Un tempo essenzialmente dedita all’agricoltura, col periodo dello schiavismo viene sviluppata la coltivazione della canna da zucchero (con annesso “rum”). Nel 1902 il vulcano del Mont Pelée distrugge la cittadina di St. Pierre che fungeva da centro commerciale e culturale dell’isola; da allora ha finito per prevalere la capitale Fort-de-France, che oggi si presenta vivace e cosmopolita, con i suoi negozi alla moda (cristalli Baccarat, profumi Chanel, foulard Hermès ecc.) le sue “beguine” sensuali che esaltano le bellezze dell’isola.

Natura lussureggiante
Natura lussureggiante

Le donne della Martinica indossano seducenti abiti in madras, ampi foulard e hanno quasi dimenticato (ma non nella tradizione orale) il vezzo di “dichiarare” la loro disponibilità verso gli uomini, annodando il foulard: un nodo (ragazza libera) due nodi (impegnata, ma “non si sa mai”) tre nodi  (sposata) quattro nodi (sposata ma, forse, disponibile…). Un gioco innocente che per anni ha stimolato l’interesse del sesso forte locale e di quello d’importazione.
Oggi l’isola, con il suo clima inebriante e i suoi paesaggi rigogliosi, è meta di un turismo in continua crescita. Molti sono i luoghi di interesse storico (St. Pierre, La Pagerie, Diamond Rock, Fonds-St.-Jacques) e le possibilità di escursioni per ammirare le bellezze naturali: gite in auto nella foresta tropicale lungo la strada detta La Trace e vedute della selvaggia costa atlantica.
Completano il quadro della “buona accoglienza” feste di sicura attrazione, una cucina ricca di pesce e di spezie, soggiorni che possono contare su hotel di ottimo livello.
Come dire, il meglio del meglio.

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