Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

San Martino, una giornata con ricordi importanti

San Martino 11-novembre-san-martino

Dal genetliaco di Vittorio Emanuele III, noto anche come “Sciaboletta”, al mosto che diventa vino. Ma poi c’è la Capa, elegantissimo mantello, alla scadenza nelle campagne del Vej Piemnont dei contratti di mezzadria

San Martino vittorio-emanuele-iii-re-ditalia

L’11 novembre … san Martino (giornata davvero importante del calendario) … ‘Era’ il compleanno (anzi, si diceva il genetliaco, termine aulico oggidì quasi scomparso) di S.M. Vittorio Emanuele III, re d’Italia e di Albania e Imperatore d’Etiopia, per il resto del Paese più noto come “Sciaboletta” (stante ahilui la bassa statura, vabbè, ma si può mai avere dei sudditi così del menga in quanto malevoli? Però, anche lui, sotto l’1 e 51 … tant’è che si dovette abbassare la statura minima per andare a fare la naja … sennò che figura ci faceva “Sciaboletta”?).
In occasione compleanno/genetliaco di Sciaboletta (giorno di ovvia vacanza nelle scuole del Regno) fu così che lo scrivente riuscì a sfangare ben 2 gg di scuola, beninteso (matusa sì, ma est modus in rebus) quella elementare dopodiché il re traslocò e gli successe la Repubblica Sociale e ciao pepp, addio festa l’11 novembre…).
San Martino mosto-diventa-vinoSempre l’11 novembre, San Martino, e per il fatto che fa rima ecco che “A san Martino il mosto si fa vino” dopodiché da oggi una buona Barbera comincia ad essere una buona Barbera e non quella pisciazza del vino Novello (fallita, o quasi, non se ne parla più, operazione commerciale dei vignaioli italici, scopiazzata dal Vin Nouveau francese, inventata per far cassa in anticipo…).
E l’11 novembre (poi ho chiuso) riecco san Martino (quello della Capa, elegantissimo mantello alias tabarro, tuttora usato in Spagna, e io ne possiedo uno del celebre Seseña di Madrid) e a san Martino (oltre a farsi, il mosto, vino vedi sopra) nelle campagne del Vej Piemont era tradizione che scadessero i contratti di mezzadria eppertanto si doveva traslocare, sinonimo di sloggiare. Tant’è che durante la battaglia di San Martino (1859, quella storicamente “gemellata” con Solferino) re Vittorio Emanuele II (l’unico Savoia, forse, meno peggio, anche perché sembra che non fosse un Savoia bensì il figlio di un macellaio fiorentino…) rivolto ai suoi soldati (me non poteva lasciarli a imbottigliare la Barbera invece di star lì a far la guerra dopodiché gli capitò di annettere qualche parte dello Stivale mica tanto giusta? mah…) esclamò perentorio in dialetto torinese (quindi parlato soltanto dai ‘granata’, non conoscendolo gli extracomunitari juventini, dopodiché -ancorché nato a Torino e beninteso non essendo ‘gobbo’- mi scuso per la precaria grafica) “Fioeu, in coeu piùma San Martìn o i fan fait san martìn a nou” (tradotto per i non pedemontani: “Ragazzi, oggi o pigliamo san Martino o ci fanno traslocare…”)… e fu così che solo un paio d’anni dopo cominciò a garrire il tricolore … tutto merito di san Martino … (e questa, cara gent, è storia…).

LEGGI ANCHE  L'estate di San Martino
Condividi sui social:

Lascia un commento