“L’amore era una lettera trovata / nel tronco di un olivo; l’amicizia / il capello spaccato in due, soffiato / nel vento; e la morte / il dente che si serba per il giorno / del Giudizio…” il poeta Vittorio Bodini, salentino di origine e di frequentazione, aveva condensato in questi pochi versi la condizione umana nel rapporto fra amore e morte, Eros e Thánatos, una continua sfida a cui ci si presenta con armi impari ma che per un momento sentiamo di dominare. Quell’attimo, quella condizione è sublime.
Ma prima occorre passare da infinite prove, quelle a cui è sottoposta dal destino Suzanne, la protagonista del romanzo di Lara Savoia. Che non è nuova alle fatiche e ai piaceri letterari, finora sotto forma di liriche e un poema drammatico. Ho attraversato anch’io nel passato le sue composizioni, dolci, intuitive e determinate, lei sempre guardinga, in attesa, del crepuscolo, di un’alba, uno sguardo che la incontrasse, determinata e voluttuosa ne ‘I miei giochi scomposti’, del 2010, che l’ha fatta conoscere oltre i confini nazionali, molto belli e sinuosi, come lei.
Poi drammaticamente provata ne ‘I versi della polvere’, un thrȇnos, un inno tragico dominato dallo sconquasso dell’Aquila, il 6 Aprile 2009, innervato sull’Apocalisse di Giovanni, Il ‘Paradiso perduto’ di Milton e ‘La terra desolata’ di Eliot. In questo romanzo l’autrice cambia apparentemente registro. Le interessa tracciare le vicende personali e familiari di una giovane donna, intrecciate al suo percorso vitale, allo sviluppo del suo carattere, che vuol farsi da sé. Figlia d’arte, non accetta le imposizioni del padre, grande musicista, perché vuole scoprire le sue inclinazioni e suggere il midollo della vita. Un romanzo di formazione, dunque. Che ha dei precedenti illustri per affinità nella ‘Héloïse’ di Rousseau o per la ricerca delle virtù e alla moralità da contrapporre ai vizi nella ‘Justine’ di de Sade.
La vita di Suzanne scorre sulle note musicali celestiali e come tali premio alla conquista della perfezione attraverso le prove che si abbattono sulla sua vita. Da Milano a Salve, nel Salento, da London a L’Aquila, infine a San Pietroburgo: questi diventano i luoghi della sua inchiesta. L’errare, alla ricerca del padre e soprattutto dell’amore, dei begli occhi di cui si è innamorata una sera quando da un anfratto, in cui si era rifugiata, ha osservato spaurita il mondo. Le ‘Lezioni di piano’, come il bellissimo film del 1993 scritto e diretto da Jane Campion, sono l’elemento controverso da cui dipende la sua rinuncia alla vita o il suo abbraccio amoroso passionale.
La musica domina sempre e comunque le pagine del romanzo di Lara Savoia, accanto alle amicizie, che consolano rispetto all’incomprensione dei colpi drammatici che assesta la fortuna. Suzanne non arretra. Sa che avanzare costa fatica e confida nell’amore. Va alla sua ricerca, lo trova, lo perde, ritrova alla fine il senso di tutto in un abbraccio liberatorio che comprende il mondo e soprattutto la sua essenza di giovane donna desiderosa di amare.
Suzanne di Lara Savoia, edizioni Il Raggio Verde, Lecce, 2018, pagine 243, € 15,00.
Autore
Lara Savoia è nata nel 1974 a Scorrano e vive a Salve, nel profondo Salento leccese. Studi di Biologia a Bari, esperienze di lavoro nei settori della moda, dello spettacolo, della radio, ancora studi di Fisica e poi di Medicina e Chirurgia all’Università di L’Aquila. Dopo il terremoto dell’aprile 2009 studia da lontano. Ha pubblicato due libri di poesie. Suzanne è il suo primo romanzo.