Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Taranto, memoria della Magna Grecia

Taranto panorama

Dall'altopiano delle Murge alle gravine carsiche erose dalle antiche acque. La Puglia Jonica che digrada verso l’incrocio di due mari è ricca di storia, arte e tradizioni

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Le Colonne Doriche

Arte, storia, tradizioni, rappresentano le potenzialità della terra più amata da Federico II di Svevia. Tutta la Puglia è un crocevia di culture. Quella jonica in particolare si protende verso il vicino oriente rimanendo però ancorata, per tradizione, alla plurimillenaria civiltà messapica e greca. Qui le acque del mare Adriatico s’incontrano con quelle dello Jonio, tra storia e leggenda. Due mari e un entroterra con forti radici e identità, dove il vecchio e il nuovo si fondono.

Dal Mar Grande si ammirano le isolette Cheradi che fronteggiano la città. La costa è punteggiata da torri saracene, piccole grotte, arenili, baie, basse scogliere. L’interno invece propone un turismo nascosto con una varietà di profili urbani e scorci segreti, campagne coltivate in geometrie d’uliveti, vigneti e carrubi. Durante il governo del Viceré (1560) fu realizzato un complesso di circa ventun torri difensive lungo tutta la fascia costiera, da Taranto a Punta Presuti.

Taranto, una città fra tre mari

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ll Ponte-girevole

Testimone di un ricco patrimonio architettonico e culturale, la Città Vecchia di Taranto si sviluppa lungo un dedalo di viuzze, chiese monumentali e palazzetti nobiliari. Nel settecentesco Palazzo Pantaleo, sede del Museo Nazionale, risplendono gli ori ellenistici di Taranto; i segni del passato che narrano la quotidianità affiancati a testimonianze del Paleolitico; a vasellame e statuette fittili del periodo greco-romano, rinvenute nei ricchi corredi funerari della necropoli tarantina (VII –VI secolo a.C.). Alcune sale superiori del Palazzo sono decorate da Domenico Carella, decoratore presente con la sua opera anche nel Palazzo Ducale di Martina Franca.

Palazzo Ponti, una suggestiva dimora del centro storico, ospita reperti archeologici della fase magno-greca, di quella tardo antica e medievale. Bella la trecentesca Chiesa di San Domenico Maggiore, dalla quale parte la suggestiva processione dell’Addolorata, una delle celebrazioni più importanti della settimana santa. Il restaurato Duomo di San Cataldo è stato riportato all’originario stile romanico.

Da visitare poi i complessi monastici di Santa Chiara e San Francesco d’Assisi e i palazzi nobiliari Carducci e D’Aquino. Il cinquecentesco castello aragonese con la sua mole fortificata è il simbolo della Taranto marina; così come il Ponte Girevole che, a ridosso del castello, sormonta il canale navigabile e consente il passaggio delle unità navali, collegando la città vecchia alla nuova. Dalle colonne del Tempio Dorico del IV secolo a.C. si scorge la mole dell’imponente castello. Il commercio del pescato tarantino si svolge nella Marina che si affaccia sul Mar Piccolo. Nella città nuova, a forma di vela bianca, si staglia la Co-Cattedrale Gran Madre di Dio (1970), progettata da Giò Ponti; di struttura moderna e con una chiara simbologia marina, è davvero un vanto di Taranto.

Taranto, mitilicoltura tarantina DOC

Taranto Allevamento mitili
Allevamento mitili

Le celebri “creature” del Mar Piccolo, coltivate a Taranto  in uno dei più vasti allevamenti del sud Italia, sono ritenute fra le più appetibili. Qui la coltura dei mitili coinvolge circa 800 addetti e si aggira sui 300 mila quintali annui lordi. Una volta calate nei fondali dopo essere state adagiate su fascine di lentisco, le larve dei molluschi vengono accostate alle “citri”; le benefiche correnti sorgive di acqua dolce che sgorgano a 60 metri di profondità, in entrambi i mari.
I mitili giallo chiaro (maschio) o rosso mattone (femmina) trovano nei mari di Taranto un habitat ideale ricco di plancton che conferisce loro qualità pregiata.

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La “tarantina” (cozza) risulta essere la migliore perché gode di un “rilassamento” durante la crescita e assume proprietà particolari per la presenza di acqua dolce e per la contemporanea assenza di correnti sottomarine. Le cozze spezzine, anch’esse rinomate, vengono allevate con gli stessi semi di quelle tarantine ma si sviluppano in condizioni di mare e di correnti assai diverse. Traino dell’economia i mitili assumeranno maggior prestigio con la certificazione di filiera e di qualità, da tempo richiesta.

Le Masserie della costa jonica

Taranto Casa Isabelladi Mottola Il parco
Casa Isabella di Mottola, il parco

Molte vecchie masserie, da Pulsano lungo tutto il litorale jonico, vengono oggi trasformate in strutture turistiche. La costa è ricca di testimonianze storiche, artistiche e religiose che si alternano a insediamenti rurali unici e tipici. Trasformati in “buen retiro”, i grandi complessi agrari ristrutturati, rievocano il lavoro dei contadini e la vita tranquilla e di “diletto” dei nobili. Dominano nella vasta campagna con coniche strutture o con costruzioni squadrate fortificate, disseminate fra viti e ulivi. Casa Isabella di Mottola va menzionata perché qui, nel segno dei fiori di zucca, è in atto il rinascimento eno-gastronomico tarantino.

Lo chef Nicola Morea ha il suo regno nella villa patrizia restaurata, con camere da letto grandissime, grandi saloni e piccole sale. I vecchi granai e gli stallazzi sono oggi il luogo di incontro per nuovi stili di cibo e di vino della nota Accademia dei Racemi. Caratteristico il menu ai fiori di zucca, con ricotta e mentuccia insaporite con salsa di cipolla rossa e calamaro farcito con i gialli fiori, accostamento assolutamente ricercato e gustoso. Invece l’antica Masseria “Tenuta Dell’Aquila” nei pressi di Laterza, gestita dalla terza generazione di una stessa famiglia, dispone di un vasto e suggestivo parco.

La Gravina laertina

Taranto Gravina di Laterza
Gravina di Laterza

Laterza s’inserisce in un “comprensorio rupestre” che interessa tutto l’arco jonico pugliese di tradizione messapica; da Matera ad Altamura, Ginosa, Mottola, Massafra e Crispiano. L’attrazione più naturale di Laterza, la gravina, è un’ampia fenditura del terreno misura circa 200 metri di profondità e oltre 300 metri di ampiezza. È uno dei più grandi canyons d’Europa, dovuto a uno spettacolare fenomeno carsico determinato dallo scorrimento di un corso d’acqua su una frattura del gradino murgiano.

Tutti i solchi o “lame” convergono in una vallata principale che convoglia a sua volta nella profonda e rocciosa Gravina. La roccia laertina è formata da calcareniti; i cavernosi forami della pietra hanno rappresentato per millenni le dimore dell’uomo preistorico e la frequentazione, in verità, si è protratta fino all’età moderna. Info: Pro Loco di Laterza 099/821.6122.

La Maiolica di Laterza

Maiolica
Maiolica

Un’altra peculiarità laertina è la ceramica artistica. La manifattura laertina con decori di pregio era molto nota in passato. Costituiva nel XVII secolo uno dei centri di produzione più importanti e prestigiosi, sia nel sud Italia che a livello nazionale. Dai raffinati e delicati decori in turchino dei piatti da parata seicenteschi con raffigurazione mitologiche, agli Albarelli (albarello vaso usato dagli speziali), alle mattonelle e agli oggetti di vita quotidiana.

La cittadina vanta un rilevante patrimonio culturale documentato dalla presenza di manufatti in alcuni tra i più importanti musei europei quali il Victoria and Albert Museum di Londra, il Kunstgeverbemuseum di Berlino e il Museo Debouchè di Limoges, oltre a quelli nazionali del Castello Sforzesco di Milano, del Museo Civico di Torino e di quello Internazionale delle Ceramiche di Faenza. I temi e le forme della tradizione tecnologica e artistica sono stati ripresi da laboratori, recuperando le antiche fornaci.

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Leporano e il suo “pittore”

Taranto Parco Archeologico Saturo-Villa Romana
Parco Archeologico Saturo-Villa Romana

Uno dei siti più antichi e suggestivi della riviera jonica, si snoda attraverso scavi che vanno dal neolitico avanzato alla civiltà magno-greca e romana. Sul promontorio in località Saturo, rinomato centro di cultura che fece da tramite tra la terra di Satyrion (nome derivante dalla dea locale amata da Poseidone, dal cui amore sarebbe nato Taras, fondatore di Taranto) e la Roma dell’ultima repubblica e l’inizio del primo impero, si estendono gli scavi archeologici di una Villa Romana, che si apre verso il mare, presentando le stesse caratteristiche delle ville campane. Il mare limpido, immortalato da Remo Brindisi nel dipinto “Leporano Mare Smeraldo”, veniva frequentato dagli antichi romani. Un pavimento musivo a scacchiera di color rosso e bianco e un secondo composto a trecce con circoli e triangoli, continuano a sfidare il tempo.

La villa romana, molto ampia, era suddivisa in ambienti residenziali e termali. Leporano vanta anche testimonianze medievali e rinascimentali: il Castello Muscettola d’epoca aragonese (XV secolo), ubicato sul punto più alto del centro storico ne è un mirabile esempio. Anche Torre Satùro rientra tra le vecchie costruzioni difensive costiere erette dal Viceré. Si trova sul promontorio che divide Porto Pirrone da Porto Satùro, a ridosso della Villa Romana e del Parco Archeologico.

Il “primitivo” di Manduria

 Primitivo di Manduria (foto del Consorzioa tutela del vino)
Primitivo di Manduria (foto del Consorzioa tutela del vino)

La cultura di un popolo si manifesta anche nel vissuto storico-economico e produttivo. Le ricchezze gastronomiche puntano a valorizzare le differenti cucine regionali. L’ “Oro Verde” ad esempio, di eccelse qualità organolettiche, è il vanto di questa terra e gli inebrianti profumi della macchia mediterranea e della fiorente agricoltura conquistano i visitatori. Un paesaggio rurale, quello tarantino, che esprime una vocazione vitivinicola millenaria. Protagonista una denominazione storica, il Primitivo di Manduria, che racchiude il meglio dei grandi vini.

Il Primitivo proviene da un antico vitigno autoctono le cui uve maturano già alla fine di agosto sotto il caldo sole mediterraneo, accarezzate dalle brezze joniche. Corposo, ad alta gradazione, dai mille profumi è prodotto in diverse varietà. Il secco di 14° è il più richiesto. Robusto e violaceo ha un sapore rotondo e intenso. La “Strada dei vini Doc Primitivo di Manduria e Lizzano” si snoda nell’entroterra (San Giorgio Jonico, Carotino, Pulsano, Leporano, S. Marzano, Sava ecc.) E’ una parte del sud con potenzialità e risorse ancora inespresse e tutte da esplorare. Un territorio di alto profilo turistico dove l’accoglienza e la leggendaria ospitalità dei pugliesi, costituisce il plusvalore.

Gastronomia marina

“tiella” di riso e cozze al forno
“tiella” di riso e cozze al forno

Grande prodotto gastronomico la cozza di Taranto, che valorizza la fiorente mitilicoltura tarantina. Un progetto sinergico coinvolge chef e gastronauti nazionali di prestigio in una competizione e alla sua seconda edizione: il Festival italiano della cucina con la cozza tarantina. Protagoniste di un concorso-vetrina gastronomico di sette mesi (dal prossimo novembre all’aprile 2004) presso l’Istituto Alberghiero di Marina di Leporano, le cozze animeranno una kermesse senza precedenti organizzata dal Centro di Cultura Renoir.

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Gli chef, d’altro canto, si rivelano dei veri “ambasciatori” della buona tavola, in grado di sperimentare accostamenti innovativi con elementi di terra come i fiori di zucca, i funghi, i porri o altre verdure. Gli estimatori della cozza allevata nel Mar Jonio (piccola, piena e saporita) le riconoscono un gusto inconfondibile e un alto valore nutrizionale e proteico. Quanto ai cucinarla, dai più semplici a quelli più sofisticati con ingredienti base o con variazioni sul tema, non c’è che da sbizzarrirsi. Nel Mar Piccolo si può assaporare la tradizionale cucina a base di frutti di mare come la “tiella” di riso e cozze al forno, i cavatelli con le cozze gratinate, ripiene, fritte ecc.

L’arte “bianca” di Laterza

 Pane di Laterza( ConsorzioPaneDiLaterza)
Il Pane di Laterza

Tra le splendide realtà collinari del tarantino, Laterza, cittadina sulla Gravina omonima nella Murgia tarantina, è terra di antichi forni per la cottura di una pane assai tipico. Dispone dei migliori forni a legna alimentati da fascine d’ulivo. Una lavorazione rigorosamente manuale e uno speciale lievito madre assicurano una pagnotta rotonda di circa di due chili, già deliziosa al solo olfatto. Dopo una lenta crescita e una cottura di circa quattro ore nel forno, le pagnotte profumate si possono conservare fino a dieci giorni. Lo assicurano gli specialisti del Consorzio Panificatori di Laterza. I sentori dei legni aromatici e d’ulivo mandorlato offrono una degustazione delicata di un prodotto unico. Irrorata d’olio extra vergine e con pomodori freschi e aromi aromatici, la bruschetta, oppure la fetta larga del pane di Laterza rimangono inconfondibili, specie se consumate sul posto.

I piccoli segreti della preparazione e della cottura sono tutelati dal Marchio Collettivo di Qualità (MCQ). Friselle, focacce farcite e taralli all’aroma di finocchio, pepe, semi di anice, fanno da gustoso corollario. Caratteristiche poi le numerose macellerie-rosticcerie (circa quaranta) dove si gusta la carne arrosto laertina, l’agnello o il capretto infilati allo spiedo e accompagnati da grosse cipolle, oltre ai fegatini e ai salsicciotti.

Puglia per le vacanze

L’offerta turistica punta decisamente su una stagione “lunga” un anno, per il notevole patrimonio di risorse artistico-culturali presenti nel territorio. Dalle Strade dell’Olio e del Vino, agli itinerari azzurri, alle escursioni a bordo di velieri d’epoca, dai circuiti dei castelli Federiciani fino ai due Mari, ai soggiorni in masseria, dal bed and breakfast alle prime forme di albergo diffuso o di borgo-hotel nei trulli di Alberobello, della Valle d’Itria, a Martina Franca o scendendo fino alla Terra di Leuca, alla riscoperta di una ruralità intesa come dimensione di vita più semplice.

Ma fiore all’occhiello sono i grandi alberghi di charme o masserie ristrutturate (cinque stelle). Nel territorio pugliese ci sono 718 alberghi con circa 55.000 posti letto, 186 aziende turistiche per 5.740 posti letto, 225 campeggi e villaggi con una ricettività pari a 120.000 presenze e 153 case e appartamenti per vacanze pari a 11.347 posti letto. Da consultare: Traveller Mare di Puglia vol. 1° e Terra di Puglia volume 2°.

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