Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Ars Olympica

Chi viene, si convincerà. Come dice lo spot della Fiat, “la musica è cambiata”; non solo l’atmosfera, il modo di percepire le cose. Niente “bôgianen” (peraltro leggenda) ma “on the move” (forse altra leggenda) che è il suo esatto contrario

Torino nella luce

Piccoli spiriti blu (Foto: turismo torino)
Piccoli spiriti blu (Foto: turismo torino)

Vedranno, i visitatori, “spiritelli viola” volare sul Monte dei Cappuccini (‘Piccoli spiriti blu’, Rebecca Horn); numeri di neon rosso arrampicarsi sulla cupola della Mole (‘Volo dei numeri’, Mario Merz); un tappeto di quadretti colorati fare da tetto alla piazza Palazzo di Città (‘Tappeto volante’, Daniel Buren); la frase “Amare le differenze” nelle lingue del Mediterraneo sulla Tettoia dell’Orologio (Porta Palazzo, Michelangelo Pistoletto); una gru “real size” illuminata, pronta a sollevare parallelepipedi di luce (corso Regina Margherita, ‘Lucedotto’, Richi Ferrero).
E tante altre installazioni  che disegnano un percorso d’arte luminosa in centro e in periferia. Una città che usa la luce in modo “impressionistico”. (Luci d’Artista olimpiche, installazioni di Rebecca Horn, Mario Merz, Jenny Holzer, Nicola De Maria, Richi Ferrero, Francesco Casorati, Joseph Kosuth; fino al 19 marzo).

Elogio del “gigantismo”

Sindrome di Pantagruel, Takashi Muratami
Sindrome di Pantagruel, Takashi Muratami

Chi passa per piazza Vittorio (e ci passa, c’è il “main Olympic store”) trova ManifesTo, una galleria all’aperto, sotto i portici. Grandi immagini di cento artisti a “incendiare” una delle più belle piazze cittadine, in particolare con le opere di Shirin Neshat, Alejandro Kokocinski, Nan Goldin, Piero Gilardi.
Poi c’è la nuova T-Torino Triennale Tremusei (La sindrome di Pantagruel, GAM, Fondazione Sandretto, Fondazione Merz, Museo Arte Contemporanea, Casa Conte Verde e chiesa Santa Croce di Rivoli, fino al 19 marzo) a cura di Francesco Bonami e Carolyn Christov-Bakargiev, una sezione dedicata ad artisti emergenti di tutto il mondo e una a due giovani affermati, Doris Salcedo e Takashi Muratami.
La mostra analizza la nostra epoca di “gigantismo” attraverso opere pittoriche, scultoree, fotografiche, video, installazioni, performance, workshop, progetti web.

Olimpiadi della Cultura

Il programma così titolato è davvero vasto. Un modo per dire che non di solo sport si vive o, meglio, che i giochi fatti in una metropoli offrono anche una ricchezza impensabile in un piccolo centro di montagna. Ecco una selezione ragionata degli eventi.

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