Martedì 21 Maggio 2024 - Anno XXII

Ucodep: per un mondo a dimensione umana

I “conti” chiari e attivi di un’associazione riconosciuta come Organizzazione non Governativa (ONG) dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Unione Europea. Una storia solidale lunga 35 anni

Ucodep: per un mondo a dimensione umana

La società moderna è letteralmente “bombardata” da messaggi d’ogni tipo.
Quelli che arrivano dalla carta stampata, televisione, radio, internet; tutti i “fatti” che avvengono in ogni angolo remoto del pianeta sono di dominio pubblico pressoché in tempo reale. E qui siamo nel campo delle “notizie” di ogni giorno, che trattano degli avvenimenti lieti o tristi (specie i secondi) che ci angustiano e fanno scattare in noi il desiderio di “fare qualcosa” per alleviarli.
A questo punto c’è qualcuno che ci ricorda, dalle pagine dei giornali, per mezzo della televisione, che il loro organismo, la loro struttura, è nata per questo. Perché non prendere contatto, dunque, per arrivare a sentirsi parte integrante di questo enorme “tsunami” di solidarietà che avvolge il mondo?
Dal mare della pubblicità consumistica, base portante per la sopravvivenza dei media, arrivano allora “anche” le richieste di sponsorizzazioni, gli inviti a contribuire alle grandi catene della raccolta fondi perché tutto ciò si realizzi; si viene a conoscenza del fatto che esistono migliaia di enti creati apposta per distribuire il denaro raccolto a beneficio di terze persone più sfortunate di noi.  
Ammettiamolo. Il disinteresse, se non addirittura l’idea (egoistica) che i propri soldi “vadano a finir male”, non di rado frena le buone intenzioni dei singoli. Ciò è inoltre dovuto al fatto che tali dubbi vengono alimentati dalla scarsa conoscenza dei problemi esistenti oltre ché dalle rare azioni non propriamente caritatevoli di chi ha deciso di creare associazioni a fin di bene. Quante volte si sente dire, anche a voce alta: “vorrei fare di più,
ma non a scatola chiusa; avessi almeno la certezza che è denaro speso bene; potessi dare un’occhiata ai “conti” di chi amministra queste cifre…”.

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Bilancio da “Oscar”

Ucodep: per un mondo a dimensione umana

Senza alcun dubbio saranno centinaia gli organismi che presentano bilanci veritieri e controllabili, dato che amministrano denaro della collettività; ci sono però “conti” più trasparenti di altri; ci sono bilanci che hanno ricevuto addirittura un “Oscar” ufficiale.
E’ quello organizzato e promosso dalla Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) che il 29 novembre scorso, nella prestigiosa sede della Borsa Italiana di piazza Affari a Milano, ha così motivato l’Oscar di Bilancio 2006 a Ucodep: “
“Il bilancio sociale è sorretto da un impianto metodologico che non ha pari nel non profit per chiarezza e rigore e che riesce ad offrire un eccellente esempio di rendicontazione di sostenibilità. Rendicontazione sociale ed economica raggiungono un ottimo livello di integrazione; inoltre, l’accurata riclassificazione di entrate e uscite offre un quadro di massima trasparenza su fonti di entrate e destinazione dei ricavi”.
La Onlus di Arezzo era una piccolissima realtà a confronto degli altri premiati: Fondiaria Sai per le assicurazioni; Monte dei Paschi fra le banche; Monnalisa (anch’essa di Arezzo!) fra le piccole imprese; la Banca Popolare di Puglia e Basilicata per le organizzazioni centrali e territoriali delle Amministrazioni Pubbliche; la Fiat per le grandi imprese; l’Indesit per la Governance Societaria. Gli altri finalisti fra le “non profit” rispondevano ai nomi di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Fondazione Vodafone Italia e Forum Solidarietà Centro Servizi Volontariato di Parma.

Piccola “storia” di Ucodep

Ucodep: per un mondo a dimensione umana

L’acronimo sta per “Unità e Cooperazione per lo Sviluppo dei Popoli”; Ucodep è un’organizzazione Onlus, autonoma, pluralista e democratica.
Parte dall’esperienza di U.CO.JU.CO. (Unione dei Comitati di Gemellaggio e Cooperazione) una rete di comitati locali nata in Francia nel 1972 su impulso dell’Abbé Pierre, per sostenere le popolazioni del Bangladesh reduci dalla guerra del 1971. Il coordinamento, che successivamente prende il nome di U.Co.De.P. (Unione dei Comitati di gemellaggio e cooperazione per lo Sviluppo dei Popoli) si allarga presto anche in Italia, coinvolgendo una quindicina di comitati. Tra questi, anche il Collegamento Terzo Mondo-U.Co.De.P., comitato aretino costituitosi attorno alla parrocchia della SS. Annunziata, che instaura collaborazioni con il Bangladesh, il Burkina Faso (ex Alto Volta) e il Brasile.
Sul finire degli anni Settanta, scioltosi il coordinamento a livello nazionale, il gruppo di Arezzo ne mantiene il nome e lo statuto e nel 1986, insieme ad altre associazioni, costituisce, in accordo con Comune e Biblioteca di Arezzo, il “Centro di Documentazione Sviluppo, diritti, pace”, per sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare le scuole sui temi che gli sono cari.
Al febbraio del 1990 risale la costituzione di U.Co.De.P., Unity and Cooperation for Development of Peoples (Unità e Cooperazione per lo Sviluppo dei Popoli) che fissa la sua sede in Arezzo. Dalle prime azioni operative, unitamente alla Caritas di Arezzo (costituzione nel 1997 di una “mensa sociale” per offrire pasti a immigrati e persone in difficoltà: oltre ventimila pasti all’anno) Ucodep riprende l’attività di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica, che coincide con la campagna di solidarietà con i popoli indigeni in occasione dei 500 anni dalla scoperta dell’America.
Negli anni che seguono partecipa a varie iniziative nazionali e internazionali di sensibilizzazione, tra le quali le campagne di boicottaggio di alcuni prodotti, quelle in difesa dei diritti umani, per la messa al bando delle mine antiuomo e la campagna
“Sdebitarsi” per la cancellazione del debito dei Paesi in via di sviluppo.

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