Domenica 19 Maggio 2024 - Anno XXII

Alla FITUR di Madrid, più Stand ma meno “Jamon de Pata Negra”!

Fitur, ogni anno un passo avantiCome sempre a fine gennaio, eccomi pertanto a trovare la mia amata, a dimostrazione di una quasi ormai perenne fedeltà che l’anno scorso l’Ifema premiò financo con l’ospitalità in un sciccoso hotel; quest’anno invece nisba e così son tornato nel mio tranquillo 3 stelle con “vista putas”, datosi che nella storica Calle Montera i negozianti ci han provato una vita a fare guerra e sradicare le corpivendole dai marciapiedi, ma invano; con il risultato che adesso passeggi zigzagando tra nugoli di colleghe delle bolognesi “busòne”, in una strada lardellata di botteghe chiuse; ha vinto il … Leggi tutto

Fitur, ogni anno un passo avanti

Alla FITUR di Madrid, più Stand ma meno “Jamon de Pata Negra”!

Come sempre a fine gennaio, eccomi pertanto a trovare la mia amata, a dimostrazione di una quasi ormai perenne fedeltà che l’anno scorso l’Ifema premiò financo con l’ospitalità in un sciccoso hotel; quest’anno invece nisba e così son tornato nel mio tranquillo 3 stelle con “vista putas”, datosi che nella storica Calle Montera i negozianti ci han provato una vita a fare guerra e sradicare le corpivendole dai marciapiedi, ma invano; con il risultato che adesso passeggi zigzagando tra nugoli di colleghe delle bolognesi “busòne”, in una strada lardellata di botteghe chiuse; ha vinto il vizio e la mercuriale virtù del commercio se l’è ritrovato il quel posto. (succede anche a Milano, in Viale Abruzzi).
La Fitur 2008? Beh, niente male quanto a Business, visto che ai soliti dieci  padiglioni (ben disposti e pure riparati, anche stavolta nemmeno un raffreddore) ne ha aggiunti ben due, entrambi dedicati ad alberghi e Turismo Rural, prova di un sempre crescente e pimpante boom del turismo ricettivo spagnolo.
Il 2007 si è infatti chiuso con un 2,2% di aumento sul già enorme numero di visitatori a sud dei Pirenei registrato nell’anno precedente: e brava la Spagna (che non so se ha fatto molta fatica a raggiungere questo invidiabilissimo primato mondiale, a ogni buon conto – e risparmiando energie –  le sarebbe bastato fare il contrario di quel che nello Stivale perpetrano i sedicenti esperti del nostrano italico turismo).

Fitur egemone nell’America latina

Pata negra
Pata negra

Una Fitur che partendo da Cenerentola ventotto anni fa, affrontando rischi di polmonite ed agguerriti concorrenti (vedi la milanese Bit, antan unica manifestazione fieristica, adesso convivente con 5-Fiere del Turismo-5 che si svolgono nello Stivale in un breve lasso di tempo) è arrivata a ruota o quantomeno a non avere nulla da invidiare alle ben più famose e potenti Rassegne del Turismo di Berlino e Londra. Dettaglio molto importante della Fitur, la sua specificità e supremazia per quanto attiene il Turismo dell’America Latina, un “bestiùn” di un mercato (tra Centro e Sud America, O Maravilhoso Brazil compreso) abitato da qualcosa come seicento milioni di persone e ricco di  destinazioni “che più turistiche non si può” (un’area geografica in cui lo spagnolo è parlato da quattrocento milioni di individui.  
Tutto ok, quindi, alla Fitur o per dirla militarmente alla spagnola “Sin novedad”. Salvo un dramma per me sufficientemente grave. Sarà per una certa arietta di crisi economica internazionale, sarà perché il “Jamòn de Pata Negra” (beninteso quello de Bellota, ghianda, assolutamente l’unica alimentazione del ‘porsèo’) ormai gira sui 150 euro al kilo (o giù di lì, madonna quant’è caro!) fatto sta che di ‘sto Divino Mangiare negli stand ne girava ormai poco o punto (un tempo non c’era espositore spagnolo che non esibisse la cara zampa del suino-iberico e liturgicamente la affettasse pro-visitatore con dosati colpi di coltello).
Per scipparne qualche “lonja” (fetta) ho dovuto a lungo prostituirmi, accampando chissà quali meriti per certo non posseduti, dagli amici dell’Extremadura e di Guijielo. A loro un sentito, palatal-riconoscente “Muchas Gracias”.

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