Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Nella “Campania Felix” di Caserta, Benevento e Avellino

Borboni illuminati per la Reggia e San Leucio Belvedere di San Leucio Chi poi ha a cuore le vicende storiche della Spagna, prova pure una sorta di affetto verso la reggia casertana perché sorse per volontà di un grande re (per certo il migliore dei Borboni) Carlos III, che nel 1759 dovette lasciare il regno di Napoli e Sicilia (e forse sarebbe cambiata la storia del sud Italia se non dell’intero Belpaese se il figlio di Filippo V ed Elisabetta Farnese fosse rimasto a Napoli) perché divenuto re di Spagna. Giunto a Madrid l’intelligente monarca ordinò la costruzione di tante … Leggi tutto

Borboni illuminati per la Reggia e San Leucio

Belvedere di San Leucio
Belvedere di San Leucio

Chi poi ha a cuore le vicende storiche della Spagna, prova pure una sorta di affetto verso la reggia casertana perché sorse per volontà di un grande re (per certo il migliore dei Borboni) Carlos III, che nel 1759 dovette lasciare il regno di Napoli e Sicilia (e forse sarebbe cambiata la storia del sud Italia se non dell’intero Belpaese se il figlio di Filippo V ed Elisabetta Farnese fosse rimasto a Napoli) perché divenuto re di Spagna. Giunto a Madrid l’intelligente monarca ordinò la costruzione di tante opere pubbliche e monumenti da essere definito (e tuttora ricordato con affetto) “sindaco” e “architetto” della capitale spagnola.
Assai meno sagace di Carlos III, suo figlio, Ferdinando IV, non brillò per acume e laboriosità (a parziale giustificazione si potrebbe commentare che con quel ben di dio racchiuso nella reggia casertana la voglia di lavorare poteva scappare con facilità) ma quantomeno ebbe la fortuna o la capacità di circondarsi di ministri in possesso di buone conoscenze del contemporaneo Illuminismo. Tra i più noti consiglieri di Ferdinando IV eccellono il Tanucci, suggeritore delle Seterie Reali (o Real Colonia) di San Leucio, e il celebre Filangieri che ispirò le leggi e le regole di questa sorta di esperimento sociale (un comunismo utopico ante litteram) che solo il secolo dei Lumi poteva contemplare. San Leucio, pertanto, è qualcosa di più che una appendice della sottostante reggia vanvitelliana.

Caserta Vecchia e dintorni: la “storia” è di casa

Santa Maria Capua Vetere, anfiteatro
Santa Maria Capua Vetere, anfiteatro

In una classica programmazione turistica delle tre province composta da storia, natura e piaceri del palato, Caserta lascia spazio ad Avellino e Benevento, quanto a paesaggi ed eno-gastronomia, insistendo nell’offerta di monumenti e cultura. Appollaiata su un monte sovrastante la reggia, Caserta Vecchia propone i resti di un castello risalente a Federico II e un Duomo dalla composita facciata di puro romanico. Ulteriore vanto di Caserta, ormai alla XXXVIII edizione, nella prima settimana di settembre il Festival “SettembreAlBorgo” si segnala per spettacoli teatrali e musicali sempre curiosi e mai banali, proposti nel castello svevo e nella medioevale piazza dell’antico abitato, un tempo Casa Irta, in salita, da cui la Caserta poi costruita intorno alla reggia.
Poco distante da Caserta, in una fitta rete di località dai nomi arrecanti confusione per l’accavallarsi di tante vicende storiche, a Santa Maria Capua Vetere (da non confondere con Capua, sorta dopo la distruzione della Vecchia ad opera dei Saraceni) va ammirato un pregevole anfiteatro dotato di un curioso Museo del Gladiatore.
Ma è il caso di non tediare oltre il cortese lettore, e si allevia la sua stanchezza per overdose di storia e monumenti con la garanzia che la prossima – e ultima – puntata del racconto sulle tre sullodate province, tratterà pressoché interamente aspetti naturali ed eno-gastronomici (e dagli! della Cucina!) della Campania Felix.
(prima parte, segue)

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