Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Turismo: caccia allo “scoop” di fine anno

Si avvicina l’inverno e i soliti “esperti di turismo” bofonchiano il solito: “per Capodanno tutto esaurito”? Sono partite le prime inchieste

20 novembre – Antàn, in quel di Novara, all’apparire delle prime nebbioline, un signore di mestiere ombrellaio esponeva in vetrina un cartello annunziante: “È arrivato l’autunno, gli uccelli emigrano, il pittor cambia il pennello, e la donna cosa fa? cambia il manico all’ombrello”. E così tutti i cittadini novaresi (il negozio del mancato poeta era ubicato sulla trafficatissima strada dello struscio tardo pomeridiano) grazie alla preziosa informazione venivano a sapere che era arrivata la stagione che anticipa la fine dell’anno.

Anzitutto, viaggiare “informati”…

Turismo: caccia allo “scoop” di fine anno

Più estesamente, nel Belpaese, se si parla di Turismo, l’approssimarsi del nuovo anno è notificato da commenti, resoconti, anticipazioni sulle vicende viaggiatorie invernali, dopo gli estivi trionfi di mercato conclamati dai facenti viaggiare (che, non si sa però perché, d’estate sono andati così bene ma così bene da dover lasciare a casa un montone di gente subito dopo finita la stagione).
E a trattare gli “Immancabili, Luminosi Trionfi del Turismo Avvenire” (leggasi invernale) ha cominciato il Corriere, con la solita redattrice (abitualmente “specializzata” nella cronaca cittadina e coautrice di scoop sulla refezione scolastica o sull’uso dei pannoloni nei circoli per anziani) che si è scatenata nell’inchiesta sui “Viaggi a Capodanno”. E cos’ha fatto? Un “colpo” alla grande, roba da Pulitzer!

Scoop a “breve raggio”

Turismo: caccia allo “scoop” di fine anno

Ha infatti scelto 2 grandi fonti di notizie turistiche 2, come segue. Prima di tutto ha telefonato all’agenzia dove sua cugina ha comprato un Low Cost a Sciarmelscèic e ha chiesto “come andava il Capodanno” sentendosi dire “non c’è più posto” (ma forse solo perché, due minuti prima, non aveva avuto disponibilità per un cliente panettiere, pane a sette euro il chilo, che voleva portare la sua “sciura” alle Maldive). Dopodiché (epigona del giornalismo anglosassone che impone di andare a raccattare la notizia “on the spot”, sul posto, alias: fare andare le chiappe) la redattrice del Corsera ha (pure) preso su ed è andata a informarsi nell’agenzia “sottocasa” (o “sottoredazione” o “girato l’angolo” e poco cambia). E qui (momento finale della grande, profonda inchiesta, dalla campionatura a dir poco infinita) le è stato detto che “per Capodanno è tutto esaurito” (vedi sopra il perché. Ma forse stavolta a chiedere – senza successo – di andare ai Tropici era stato un pastaio, farina diminuita di costo ma tagliatelle fresche ancora a diciotto euro il chilo).

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