Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Da giusto due secoli e mezzo la fabbrica di St. James Gate a Dublino produce la Stout più famosa del mondo. Una visita è d’obbligo

Guinness In questo manifesto pubblicitario di John Gilroy della metà del '900, la Stout di St James Gate è già famosa in tutto il mondo. Ma la sua storia parte da lontano, dal 1759
In questo manifesto pubblicitario di John Gilroy della metà del ‘900, la Stout di St James Gate è già famosa in tutto il mondo. Ma la sua storia parte da lontano, dal 1759

Era l’anno 1759, cioè esattamente 250 anni fa… Il trentaquattrenne signor Arthur Guinness di Dublino decise di investire il suo patrimonio nell’affitto di un quasi secolare birrificio in St. James Gate per produrre la bevanda tanto amata dagli irlandesi (e non solo…). A quei tempi Dublino pullulava di birrifici e aprirne un altro, sembrava un’impresa da folli. Evidentemente il nostro Arthur era piuttosto “self confident”, come direbbero da quelle parti, cioè sicuro di sé perché non solo affittò la fabbrica ma il contratto di locazione sarebbe durato 9.000 anni con un canone annuo di 45 sterline! Di certo non ci sarò a raccontarvi come andranno le trattative per il rinnovo di questo accordo, però gli affari andarono piuttosto bene. Iniziò quasi subito la produzione della Porter, una birra scura a base di orzo tostato, l’antenata dell’odierna Guinness, che viene esportata dapprima in Inghilterra poi nel resto del mondo con una variante con una maggior quantità di luppolo che, oltre a essere l’erba che dona alla birra il sapore amarognolo è un conservante naturale. Il grosso boom è nel XIX Secolo quando nasce e viene stabilita la ricetta della Guinness Extra Superior Porter, che diventerà oggi la Guinness Exra Stout. La Stout è la birra scura, a volte amara, tipica irlandese fatta generalmente con orzo e diversi tipi di malti. È conosciuta anche come “dry Stout” (secca), il gusto tipico può essere in parte dovuto all’acqua di Dublino, ricca di cloruri che rendono la bevanda più corposa e adatta alla produzione delle birre scure. La dry ha un sapore amaro, con forti toni di tostato e torrefatto con un’acidità fruttata.

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L’apoteosi del birrificio. Una città nella città

Guinness Ai primi del '900 il birrificio produceva più di 1,2 milioni di barili all'anno. Questa immagine d'epoca ritrae una delle fasi di lavorazione
Ai primi del ‘900 il birrificio produceva più di 1,2 milioni di barili all’anno. Questa immagine d’epoca ritrae una delle fasi di lavorazione

A cavallo tra il XIX e il XX secolo la Guinness era il birrificio più grande del mondo con oltre 1,2 milioni di barili prodotti ogni anno. La famiglia aveva donato alla città notabili, sindaci e benefattori e la fabbrica di St James Gate Storehouse, l’impianto dove fermenta la birra, dal termine tecnico “ era una vera e propria città di 242.000 metri quadrati, con tanto di impianto ferroviario, stazione dei pompieri e centrale elettrica. Oltre il 3% degli abitanti della città dipendeva economicamente dalla fabbrica e i lavoratori avevano tutta una serie di benefici, dall’alloggio all’assistenza medica, alla pensione. Proprio in quegli anni, tra il 1902 e il 1904 viene costruita in luogo la to Store” che significa aggiungere il lievito. A suo modo è un capolavoro di architettura, perché è il primo esempio nelle Isole Britanniche di edificio a più piani costruito secondo la cosiddetta Scuola di Chicago, cioè con l’elemento portante costituito da un’ossatura di travi in acciaio. Per la cronaca non fu facile trovare un impianto siderurgico in grado di accettare un’ordinazione di 3.600 tonnellate, si dovette andare fino in Scozia. Notevole è anche la facciata dove spiccano numerosi bovindi a scopo puramente decorativo. Per 88 anni l’edificio ha svolto onorevolmente il suo compito, finché, diventato obsoleto, tecnologicamente parlando, è stato dimesso per una diecina d’anni, giusto il tempo per elaborare il Progetto Jupiter da 38 milioni di euro, che lo avrebbe trasformato completamente.

Nel tempio votato al culto della Guinness

Guinness Il grande atrio di vetro a forma di pinta all'interno del Guinness Visitor Center
Il grande atrio di vetro a forma di pinta all’interno del Guinness Visitor Center

In tre anni, dal 1997 al 2000, oltre duemila persone hanno lavorato alacremente per creare il Guinness Visitors Centre, il centro visite della Storehouse. Il cuore del centro è il grande atrio in vetro a forma della famosa pinta di Guinness. Le sue dimensioni sono tali da poterne contenere 14,3 milioni di pinte vere, cioè 6,7 milioni di litri. Una bevuta colossale! Attorno a questa megapinta si snodano i sette piani dell’edificio. Ogni livello spiega con oggetti, filmati e cartelloni una determinata fase di lavorazione o la storia della Guinness. Al piano terreno vengono presentati i quattro ingredienti principali che costituiscono la bevanda: acqua, lievito, orzo e luppolo, inoltre c’è la Hall of Fame dedicata ai grandi mastri birrai da Arthur Guinness a Fergal Murray, l’attuale responsabile di produzione. Per preparare la birra così come viene spillata in Temple Bar o negli altri pub dublinesi ci vogliono 10 giorni e diversi procedimenti. Questi sono raccontati al primo piano dove c’è anche il laboratorio di degustazione nel quale puntualmente alle 10 di ogni mattina i degustatori specializzati assaggiano ogni singolo lotto di produzione.

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Una pinta sopra il cielo di Dublino

Guinness Il "Gravity Bar" dove sorseggiare una pinta con lo sguardo sulla città
Il “Gravity Bar” dove sorseggiare una pinta con lo sguardo sulla città

Si può assistere a questa fase delicatissima prendendovi parte e assaggiando ogni varietà di Guinness, la Draught, la Foreign Extra Stout e l’Extra. Si sale così di piano in piano fino al quinto dove c’è l’appuntamento con la gastronomia, al Brewery Bar si possono assaggiare i piatti tipici irlandesi preparati a base di Guinness, come il manzo alla birra o il Guinness Bread, un pane scuro e molto saporito preparato con la Guinness, mentre al Source Bar si può imparare a spillare la pinta perfetta. Sul piano c’è anche la sezione dedicata alle varie campagne pubblicitarie con i personaggi creati da John Gilroy, l’artista che ha ideato l’immagine della Guinness per oltre tre decenni, dagli anni ‘30 agli anni ’60. Il culmine della visita è al settimo piano. Quale fosse il Settimo Cielo dantesco si arriva al Gravity Bar: più o meno a 46 metri sopra Dublino c’è questa sala circolare con in mezzo un bancone dove viene offerta una pinta da degustare seduti in una poltrona davanti alla grande vetrata che domina a 360° tutta la città.

Un anno di feste

Guinness Il "Guinness Bread", il pane scuro preparato con la birra
Il “Guinness Bread”, il pane scuro preparato con la birra

Per tutto il 2009, in occasione dei 250 anni di Guinness, un piano della Guinness Storehouse è dedicato all’anniversario con la 250 Exhibition, una nuova mostra storica sul marchio. Inoltre è possibile fare un tour, lo “Stout Story” per partecipare a un’esclusiva sessione di degustazione che va prenotata in anticipo scrivendo a un apposito indirizzo.
Conviene prenotare i biglietti online, perché si ha lo sconto del 10% sul prezzo del biglietto (14 euro) e, calcolando che in pochissimo tempo è diventata l’attrazione turistica più visitata d’Irlanda con oltre 6 milioni di visitatori (gli italiani brillano per la loro massiccia affluenza: 7% del totale), si evitano le lunghe code in biglietteria.

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Per saperne di più:

Guinness 250 (per informazioni sugli eventi del 250° anniversario) www.guinness.com

Storia della Guinness, prenotazione biglietti, audioguida in italiano in formato mp3  www.guinness-storehouse.com (pagine anche in italiano)

Prenotazione tour “Stout Story” storehouseeventadmin@diageo.com

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