Lunedì 6 Maggio 2024 - Anno XXII

Dolomiti laboratorio accademico

Settantacinque ricercatori e docenti universitari si riuniscono dal 5 al 10 settembre nella valle ladina per un convegno sul campo, con itinerari di osservazione geologica. Fra i monti dal 2009 patrimonio Unesco

Una suggestiva immagine delle Dolomiti in Val di Fassa (Foto: Apt Val Di Fassa; fotografo: Angeli)
Una suggestiva immagine delle Dolomiti in Val di Fassa (Foto: Apt Val Di Fassa; fotografo: Angeli)

Settantacinque geologi, ricercatori e docenti universitari, saranno in val di Fassa dal 5 al 10 settembre per il convegno “Dolomites- Field trip to the World Heritage Site of the Tethyan Triassic”. Vengono da diversi paesi europei, Stati Uniti e Cina per osservare sul campo quello che i testi scientifici scrivono sulla carta: lo sviluppo geologico nel Triassico, tra i 251 e 199 milioni di anni fa.

Piero Gianolla, che ha curato l’organizzazione dell’evento dall’università di Ferrara, ha dovuto chiudere le iscrizioni per il crescente numero di richieste, segno di un interesse definito “altissimo”. I luoghi che, proprio per la natura del paesaggio, sono dal 2009 patrimonio Unesco, saranno esplorati dagli esperti nel corso di itinerari e ascensioni. Dato il loro numero, gli studiosi dovranno distribuirsi in gruppi: passeranno dalla gola del Bletterbach al passo Feudo, saranno sul Latemar, nei pressi del Catinaccio, vedranno poi il gruppo del Sella, Lagazuoi e Tofana di Rozes.

Vulcani e scogliere

Il panorama che si gode nella valle (Foto: Apt Val di Fassa; fot. MMontibeller)
Il panorama che si gode nella valle (Foto: Apt Val di Fassa; fot. MMontibeller)

Le Dolomiti possono definirsi montagne “didattiche”, spiega Piero Gianolla, professore associato all’università di Ferrara, già coordinatore scientifico della candidatura Unesco. “I suoi paesaggi danno testimonianza diretta, come in pochi altri siti, di alcuni importanti fenomeni e questo è uno dei motivi che ha permesso il riconoscimento come World Heritage”. L’origine marina dei monti pallidi, la presenza di rocce chiare, testimonianza delle vecchie scogliere e di rocce più scure, di provenienza vulcanica, sono solo alcuni degli elementi che da sempre affascinano viaggiatori, osservatori e turisti e ancora oggi sono oggetto di studio da parte della comunità scientifica. Per il convegno è stata scelta la val di Fassa perché, su un territorio di soli venti chilometri di estensione, presenta un particolare concentrato di fenomeni geologici.

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Verso un nuovo turismo

Specchio d'acqua ad alta quota (Foto: Apt Val Di Fassa; fotografo: Angeli)
Specchio d’acqua ad alta quota (Foto: Apt Val Di Fassa; fotografo: Angeli)

Il convegno fa parte di un programma di studi sul Triassico che, dal 2004, si è svolto in Inghilterra, Germania, Francia, Polonia, Ungheria. Oltre al suo ruolo come progetto accademico, può essere considerato un’occasione per promuovere un nuovo turismo sulle Dolomiti. “Nei luoghi che ricevono il riconoscimento Unesco si riscontra spesso un’evoluzione nella tipologia dei visitatori”, osserva Gianolla. “Cresce la curiosità attorno al valore paesaggistico o storico di un sito, potrebbero aumentare gli escursionisti motivati da interessi culturali”. Alcuni esempi sono già attivi: come il parco geologico del Bletterbach, meta conosciuta da più fasce di turisti e famiglie, con itinerari brevi o di media lunghezza ed escursioni guidate per gruppi e scuole. (02/09/10)

 

Per informazioni

www.fassa.com

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