Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Ecuador, natura a gogò

Come una spina dorsale la Cordillera disegna zone geografiche molto diverse tra loro, la Costa, l’Amazonìa, le Ande. Bagnata dal Pacifico ecco Guayaquil, la “Milano” del Paese contrapposta all’andina Quito, la “Roma” ecuadoriana

La laguna de Cuicocha sugli altipiani settentrionali del Paese
La laguna de Cuicocha sugli altipiani settentrionali del Paese

La superficie non è enorme, all’incirca un 10% inferiore a quella dell’Italia (curiosità: almeno un 15% dei 12 milioni di abitanti censiti è emigrato all’estero) e come bene spiega il nome è attraversato dall’equatore. Dati che dovrebbero far pensare a un Paese con una natura, paesaggi, condizioni climatiche abbastanza omogenee, quasi monotone.

E invece l’Ecuador (cui appartengono pure le Galapagos, ma nella proposta turistica del Paese sudamericano queste specialissime isole legate al nome di Darwin fanno storia a sé) colpisce e intriga per la varietà delle sensazioni che provoca nel viaggiatore, per la diversità dei panorami, per le sensazioni (anche fisiche, caldo, freddo, respirazione) provate da chi lo visita.

Prodotti agricoli e del mare, lungo la calda Costa
Una madre con il suo piccolo
Una madre con il suo piccolo

Ecco la piatta Costa, una terra dotata di ogni ben di dio, abbonda la miseria ma non la fame; mangiare non è un problema, i frutti e quant’altro riempia lo stomaco crescono abbondanti, piantagioni di banane (chi non ricorda la United Fruit Company degli sfruttatori ‘yanquis’…) si alternano a campi di riso, alberi colmi di calorici ‘avocados’ fanno ombra a coltivazioni di canna da zucchero (la fai passare sotto una pressa e ne esce un succo ricco di nutrimento).
Lungo il Pacifico, rinfrescato dalla corrente di Humboldt, abbondante la pesca di pesce squisito. E sulla costa, se si parla di ‘mariscos’, tra le tante distese di mangrovie non si contano (si dice gestiti e diretti da imprenditori italiani) gli allevamenti di camarones (gamberi) esportati in tanti supermercati del Belpaese (a detta dei puristi dell’alimentazione sembra che il mangime propinato a queste voraci bestiole acquatiche non sia il massimo, ma non è il caso di fare gli schizzinosi).

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Amazzonia, terra del futuro
Le cascate di San Rafael
Le cascate di San Rafael

Trasvolate le Ande da occidente a oriente, piacevole sorpresa per chi ama scoprire posti nuovi – questa terra costituisce davvero una novità anche per molti grandi viaggiatori – ecco l’Amazonìa ecuadoriana. Una miniscoperta che comunque non deve creare sensi di colpa in chi ha ignorato l’esistenza di un ulteriore territorio in quell’immenso, sconfinato, impensabile angolo di mondo chiamato bacino del Rio delle Amazzoni, abbinato in un primo tempo al Brasile, per ovvi motivi storici e geografici, eppoi al Perù. E adesso anche l’Ecuador vuole – e può – essere presente con una sua Amazzonia, laddove si intende una estrema varietà di corsi d’acqua, grande ricchezza di fauna, tribù indigene ancora poco conosciute, etnie differenti dalle non lontane genti andine discendenti dall’impero Inca.

Le superbe e vulcaniche Ande
Il vulcano Cotopaxi
Il vulcano Cotopaxi

Tra le due grandi pianure ecuadoriane, la Costa sul Pacifico e quella Amazzonica digradante dalle Ande alla sconfinata area fluviale con mèta finale l’Atlantico, ecco, laddove il “Condor Pasa”, la mitica Cordillera.
Una vera e propria regione, perché nell’attraversamento dell’Ecuador l’infinita catena montagnosa sudamericana si sdoppia nelle Ande occidentali e in quelle orientali (la Cordillera Real) da cui, allineato sotto alte vette sovente vulcaniche, un altopiano dalla bellezza – come si usa dire banalmente – ‘mozzafiato’. Sempre meglio, però, a queste altitudini, stare un filino attenti alla respirazione. E delle Ande è il caso di parlare più a lungo in un prossimo scritto. (14/10/10)

Un Paese “diviso” in tre
Una linea che segna la posizione dell'equatore
Una linea che segna la posizione dell’equatore

L’artefice di una geografia fisica tanto capricciosa? Beninteso madre natura, che nella parte sinistra di tutto il continente sudamericano (dalla Colombia alla antartica Terra del Fuoco) ha ‘disposto’ verticalmente le altissime Ande, quasi in parallelo e a poca distanza dalle coste dell’oceano Pacifico. Un sipario naturale, questa Cordillera, che ha nettamente diviso vasti territori dando vita a zone geografiche contrassegnate da profonde differenze non solo morfologiche ma anche etniche e culturali.

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Il citato fenomeno (creato dalla curiosa funzione di ‘spina dorsale’ del subcontinente assunta dalle Ande) interessa tutto il sud America ma assume particolare importanza ed evidenza nell’Ecuador per la vastità delle tre regioni create: la Costa, l’Amazonìa e le Ande, ben visibili sulla carta geografica per la presenza della catena montuosa lungo l’asse verticale del Paese.

Guayaquil, la Milano d’Ecuador
Guayaquil, Cerro Santa Ana
Guayaquil, Cerro Santa Ana

Il clima della cosiddetta ‘Costa’ ecuadoriana non è dei migliori, siamo all’equatore, un tempo imperversava la febbre gialla, tanta l’umidità, non si parla di stagioni se non di un periodo più piovoso e di uno più secco, il sole sorge e si corica alla stessa ora, minuto più minuto meno.
Del tutto differenti dalle genti dell’interno (gli andini e gli amazzonici); abbondano i neri, molti gli asiatici, senza grandi panorami né invitanti condizioni climatiche i due milioni di abitanti della capitale della Costa e primo porto dell’Ecuador, Guayaquil (la Milano del Paese, mentre l’andina capitale, Quito, corrisponde alla ‘parassita’ Roma, e ovviamente forte è la rivalità calcistica) pensano solo a fare soldi lavorando e commerciando quanto producono la terra e il mare.

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