Mercoledì 15 Maggio 2024 - Anno XXII

Salvem el Cabanyal

Valencia, grande futuro, alle prese con un passato che andrebbe tuttavia protetto e conservato con amore. Gli interessi economici rischiano di distruggere una parte della vecchia città che ospitava un tempo pescatori, muratori e gente umile. Il Cabanyal, appunto. Si salva la “paella”, perché non salvare questo autentico angolo della Spagna che fu?

Valencia città
Valencia città

Turisticamente parlando, Valencia può essere definita una città ‘incontentabile’, mai sazia di successi del suo Incoming (riguardo al turismo nostrano, poi, nel 2010 sono arrivati 160.000 visitatori, ben più dei fans della Vela e appassionati delle regate venuti dall’Italia per la 32ma edizione dell’America’s Cup). A tanti riconoscimenti e successi accumulati in un breve spazio di tempo, la capitale della Comunidad Valenciana aggiunge quest’anno anche quello di Capitale Europea dello Sport.

Sono infatti da record, forse non solo spagnolo ma financo mondiale, i risultati conseguiti in poco più di un decennio da Valencia nella proposta turistica, culturale, sportiva, folkloristica.

Grandi realizzazioni moderne

L'avveniristico Museo delle Scienze
L’avveniristico Museo delle Scienze

Sta quasi per essere dimenticata o quantomeno per passare in secondo piano (il tempo non perdona, la notorietà dura ormai poco) quell’imponente agglomerato di Cultura chiamato Città delle Arti e delle Scienze (l’Emisfero, l’Oceanografico, il Museo, il Palazzo delle Arti). Sono infatti sopraggiunte – fonti di cronaca meno colta ed erudita ma per certo più risonante e universale – la citata America’s Cup e il Gran Premio di Formula Uno (e poco distante da Valencia un noto circuito ospita il Mondiale di Moto), per la trasformazione e la ristrutturazione di un porto quasi in disarmo in una sorta di ritrovo del Jet Set mondiale, di manifestazioni di moda ed eleganza di grande richiamo internazionale (da cui tante e continue ‘pierre’ per Valencia). Tutto ciò (e tra le novità aggiungiamoci pure il Bioparc, uno zoo innovatore concepito senza barriere visuali) senza contare il grande appeal e l’interesse della ‘sola’ visita di Valencia: le possenti torri della città medioevale, la Plaza de la Virgen, la Lonja de la Seda (una Borsa in stile gotico dichiarata Patrimonio dell’Umanità), il bizzarro stile della deliziosa Estaciò del Nord e l’adiacente Plaza de Toros, il Mercado Central, le trasgressive proposte artistiche del’avanguardista architettura dell’Ivam.

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Le “Fallas” valenciane

Il
Il “Cabanyal”

Eppoi la Ciudad del Turia (così è chiamata Valencia nel resto della Spagna per il fiume locale) può anche vantare quella che costituisce una delle più belle feste spagnole, le Fallas. Valencianas in eleganti costumi, bande musicali, processioni, sfilate e una genuina animazione – assordata da scoppi e botti – festeggiano i fuochi che il 19 marzo annunciano l’arrivo della primavera, il ritorno della vita. Da non perdere (oltretutto a Valencia operano tanti voli Low Cost e da pochi mesi l’Ave, il superveloce treno spagnolo collega la capitale del Levante, poco meno di 400 chilometri in un’ora e 33 minuti!).

E a tanto ben di dio “turistico” (che ormai non ha più bisogno del tanto usato richiamo alla solita, ‘stereotipata’ Paella) va aggiunto – una visita è suggerita da chi ama la vecchia Spagna di un tempo che fu e alcuni begli esempi degli innovativi stili di fine ‘800 e inizio ‘900 – il “Cabanyal”, attualmente oggetto di una polemica (con tanto di comitato, alias Plataforma “Salvem el Cabanyal”), abbastanza scontata quando le vicende urbanistiche di una città si intrecciano con tradizioni popolari, politica, speculazioni e altri risvolti socio-economici.

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