Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Vivi Milano

Ogni anno si ripete il rito, oramai collaudato, della Moda a Milano. L’importanza dell’avvenimento ha fatto aprire i portoni a un gran numero di storiche dimore. Non è mancato il momento naïf in un vagone della Linea Gialla

La sfilata di Luisa Beccaria nella Villa Reale di Via Palestro
La sfilata di Luisa Beccaria nella Villa Reale di Via Palestro

A Parigi da anni, grazie alle sfilate di moda gli stranieri ma anche i parigini, hanno la possibilità di entrare in palazzi e luoghi sconosciuti, spesso chiusi al pubblico. A Milano il trend è iniziato a settembre, da due stagioni, per un’idea della Camera della Moda e del Comune di Milano.

Si è così scoperto il salone del Centro Filologico con l’ampia balconata, ottimo esempio di liberty essenziale, ma soprattutto l’anticamera degli specchi di Palazzo Clerici: un autentico gioiello seicentesco con soffitto affrescato dal Tiepolo.

È invece una rivelazione delle ultime sfilate, per il prossimo inverno, la neoclassica Villa Reale di Via Palestro, costruita da Leopold Pollock ai primi dell’Ottocento, che fu anche dimora di Napoleone.

Dagli “specchi” di Palazzo Clerici alle porte del Metrò

La Moda sale sul Metrò. Una modella vestita da Alessandra Marchi
La Moda sale sul Metrò. Una modella vestita da Alessandra Marchi

L’ha scelta Luisa Beccaria come passerella delle sue creazioni, amate dalle dive di Hollywood. Gli abiti in tulle e organza illuminati da fili di rame, con tessuti damascati e inserti di pizzo dorato, erano enfatizzati dai giochi di riflessi della Sala degli Specchi. Non è la prima volta, tra l’altro, che la stilista milanese sceglie una location “speciale”; l’anno scorso ha sfilato nelle sale della biblioteca Braidense della Pinacoteca di Brera.

Completamente diversa e forse uno dei luoghi più frequentati dai milanesi, la location della performance-sfilata di Alessandra Marchi, uno dei nomi di spicco del Salone White: il treno meneghino della linea 3 della Metropolitana. Tra le comparse in piedi davanti alle porte, si muovevano le ballerine-modelle durante le soste, per bloccarsi a formare piccoli “tableaux vivants” quando il treno riprendeva la corsa. Così il pubblico seduto aveva modo di guardare bene gli abiti dai tessuti inediti, con accostamenti di materiali a contrasto, tagli innovativi e spesso asimmetrici. (03/03/2011)

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