Martedì 7 Maggio 2024 - Anno XXII

Pechino? Un sogno… Ma occhi aperti!

Continuano le (dis)avventure della nostra inviata alle prese con autobus fantasma e shopping selvaggio ma sempre con il sorriso sulle labbra. Visita alla Città Proibita (seconda parte)

Signori, in carrozza…

Pechino? Un sogno... Ma occhi aperti!

Camminando verso l’albergo cerchiamo di non farci prendere dalla rabbia, ci diciamo che sono gli inconvenienti che possono capitare in viaggio e veniamo rallegrati dai colori delle bancarelle. Non soddisfatti della cena decidiamo di provare uno spiedino di frutta, ma prima chiediamo il prezzo tanto per essere sicuri: 5 yuan. Ce ne viene dato uno, e al momento di pagare la somma triplica ed arriva a 15 yuan, circa due euro, perché “Quello spiedino è più grande”. Paghiamo e ce ne andiamo, contenti almeno del fatto che fosse buono. Come api sul miele (o meglio, sul caramello), nel giro di cinque minuti due coppie di ragazze si offrono di portarci a cena o a bere il tè in un posto che conoscono loro. Soffocando i primi istinti violenti decidiamo di ignorarle.

La febbre degli acquisti

Pechino? Un sogno... Ma occhi aperti!

Ancora pieni di energie, decidiamo di andare a vedere uno dei mercati tanto consigliati dalle guide, e ne troviamo uno a pochi chilometri dall’hotel; camminiamo per quasi tre quarti d’ora e a cento metri dall’entrata veniamo fermati da un taxi che ci chiede insistentemente dove stiamo andando. Quando glielo diciamo dice che ci può portare lui e che però è lontano. Dopo due passi, attraversiamo la strada e ci siamo! Dopo esserci persi tra le bancarelle e dopo essere stati letteralmente strattonati dai commercianti che ti fermano e non ti lasciano superare il confine con il “negozio” successivo, assistiamo a una contrattazione esemplare: la commerciante chiede 580 yuan, circa sessantaquattro euro, per una polo che a suo dire è di seta e di ottima qualità, mentre l’acquirente sostiene di avere acquistato merce identica pochi giorni prima e di averla pagata pochissimo. Alcune ragazze lo incitano con un “You can have it for 40 yuan”, dicendogli quindi di insistere e portare il prezzo a 40, circa tre euro e mezzo. Il tutto si conclude a 35 yuan, meno di un decimo del prezzo di partenza, con la proprietaria che indica la cifra per mezzo di una calcolatrice nascosta agli altri clienti che stanno comprando a prezzo più elevato.

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Iniziamo a scherzare con uno dei venditori, un ragazzo simpatico di una trentina d’anni, il quale ci dice che i prezzi d’acquisto sono aumentati anche per loro; dopo qualche minuto si scioglie e ci rivela il vero costo al dettaglio, bassissimo in confronto ai prezzi di partenza richiesti. È anche vero però che bisogna contrattare in maniera intelligente, impossibile avere prezzi stracciati su molta merce di buona qualità. Ci mette in guardia, inoltre, dal comprare cellulari o prodotti elettronici, perché smetterebbero di funzionare dopo tre mesi, sei se siamo fortunati.

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