Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Franciacorta bollicine per i Papi

Dalla famiglia di Papa Montini, alle Suore Dorotee, all’attuale generazione dei Bozza che producono vini per la mensa dei Papi. Un’atmosfera da “ora et labora”, si direbbe, ma l’impegno è serio, produttivo, moderno. Tutto questo, fra le colline del vino

Il torchio verticale Marmonier permette una spremitura dolce senza frantumare le bucce
Il torchio verticale Marmonier permette una spremitura dolce senza frantumare le bucce

 

Alla Montina ci si va per il vino, ma una volta arrivati  – nella tenuta di 72 ettari a Monticelli Brusati (Brescia) nel cuore della Franciacorta, dove il terreno, lontano dall’autostrada, comincia a incollinarsi – c’è da appagare tutt’e cinque i sensi. La bellezza del posto è veramente impagabile e la ristrutturazione della villa e dei casali e la sistemazione della cantina sono da manuale. Una specie di piccolo museo, dove arte e architettura non sfigurano con i vini che la famiglia Bozza produce da quando, era il 1982, si sono lanciati nell’avventura della vinificazione.

Nel nome di un grande Papa

Parte della tenuta Montina di 72 ettari in Franciacorta
Parte della tenuta Montina di 72 ettari in Franciacorta

Tutti fortemente motivati si sono dati da fare senza risparmio a cominciare da Vittorio, presidente, e Gian Carlo, a.d., e poi Alberto, consigliere e Michele responsabile del marketing, già esponente di seconda generazione dei vignaioli di qualità. Del resto, come avrebbero potuto far meno bene. Con quel nome, “La Montina” un qualche aiuto in alto, molto in alto, non gli è certo mancato. Infatti, il nome ricorda subito quel grande papa che fu Paolo Sesto, papa Montini, per l’appunto, che discendeva dalla famiglia bresciana originata da Benedetto Montini: le prime testimonianze sono del 1620. Poi la proprietà era passata alla congregazione delle suore Dorotee. Scavando nella storia, si capisce perché i Bozza siano riusciti a fare un vino che sta sulla mensa del papa, la più antica monarchia del mondo. Ci hanno messo anche del loro, si capisce. In particolare il coraggio e l’amore per la terra e per il buon vino coltivato nella tradizione enologica di famiglia. Che gli permette di stare a fronte alta con i lignaggi più importanti dell’arte vinificatoria di tutto il mondo.

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Trionfo del torchio verticale

La cantina con le botti di legno
La cantina con le botti di legno

Dalle cantine della Montina escono ogni anno 450mila bottiglie di metodo classico, derivato da uve Chardonnay e di Pinot bianco e Pinot nero. Il disciplinare del Consorzio Vini della Franciacorta è una specie di tavola della legge per i Bozza; e così, tanto per fare un esempio, le uve vengono raccolte manualmente, stando ben attenti alla maturazione ottimale, in cassette di massimo 20 chili, così da non rovinare l’acino. Poi, altra unicità della tenuta la Montina, il torchio verticale Marmonier che permette una spremitura dolce senza frantumazione delle bucce. La rifermentazione naturale avviene in bottiglia con successiva lenta maturazione e un affinamento sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi per le basi, 30 mesi per i millesimati e ben 60 mesi per le riserve. E’ così che nascono i gioielli della casa Insomma: per tutte le ragioni dette una visita alla Montina è proprio raccomandabile anche in considerazione del fatto che La Montina è stata insignita del Premio Accoglienza Essere Franciacorta per il più alto standard di ospitalità registrato tra le cantine di Franciacorta. Perché oltre al loro vino i Bozza promuovono l’intero territorio di cui valorizzano cultura ed eccellenze. E la riprova è che dal 2004 è sede del Museo di Arte Contemporanea in Franciacorta – Remo Bianco. Ogni anno poi, all’inizio di primavera, La Montina accoglie esperti e comunicatori dell’enologia italiana per sentire i loro pareri sulla magica alchimia che darebbero per dare il via alla produzione. E’ un’occasione importante di incontro e di confronto anche con gli enologi (Cesare Ferrari, Nicolas Secondé) e gli agronomi (Rocco Marino, Alceo Totò) e il responsabile di cantina Roberto Belleri. Una cosa mette tutti d’accordo: la qualità la si ottiene prima in vigna e poi – solamente poi – in cantina.

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(09/04/2012)

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