Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Monza, la strana cappella espiatoria

Per un re ammazzato da un anarchico, Monza affida il proprio rimorso a un cippo funerario. Ma Umberto I (il re ucciso) riposa ora nel Pantheon romano e (probabilmente) ha perdonato i monzesi

La cappella espiatoria di Monza in una cartolina d'epoca
La cappella espiatoria di Monza in una cartolina d’epoca

 

A Monza c’è un davvero singolare edificio, che mi ha dato sempre da pensare. Trattasi della cappella espiatoria, costruita dai monzesi per mostrare in eterno il proprio rammarico per l’assassinio di Umberto I re d’Italia, avvenuto a opera di Gaetano Bresci.

Il luogo sorge nel punto esatto in cui avvenne il regicidio e consta di una colonnona gigante che funge da chiesa e da enorme cippo funerario. Più lugubre di così si muore. Passandoci di sera ci si spaventa, come se il passato evento incupisse ancora di più la notte.

L’architetto della “macchina da scrivere”

Il Vittoriano a Roma
Il Vittoriano a Roma

Eppure la cappella espiatoria ha un suo fascino, simile a quello dell’altra celebre opera dell’architetto che la progettò, Giuseppe Sacconi: trattasi del Vittoriano di Roma, altrimenti detto “macchina da scrivere”. L’edificio, per via della sempiterna contrizione dei monzesi, resta sempre al buio eccetto che nella notte del 29 luglio, anniversario del regicidio, avvenuto nel 1900. Quella sera la cappella è spettrale e festeggia la sua piccola Halloween. Le due croci di alabastro appoggiate alla struttura, alta ben 35 metri, si illuminano dall’interno, facendo baluginare l’antica colpa dei brianzoli anarchici. Quella stessa sera si può assistere alla funzione religiosa che si svolge intorno alla pietra nera posta nel luogo esatto in cui il Bresci compì il suo crimine.

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