Grenoble, capitale delle Alpi e polo tecnologico di Francia, oltre a vantare quasi 40.000 ricercatori tra settore pubblico e privato e uno dei più importanti sincrotroni al mondo (un acceleratore di elettroni per studiare la materia attraverso fasci di raggi-x), va anche fiera di una storia ragguardevole. Città gallo-romana col nome di Cularo sorta tra i fiumi Drac e Isere, poi Gratianopolis in onore dell’imperatore Graziano, Grenoble sorge in una lunga valle cinta su tre lati da complessi montuosi che le conferiscono panorami affascinanti.
Memoria della Rivoluzione
Oggi capoluogo del dipartimento dell’Isere (regione Rhone-Alpes), in epoca medievale divenne capitale del Dauphiné (Delfinato), regno indipendente poi annesso alla Francia, che veniva attribuito ai figli di ciascun re di Francia, da cui l’appellativo di ‘delfino’ ai futuri sovrani. Nel 1788 la città si fregia di aver dato inizio alla Rivoluzione Francese con la giornata delle Tegole, una rivolta dei cittadini contro l’esercito reale mandato ad imporre l’editto dell’Ancien Regime che smembrava il parlamento del Delfinato. Con l’opposizione montante in tutto il Paese a difesa dei parlamenti regionali, qui scoppia la scintilla con il lancio delle tegole dai tetti del collegio Gesuita e la cacciata dell’esercito. L’assemblea degli Stati Generali che ne seguì, al vicino castello di Vizille, aprì la Rivoluzione. Nel 1815 Napoleone in fuga dall’isola d’Elba entrò trionfalmente in Grenoble, diretto a Parigi per la riconquista del potere perso dopo la Restaurazione, lungo quel tragitto che dalla Costa Azzurra prende oggi il nome di Route Napoleon, a commemorare i luoghi dove fu ospitato. Il re diede ordine, invano, che a Grenoble venisse arrestato. Ma qui, alla prefettura nella maestosa place Verdun, si proclamò nuovamente Imperatore ristabilendo il tricolore.
Le numerose piazzette del centro storico
Dalla Bastiglia edificata nel 1830 sulla collina a 300 metri di altezza – raggiungibile dal centro della città con la teleferica dalle originali cabine trasparenti a forma di bolla divenuta un simbolo cittadino, si abbraccia tutta la città: il centro storico con le numerose piazzette, che si sviluppa dal fiume; il ponte di ferro che collega il quartiere Saint Laurent, che divenne ghetto italiano a inizio ‘900; e le vaste periferie moderne. L’intera valle si apprezza ancor meglio dal forte St. Einard (1325 m.), che vi si affaccia dai monti della Chartreuse, dove in pochi minuti i grenoblesi raggiungono le piste da sci o i numerosi sentieri disseminati nei boschi. Per esplorare questo idilliaco parco montuoso, con i villaggi intatti, i ristoranti tipici e le fattorie che producono formaggi, basta una giornata; oppure si possono percorrere a piedi le numerose falesie calcaree e gli alpeggi, o salire sui monti Chamechaude e Dent de Crolles (poco piu’ di 2000 m.). Il villaggio principale è St. Pierre de Chartreuse, non lontano dal monastero della Grande Chartreuse (XII secolo), tuttora attivo, dove si produce l’omonimo liquore alle erbe. Da non perdere la chiesa di St. Hugues, interamente affrescata dall’artista contemporaneo Arcabas, un’opera suggestiva realizzata in 33 anni, che interpreta in modo toccante la vita di Cristo.
Vercors, “palestra naturale” dei francesi
A sud-ovest il parco del Vercors, altra palestra naturale dei grenoblesi – sportivi per eccellenza, non per niente ospitarono le Olimpiadi invernali nel 1968 – è un altopiano circondato da monti selvaggi, a 15 minuti dalla città; vi si accede da una gola rocciosa che prelude a verdi pascoli punteggiati di maneggi di cavalli e chalet di montagna. D’estate le passeggiate portano ai rifugi dove gustare raclette, tartiflette o gratin dophinois, piatti tipici a base di formaggio; d’inverno diventano piste da sci o per racchette da neve, nei boschi silenziosi abitati da molti animali selvatici, o per i cani da slitta (dog sledding). I villaggi di Lans en Vercors e Villard de Lans sono meta turistica in ogni stagione. E’ nel Vercors che si organizzò durante la seconda Guerra Mondiale uno dei maggiori avamposti della Resistenza contro la dominazione tedesca: dal 1940 vi si rifugiarono i perseguitati dal regime di Vichy, e dopo lo sbarco in Normandia i resistenti vi si concentrarono per organizzare la liberazione. Ma nel luglio 1944, solo un mese prima dell’arrivo degli Alleati, l’esercito tedesco riuscì ad espugnare questa fortezza naturale di 60 km per 30, visibile quasi da Lione, mettendo in ginocchio combattenti e civili. Oggi il Mémorial du Vercors sul bordo della falesia, a Vassieux, ed il Museo della Resistenza a Grenoble, testimoniano di quel sacrificio.
Grenoble, la città di Stendhal
Grenoble è anche la città natale di Stendhal: nel centro storico, un itinerario letterario dedicato all’autore de Il Rosso e il Nero e la Certosa di Parma va dalla sua casa natale in rue Jean Jacques Rousseau, piena di antiche botteghe e palazzi medievali, al museo a lui dedicato, nell’adiacente Grande Rue, passando per la cattedrale di Notre Dame de Grenoble.
Ma questa città colma di storia, di pub e café (tra cui il secondo più antico di Francia, la Table Ronde) è sempre piena di giovani: la sua università, con 60.000 iscritti, è tra le maggiori eccellenze mondiali in ambito scientifico.
(07/10/2013)
Info su: http://it.rendezvousenfrance.com