Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

Tartufesca ‘full immersion’ nelle Marche australi

Ogni gita, un pretesto. Per ricordare gli anni della gioventù, per riscoprire e far conoscere al lettore angoli d’Italia meravigliosi, per assaporare le bontà della natura, in questo caso sottoforma di piccoli tuberi neri

Tartufesca 'full immersion' nelle Marche australi

Procedo alla spiegazione del criptico titolo mediante le seguenti precisazioni e commenti.


1) Tartufesco: niente a che vedere con quanto leggesi nel dizionario italiano.it (aggettivo “di, da ipocrita”) trattandosi invece del tubero chiamato Tartufo (in inglese, Truffle, parola che rispunterà nel prosieguo della narrazione) nella sua versione Nera (ancorché – anche – nelle Marche si reperisca il tartufo bianco, non rispondendo quindi a verità quanto dicono, o per meglio dire, fanno pensare quelli di Alba, e cioè che la da loro chiamata Trifola bianca cresce solo da quelle parti, tutte balle).

2) Full Immersion: in inglese Studio Approfondito di un argomento, di una realtà e a tale livello è risultata la mia conoscenza del Tartufo Nero, ma, tradotto più letteralmente, significa Immersione Totale, laddove informo che purtroppo la suesposta Recherche è avvenuta più o meno immersi nell’acqua, nella doppia versione di pioggia e neve (chapeau ai cani incaricati al reperimento del prezioso tubero mediante il naso – guarda caso detto tartufo – esplorante nella  ghiacciata melma). 

‘Immersioni’… Trufflesche

Tartufesca 'full immersion' nelle Marche australi

La Tartufesca Full Immersion si è svolta ai primi di dicembre, periodo non certo il migliore quanto alle bizze del meteo (poveri quei baldi giovani incaricati di scorrazzarci su e giù nell’ascolano), però obbligato, datosi che solo a fine autunno, e per pochi mesi (che strana analogia con la caccia, e in entrambe le vicende occorre il cane) è permessa la ricerca del Tartufo, alias Fungo Ipogeo, alias (in latino) Tuber  (Magnum quello bianco), alias (in piemuntès) Trifula (e Trifulau  l’esperto che lo rinviene). Beninteso (sennò che Immersione sarebbe stata) la gita nella terra dei Piceni (popolo tosto che prima di mettersi d’accordo coi romani aveva fatto a botte coi Galli) fu, sì, precipuamente dedicata al Tartufo (da cui la nostra costante presenza al PalaTruffle, quartier generale del Festival, in Roccafluvione). 

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Nell’australe Piceno

Tartufesca 'full immersion' nelle Marche australi

4) Australi: meridionali, imperocché (vetusta congiunzione di moda ai tempi del marchigiano Leopardi) Ascoli Piceno è la più australe delle città delle Marche (una passeggiata e sei in Abruzzo) oltre che, beninteso, la più bella (chi non la conosce metta la testa a posto e corra a visitarla). Tutto ciò premesso, rieccomi ad Ascoli, fortunatamente non più coatto dallo Stato (cosa non si barbellava dal freddo notturno a far la guardia all’armeria con dentro due pistole e tre baionette, un fiasco di rosso non bastava a riscaldarti) bensì invitato da “Elabora” (“Un Consorzio” – si legge su Google, divenuto ormai il più autorevole Maitre à Penser della nostra vita – “costituitosi nella provincia di Ascoli Piceno come rete di imprese intente a rendere la Cultura uno strumento operativo al servizio dello Sviluppo”). E datosi che “Elabora” altro non era che l’organizzatore di Truffle & Co. (alias Festival del Tartufo Nero pregiato, sottotitolo, il Nero che accende la passione), ecco spiegata la mia presenza sulle dolci colline delle Marche adagiate fra i misteriosi (pare ovvio, con quel nome mutuato dalla Sibilla) monti Sibillini e l’Adriatico contornato dalle dannunziane tamerici. 

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