Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Storie incredibili di scienziati lombardi (3)

La terza e ultima parte di “Storie incredibili di scienziati lombardi” si chiude con Achille Ratti: sacerdote, scienziato e scalatore. Fu il primo a scalare il Monte Rosa e ad aprire una nuova via per la vetta del Monte Bianco. Assurgerà al soglio pontificio e sarà ricordato come Papa Pio XI

Achille Ratti
Achille Ratti

Antonio, Giuseppe e Achille: tre uomini di chiesa di inizio Novecento, tre uomini di sapere che hanno mostrato all’Italia e al mondo una nuova visione della scienza e della conoscenza. Stoppani, Mercalli, Ratti, questi i cognomi dei nostri pionieri del sapere. Tre scienziati lombardi, uno maestro dell’altro.

Come Mercalli fu discepolo di Antonio Stoppani, a sua volta ha un discepolo così bravo da affidargli il capitolo dodici del suo libro sui vulcani, che s’intitola “Terremoti storici italiani”. Questo giovanotto, che si chiama Achille Ratti, è stato appena ordinato sacerdote ed è un ottimo geologo e matematico. Achille è una mente vulcanica, oltre che un brillante studioso: la persona giusta per occuparsi di un simile argomento. Infatti svolgerà un ottimo lavoro, compilando il primo fondamentale elenco di sismi avvenuti nel nostro paese. Siccome il Ratti non sa se preferisce gli studi scientifici oppure quelli umanistici, in seguito intraprenderà studi filosofici e letterari per arrivare a un totale di tre lauree. Anche se Achille precorrerà altre strade, lui e Giuseppe resteranno sempre grandi amici.

Ratti, futuro Papa Pio XI, per primo in cima al Monte Rosa
Achille Ratti in maniche di camicia con i compagni di cordata
Achille Ratti in maniche di camicia con i compagni di cordata

Achille Ratti non ha solo una gran bella testa, ma è pure un atleta non da poco, tanto da essere in grado di aprire una nuova strada per la vetta del Monte Bianco e di salire per primo in cima al Monte Rosa. Ma la sua fama non è legata tanto alla proficua collaborazione scientifica con Mercalli o alla scalata del Rosa quanto alla sua folgorante carriera in ambito ecclesiastico: è lì che arriva in cima, diventando papa con il nome di Pio XI. Una volta sul soglio pontificio si ricorderà della sua passione per le scienze. Rifonderà la Specola Vaticana, il celebre osservatorio astronomico, e la farà spostare dalla Santa Sede alla residenza estiva di Castel Gandolfo, perché l’inquinamento luminoso, incrementato dall’introduzione della luce elettrica, creava problemi agli astronomi.
Nel 1935 affiderà ai Gesuiti un nuovo osservatorio dotato di tre modernissimi telescopi e di un laboratorio di astrofisica. Alla Specola ancora oggi si fa ricerca di altissimo livello.

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La Pontificia Accademia delle Scienze voluta da Papa Ratti
Achille Ratti alla radio vaticana
Achille Ratti alla radio vaticana

Pio XI troverà persino il tempo di scegliere il santo patrono dei sismologi nonché “protettore contro il flagello del terremoto”: si tratta di Sant’Emidio di Ascoli, la cui intercessione pare avesse risparmiato la sua città dal violento terremoto che aveva colpito le Marche nel 1703. Lo farà in occasione dell’inaugurazione dell’osservatorio sismico del Bronx presso la Fordham University di New York, quando, come omaggio augurale, donerà una placca raffigurante il santo.

Achille Ratti, oltre che di Mercalli, era amico di Guglielmo Marconi, al quale chiese di progettare la Radio Vaticana. Disse “La scienza, quando sia vera conoscenza del reale, non contra mai con le verità della fede cristiana; al contrario” che per lui la ricerca e il progresso sono doni di Dio e che ogni persona illuminata dalla scienza dovrebbe mettere i suoi talenti a disposizione dell’umanità. Così Ratti convince Marconi e il 12 febbraio 1921 viene inaugurata con la voce del papa la Radio Vaticana. Tra i primi programmi il pontefice vuole si trasmetta la rassegna delle attività della Pontificia Accademia delle Scienze, fondata nel 1603 e rifondata – indovinate da chi? – nel 1936 con il nome attuale. L’Accademia voluta da Papa Ratti, allora come ora, è composta da scienziati italiani, giapponesi, americani, egiziani, donne, ebrei eccetera: non importa da dove vieni, conta solo quello che sai fare.

I precedenti articoli:
Storie incredibili di scienziati lombardi (1) Antonio Stoppani
Storie incredibili di scienziati lombardi (2) Giuseppe Mercalli

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