Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Milano, simbolismo in mostra a palazzo Reale

Simbolismo Hodler l'eletto

Un lungo percorso ricorda l’arte europea dalla Belle Époque alla Grande Guerra. Tra fine Ottocento e inizio Novecento, il movimento scopriva il dualismo tra vita e morte, bene e male

Simbolismo Joan Brull
Jaon Brull “Il sogno”

Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è l’ultima grande mostra aperta a Milano dal 3 febbraio. Due esposizioni a palazzo Reale si raccolgono attorno allo stesso intervallo temporale: accanto alla mostra “Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau”, al piano nobile, si stagliano 24 sale, circa 2000 metri quadri dedicati alla delicata transizione tra fine Ottocento e inizio Novecento. I dipinti annunciati sono circa un centinaio, ma si affiancano a lavori su carta e sculture. Il genere, il simbolismo, è tra i più difficili e tra  i più affascinanti. Non tutti gli autori in mostra sono tra i più noti al pubblico. Figurano italiani e stranieri: Gaetano Previati, Alberto Martini, Giulio Artistide Sartorio, Giovanni Segantini, Max Klinger, Gustave Moreau, Odilon Redon. Il simbolismo viene raccontato da un allestimento un po’ buio, testi e pannelli didascalici scritti con chiarezza e un filmato di Philippe Daverio.

Angeli e demoni

Simbolismo Delville
Jean Delville “Orfeo Morto”

“L’immaginazione domina il regno del vero e, all’interno di questo regno, il possibile è soltanto una regione”, scriveva Charles Baudelaire. Il poeta autore de “I fiori del male” viene menzionato tra i modelli del simbolismo: una ricerca, in letteratura come nelle arti visive, di essenze e significati al di là del reale. Gli storici dell’arte parlano del simbolismo come di un rifiuto di materialismo e positivismo: il risultato, sulle tele, è un recupero di mitologie antiche, un dare risalto alla dimensione del sogno, un perdersi tra gli alti e bassi delle sensazioni e il confronto tra dicotomie mai risolte: bene e male, piacere e dolore, vita e morte.
In un ampio spettro di stili e tecniche, gli autori simbolisti cercano altre strade espressive e nuovi messaggi: fuori da impressionismo ed espressionismo, prima di Dada e surrealismo.

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Simbolismo tra pittura e scultura

Simbolismo Khnopff
Fernand Khnopff “Carezze”

I temi delle opere simboliste sono spesso inquietanti: vivono di misteri, turbamenti, dannazioni e spiritualità. Un vago spirito gotico si ritrova in opere come “Una demoniaca” di Joseph Middeleer, l’allegorica Vanitas di Leo Putz, il “Cimitero italiano al crepuscolo”, di Adam Chmielowski , “Lucifero”, di Franz von Stuck.
La mostra è stata anche occasione per restaurare e ripulire alcune opere di quel periodo: tra gli altri, il polittico di Giulio Aristide Sartorio, “Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte”, ”Autoritratto” di Arnold Böcklin, “L’Eroica” di Gaetano Previati.
In catalogo ci sono anche opere prima d’ora mai esposte in Italia: “Carezze (L’Arte)”, la donna/ghepardo di Fernad Khnopff; la testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Delville,; “l’Eletto”, di Ferdinand Hodler; “Il silenzio della foresta” di Arnold Böcklin. Chi ama toni più delicati, si incanterà di fronte alle atmosfere oniriche di Previati, gli scenari mitologici di Redon.
La mostra chiuderà il 5 giugno.

Per maggiori informazioni: www.mostrasimbolismo.it

 

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