Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Da Sahib a Varanasi le parole che concludono la mini-guida indiana

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Ultima puntata del nostro viaggio in India. Un Paese affascinate e misterioso. La quinta puntata della nostra mini guida/dizionario si conclude con le lettere ‘S’ di Sahib e ‘V’ di Varanasi e Vatsyayana

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Mucche sacre tra i negozi a Varanasi

L’India è stato il sogno da sempre di molti giovani negli anni ’60 e ’70 e ancora oggi suscita fascino e mistero in particolare nelle località come Varanasi la città santa degli induisti. Un mondo a sé per cultura, storia, etnia e religioni, che molti definiscono, specie l’induismo, una filosofia. Concludiamo il nostro viaggio e anche il mini dizionario alfabetico con  le lettere ‘S’ di Sahib e ‘V’ di Varanasi e Vatsyayana.

Itinerario del viaggio

Delhi (in aereo) a Udaipur, (in bus) a (a/r 262 km) Cittaurghar, a Ranakpur, Jodhpur (269 km), a Jaisalmer (305 km), a Bikaner (355 km), a Jaipur (361 km), a Amber, Abhaneri, Fathepur Sikri, Agra (233 km), (in treno e bus) a Jahnsi, Orchha e Khajuraho , (in aereo) a Varanasi e (in aereo) a Delhi.

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Sandokan, la tigra di Mompracen interpretata da Kabir Bedi

SAHIB
Sempre roba letta ‘sul Sàlgàri’ (vedi sotto) o parola che, comunque, oggidì in India non si usa più.

SALGARI (sulla da sempre contestata accentazione della 1a o della 2a A decida liberamente il lettore).
Gli over 70 (che lessero le vicende indiane da lui narrate –mamma che spavento i Thugs- e gli over 40 che videro in tivù il Kabirbèdi non si dovevano fidare così ciecamente delle peraltro emozionanti e sovente corrette descrizioni salgariane, fosse solo perché scritte nottetempo nella sua casa torinese (senza aver mai visto l’India). Resta il fatto che ad ogni buon conto se il Sàlgàri non ci azzeccò di brutto su quanto narrato quantomeno potrebbe avere incuriosito, quindi spinto, tanti di noi matusa (se non fino a Mompracem) a vedere tutto quel ben di dio (culturale, storico, etnico) che c’è in India.

SARI
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Varanasi, donne indiane col sari

Bando ai superlativi assoluti, ma dove esiste al mondo una ‘mise’ femminile tanto divertente (non solo cromaticamente parlando) ma pure pratica (non ha cuciture) e soprattutto (slanciatezza e portamento inclusi) elegante (tali appaiono, col sari addosso, pure le ‘intoccabili’ che spazzano le strade…).

SATI (in inglese Satee)
In sanscrito, una divinità induista, ma soprattutto trattasi della vicenda della moglie che si immola sulla stessa pira che ha da poco reso cenere il marito. Con stupido humour (e anche poco spiritosamente) vorrei definire (non senza scusarmi) questa usanza hindu il contrario dell’uxoricidio ….

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SHOPPING

(Come dicono al british Foreign Office) “No comment” nel senso che è superfluo spiegare e/o dare consigli a chi sa già tutto su “cosa comprare in India” (compreso il barattare à gogò ancorché talvolta si crede di ‘aver fatto un affare’ e invece si poteva scendere di un ulteriore 50%…).
Utili suggerimenti li potete trovare sul fascicolo monografico (Quaderni di Momdointasca) dal titolo: India del Nord

SINGH
Dal (solito) sanscrito “Leone” (beninteso ‘guerriero’) nome adottato da varie caste e/o genti (tipo i Sikh).

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La comunità Sik

SIKH v. Religioni.
Ad ogni buon conto la comunità Sikh (quelli, per capirci, col turbante…) in Italia è la seconda in Europa (dopo quella in Gran Bretagna) e la loro grande esperienza nel rapporto con i bovini (per i noti motivi religiosi) li rende preziosa manodopera negli allevamenti della pianura Padana.

SOLDI
Unità monetaria dell’India, la Rupia, per un Euro i cambiavalute te ne danno 70 (e anche più) salvo all’aeroporto di Delhi (laddove chi scrive è stato –peraltro giustamente, così ha pagato la fretta-  fregato ricevendone soltanto 55….).Ci sarebbero anche i Paise (centesimi della Rupia) ma … mai visti…

STORIA (in …breve) DELL’INDIA

I primi segni di civiltà nella Valle dell’Indo risalgono al 3000 avanti Cristo (all’incirca…). Nel 3° secolo a.C. impero Maurya (grande re fu Ashoka, il capitello della “sua colonna” è attualmente simbolo dello Stato indiano). L’impero Gupta invece risale al 3° secolo d.C. Nel 11° secolo invasioni dall’Asia centrale, impero Moghul, Akbar ‘il Grande’, quello del Taj Mahal). Inizia decadenza. Dal ‘500 arrivo degli Europei: Portoghesi, Olandesi, Francesi e Britannici, e quest’ultimi per la gioia della Regina Victoria (e mediante i traffici della Compagnia Inglese dell’India Orientale, data di riferimento 1856) si cuccano in pratica tutto il Paese. Dopodichè, Gandhi e il 15/8/1947 l’indipendenza.

india e la svastica
Il significato della svastica

SVASTIKA (in sanscrito)
Onnipresente in India, non si riferisce a locali rigurgiti neonazisti trattandosi invece di un antichissimo simbolo religioso (con significato augurale) comune a Induismo, Jainismo e Buddismo. La più moderna “reinvenzione” della svastica da parte di Hitler (fosse solo perché la riteneva ‘ariana’ doc) fece tanto casino da imporre un incontro (2008) tra un rabbino e un sapiente Hindu per concordare che l’uso della svastica da parte del Fuhrer fu solo un abuso (oltretutto privo di copyright).

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TE’

Premesso che la materia prima per officiare il rito “che più british non si può”, il Tea Five, proviene dall’India (secondo alcuni, però, in arrivo dalla Cina) chi si trova in viaggio da quelle parti potrà tentare di capire (compito a mio parere impossibile, soprattutto per chi da una vita ordina al bar “cappuccio & brioche”) la differenza tra il Darjeeling o l’Assam o tutti gli altri tè ‘doc’ del subcontinente indiano (e beninteso, tutti rigorosamente presenti da Fortnum & Mason a Londra, of course). E c’è poi (citato fosse solo perché piace allo scrivente) il Masala Tea, un normale ‘tè corretto’ da aromi variè, tipo (copio da una confezione acquistata a Delhi) Black Pepper, Dry Ginger, Cassia, Cardamom, Cassia Leaf, Nutmeg, Clove and Black Cardamom.

THUGS
Tanto per far sfoggio di aver letto il citato Sàlgàri, si tratta (se ben ricordo) di quegli assassini –adoratori della dea Kalì- che accoppavano mediante strangolamento. Ad ogni buon conto, oggidì in India deii Thugs ne sanno poco (molto più noti i campioni del Cricket).

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Udaipur

UDAIPUR
Superflua una dettagliata descrizione visto che tutti (almeno tra i pochi lettori di queste righe) hanno visto e rivisto 007 alias il film “Octopussy” col Roger Moore (che andava e veniva dal Taj Lake Palace). Ma anche senza 007 Udaipur sarebbe bellissima, per la sua posizione in riva a un gran bel lago, e per il Raj Mahal, da visitare. Udaipur è conosciuta anche come la “Venezia dell’India”.

URDU v. Lingue.

VACCHE (‘SACRE’)

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Vacche sacre

Tutti (molto importante) devono rispettare tutte le religioni, beninteso se non danneggiano chi le rispetta. Vedere vacche (& tori, a Jaisalmer non ho guardato tra le zampe posteriori di un bovino e –sfidando il quadrupede come solo un pirla sedicente torero sa fare- mi sono ritrovato coinvolto in una sorta di “Sangue & Arena”…) in giro per le strade genera comunque una certa (almeno per me, ‘rata & continuata’) sorpresa, da cui (alla fine della gita) tante foto di ‘vacche sacre’ traversanti la strada o ruminanti davanti a (profumati) negozi. Ma, se si parla di religioni, non fu forse divinizzato e adorato il Vitello d’Oro (e c’è pure un Agnus Dei…)?

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VESTIRSI (un tempo, sulle guide, detto “abbigliamento”).
È inutile (già difficile  alle ‘viaggiatrici’, figuriamoci alle ‘turiste’…) predicare la “praticità” alle signore italiane (quelle meneghine temono sempre di essere viste dalle loro amiche e credono sempre di partecipare a eventi chic della Milano-Bene). In India si va “per vedere” e non “per farsi vedere”.

VINO
Ormai (hurrà) anche in India ‘fanno il vino’, non male (sui voli Air India) il Shiraz (Sula Reserve, 13,5°) della sulavineyards.com, del Maharastra (lo Stato di Mumbay ex Bombay). Anche il Shiraz “Mosaic” si lascia bere.

VARANASI
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Varanasi, i Gat lungo l’argine del Gange, il fiume sacro

Ex Benares, nell’immaginario collettivo turistico i Ghat sulla riva meridionale del Gange, escursione all’alba (sveglia pertanto nel cuore della notte, dopo una prima visita contemplata al precedente tramonto …) qualche pira accesa riduce in polvere i fedeli induisti, chi si religiosamente si immerge nelle acque del Fiume Sacro, turisti che verso le 10 tornano in albergo x il breakfast …. la vida sigue/prosegue … (meno emozionante, e psicologicamente meno impattante, ma ugualmente invitante alla meditazione, l’escursione a Sarnath laddove Budda cominciò …).

VATSYAYANA
L’autore del Kama Sutra (forse vissuto tra il 2° e il 6° secolo), pertanto, secondo una morale ‘catto-manzoniana’, un “Purcaciùn”, secondo i Non Bacchettoni, invece, e più semplicemente, un (dotto) tizio che ha studiato e descritto il comportamento sessuale umano.

Info: Ufficio Indiano del Turismo

Gli altri articoli del servizio:

Viaggio in India: dizionario e mini guida

Da Delhi al Gujarat, viaggio in India 2

Viaggio in India 3. Rajasthan, la ricchezza dei palazzi

Viaggio in India 4: dai Maharaja alle religioni

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