Il Tourinot, il piccolo giandujotto con la pezzatura da 5 grammi ideato da Guido Gobino nel 1995 compie 25 anni. Un prodotto che ha fatto svoltare la storia professionale del cioccolatiere torinese. Divenuto un protagonista del settore non solo in Italia, ma anche a livello globale, dal Giappone ai Paesi del Golfo Persico. Per festeggi are i 25 anni è stato pubblicato un libro scritto in collaborazione con Giuseppe Culicchia. Il titolo scelto, non a caso, è “5 grammi di felicità”: il cioccolato, si sa, aiuta a raddrizzare l’umore. Particolarmente quando è buono e Gobino ha fatto della qualità il suo vessillo di artigiano del gusto.
Nella storia di Gobino non ci sono solo il cacao e il cioccolato. Ci sono altre materie prime che entrano nella tradizione cioccolatiera piemontese, come il latte d’alpeggio e soprattutto le nocciole che arrivano dalle Langhe. Parte essenziale nella ricetta della pasta gianduia, la vera innovazione storica portata dagli artigiani subalpini nella storia della lavorazione del cioccolato.
Acquista “5 grammi di felicità”: nocciola, cacao, profumi e aromi
Racconta Gobino: “se si considera il cioccolato, è facile pensare che l’ingrediente principale sia il cacao. Ma io ho trascorso tutte le estati della mia infanzia nelle Langhe, e produco cioccolato a Torino: quasi il 70% di tutta la nostra produzione annuale contiene nocciola. L’oro del Piemonte”.
Il libro “5 grammi di felicità” è anche una storia di profumi, di aromi, di odori. Quelli che Guido Gobino ha respirato fin da bambino nel laboratorio di via Cagliari seguendo il padre che era direttore della fabbrica che allora si chiamava Maras.
La domenica sera, negli anni Sessanta, dopo aver cenato e visto il secondo tempo della partita di serie A in tv, lo portava con sé nello stabilimento deserto dove lui aveva il compito verificare che tutti i macchinari fossero perfettamente pronti per avviare la lavorazione il lunedì mattina. Poi il padre rilevò il laboratorio diventandone proprietario. Ed è qui che Guido, dopo aver fatto il magazziniere, l’impiegato dell’Italgas, aver preso un diploma da geometra studiando di sera, rientra quando il genitore per motivi di salute non è più in grado di gestire tutto da solo. Che fare? Continuare con una produzione un po’ anonima, spesso per conto terzi o darsi un’identità precisa e puntare in modo intransigente, quasi maniacale, sulla qualità? Sono anni difficili, di scelte non facili.
Le persone giuste per la svolta
A volte la fortuna, sta anche nell’incontrare le persone giuste. E Gobino, lo ammette, le ha incontrate. Prima Guido Monero il patron, allora, delle Pastiglie Leone che sa tutto sul cioccolato e sarà sempre prodigo di consigli. Poi Bob Noto, il gourmet fotografo scomparso tre anni fa, l’uomo che ha fatto conoscere Ferran Adrià (l’unico, dicono le cronache, “ad aver mangiato tutti gli oltre 1800 piatti creati dal genio della tavola spagnolo”), che lo aiuta disinteressatamente a creare l’immagine dei suoi prodotti, logo e packaging in primis.
E tutto ruota sempre attorno al laboratorio di via Cagliari, anche se nel frattempo Gobino ha aperto il suo negozio nel centro di Torino, in via Lagrange, dove c’era l’antica insegna “Villarboito Timbri e Targhe”; poi all’aeroporto di Caselle e anche a Milano con due botteghe.
Da Torino fin nello spazio
Ma pure un po’ più in là, perché nel 2013 e nel 2017 le cialdine in confezione sottovuoto sono arrivate nello spazio con le missioni dell’Agenzia spaziale europea e della Nasa. Da ultimo la collaborazione con Giorgio Armani che gli apre nuovi mondi. Ma in via Cagliari, una strada popolare nel quartiere del Regio Parco, c’è tutta la storia dei Gobino, compresa quella del padre Beppe che non ha fatto in tempo a vedere le ultime macchine dal costo milionario volute da figlio per inseguire il miraggio della perfezione. Gobino ama dire “il mio tourinot è così imperfetto da essere perfetto”. Quella perfezione che non è mai raggiungibile ma a cui un artigiano deve sempre puntare.
“5 Grammi di Felicità” di Giuseppe Culicchia. Breve storia di Guido Gobino per i 25 anni del suo celebre Tourinot. Slow Food Editore, 2020, pagine 191, € 18,00
Autore
Giuseppe Culicchia
, scrittore torinese, nel 1994 ha esordito con il fortunato romanzo Tutti giù per terra, diventato poi soggetto dell’omonimo film di Davide Ferrario. Collabora con La Stampa, il Salone Internazionale del Libro e numerose case editrici anche in veste di traduttore.