Restomod è una parola derivante dalla fusione tra “restauro” e “moderno” e identifica una tipologia di restauro di auto classiche. Al contrario di quanto avviene con le auto d’epoca dove si cerca di mantenere al massimo l’originalità, Restomod le riporta al loro valore originale. Aggiungendo inoltre componenti moderne, nuove tecnologie e connettività.
Questa tecnica come si può immaginare ha un obbiettivo differente rispetto a chi desidera riportare al suo status originale una vettura d’epoca; qui abbiamo una retrospettiva a cui si applica la tecnologia moderna. Non è una novità. Basta infatti guardare qualche programma televisivo americano per rendersene conto: dove le meccaniche d’avanguardia sono vestite da linee retrò ma con qualche tocco di contemporaneità, ovviamente c’è chi punta più sulla parte meccanica chi sulla parte artistica estetica.
Restomod: restauro truccato
Un fattore che ha aiutato a sviluppare il fenomeno è l’elettrificazione. Questo ha portato a giustificare operazioni di recupero, anche di modelli condannati a rimanere nell’album di famiglia. Il restomod è il restauro truccato che restituisce ad auto classiche una nuova giovinezza, con prestazioni superiori a quelle originali. Ciò si ottiene migliorando e mischiando i vari fattori.
Il fine è riscoprire il piacere della guida attuale con una macchina di carattere, o un’utilitaria differente dalle altre centomila identiche del suo segmento.
Non è sempre necessario montare il retrofit, basta anche un motore endotermico più moderno e meno inquinante. Dietro a tutto questo c’è il piacere di guida che arriva a punte di divertimento tra il fascino delle sonorità aspirate e del design d’antan; elementi che avvolgono in altre epoche il guidatore e che sono esemplari unici o prodotti in serie limitatissima. Bisogna però avere le necessarie disponibilità economiche che possono partire da 200-300mila euro.
Modelli oggetto di Restomod: Lancia Delta e Beta Montecarlo
I modelli più famosi che sono stati oggetto di Restomod sia in Italia che all’estero sono la Delta Futurista di Automobili Amos e la EVO37 di Kimera Automobili (entrambe aziende italiane). Amos e KimeraAutomobili hanno ripreso due auto degli anni 70 e 80 già di per se iconiche, la Lancia Delta, regina dei rally, e la Lancia Beta Montecarlo.
La prima è stata rifatta con carrozzeria in carbonio per 1240 kg di peso e 243 Cv , mentre la Lancia Beta Montecarlo ha subito modifiche sia nell’avantreno che nel retrotreno e monta un motore che sviluppa 505 Cv.
La Lancia Delta ha affascinato anche la società francese GCK (Green Corp Konnection) che ha trasformato una Delta Integrale impiantandole un motore elettrico da 197 Cv. L’estetica esterna è rimasta invariata invece all’interno è presente un display touch di derivazione Alpine, mantenendo la leva del cambio solo a scopo simulativo.
Alfa Romeo: Giulia Sprint GT e Giulia GTA
L’azienda inglese Alfaholics, che si occupa di Alfa Romeo dalla fine degli anni 70 non ha saputo resistere al fascino dell’Alfa Romeo Giulia Sprint GT. Ne ha elaboranto una versione con cerchi in lega di alluminio, cristalli in plexiglass e un motore da 2.3 litri con 240 cavalli di potenza (derivato dall’Alfa 75) con gestione elettronica.
Il cofano motore, le portiere e altri componenti sono in carbonio. Il peso totale della Giulia GTA è di 830 kg. La versione R290 è stata venduta per più di 200.000 sterline.
L’italiana Totem, invece, ha ripreso la Giulia GT rifacendone la carrozzeria leggermente più grande in fibra di carbonio e sostituendo il motore con il V6 biturbo di 2,9 litri e 540 CV che equipaggia la moderna Alfa Romeo Giulia GTA. Prezzo 460.000 euro.
Nuova vita anche per la Panda
Non solo auto già sportive in origine sono oggetto di restomod. C’è chi ha elaborato la celebre Panda. Si ispira a Indiana Jones il restomod operato da Garage Italia Customs di Lapo Elkann al celebre Pandino degli anni Novanta.
Un look avventuroso, enfatizzato dal color Khaki con tetto Bianco a contrasto e dalle griglie rinforzate, però è 100% elettrica tramite due motori (è parte della serie Icon-e dell’officina).
Negli Stati Uniti si elaborano le Porsche
Negli Stati Uniti la Singer Vehicle Design è la più famosa per le elaborazioni su Porsche 911, sempre su base 964) che possiamo definire vere opere d’arte. Auto completamente personalizzate con incantevoli dettagli solo per clienti che certo non badano a spese, visti i prezzi da 450.000 a 2 milioni di euro. Gran parte della carrozzeria delle 911 è sostituita da pannelli in fibra di carbonio.
Le auto vengono totalmente smontate e della vettura originaria si conserva il telaio. Quanto alle scelta dei motori, le opzioni disponibili fanno riferimento a specialisti del settore, che seguono pedissequamente l’architettura boxer.
In California c’è il regno di Emory Motorsports che realizza Porsche 356, con l’obiettivo di realizzare pezzi unici che possono superare tranquillamente le sei cifre di costo. Partendo da una scocca originale che viene completamente ricostruita, vengono offerte tre tipologie Outlaw (“fuorilegge”), Special e RS, di cui esiste pure una variante RS R.
La più sportiva di questa “linea” di prodotti è la RS, che sostanzialmente adopera la carrozzeria di una 356, mentre la meccanica è di derivazione 911 – 964. La RS R è equipaggiata con un motore 4 cilindri di 2,4 litri doppiamente sovralimentato da due turbine Garrett. La sequenza temporale di costruzione richiede in genere 12-18 mesi.
La Jaguar di Diabolik ritorna in strada
Tornando in Europa, in Gran Bretagna, nell’est del Sussex, ha sede la Eagle, che si è data come mission aziendale la salvaguardia dell’iconica Jaguar E-Type dando nuova vita alla coupé di Diabolik, ormai da 35 anni.
Alcuni possessori della vettura Jaguar lamentavano il fatto che, sebbene il piacere di guida non fosse in discussione, l’auto non potesse garantire un’affidabilità tale da poter essere impiegata tutti i giorni. Così, il tempo del restauro ha lasciato ben presto il passo a quello del restomod.
Si iniziò così a immaginare quali migliorie apportare alla E-Type per renderla adatta al 21° secolo, mantenendo la purezza del modello. L’ultimo progetto è ispirato alla E-Type Lightweight originale: l’auto di partenza è stata ricostruita con materiali di ultima generazione più leggeri, aggiungendo quei comfort e quei dettagli che la rendessero usufruibile giornalmente e anche per le lunghe distanze.
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