Trieste, storia di uomini e di palazzi. Il Palazzo Museo Revoltella è ubicato nel centro della splendida città giuliana a poca distanza dal mare. Dalla stazione ferroviaria si può raggiungere in taxi, col bus n. 8 oppure a piedi godendo del bel panorama del lungomare. Perché ne parliamo e perché merita una vista? Il Palazzo Revoltella, oggi museo, è una dimora storica dall’architettura neorinascimentale. I tre piani furono decorati con grande raffinatezza dal suo proprietario il Barone Pasquale Revoltella. Una delle figure più rappresentative della società triestina dell’Ottocento. Il vissuto di un uomo generoso che ha donato alla città la sua casa e tutte le opere d’arte, arredi e i libri che conteneva, merita d’essere ricordato. Nella sua vita ciò che ha realizzato lo si deve alla forte determinazione, al coraggio e alla volontà delle proprie azioni.
Non lasciamoci ingannare dal nome Pasquale, spesso utilizzato nel sud dell’Italia. Il barone nacque a Venezia nel 1795 da una famiglia di commercianti di carne, giunti a Trieste nel 1797 a causa della caduta della Serenissima per mano delle truppe Napoleoniche. Per i suoi genitori si trattava di ricominciare una nuova vita in una realtà diversa. Trieste non era territorio italiano, bensì apparteneva all’Austria. La città era multietnica, centro di scambi commerciali con mercati all’aperto, cosmopolita con genti di diverse etnie e religioni.
Pasquale Revoltella imprenditore e mecenate
Pasquale cominciò a lavorare giovanissimo dimostrando un’indole intraprendente e comunicativa che lo porterà, in seguito, a tessere rapporti con importanti istituzioni finanziarie e politiche. Nel 1835 aprì una sua ditta di importazione di legnami e granaglie che gli darà buoni profitti e lo farà conoscere nell’ambiente commerciale. Il commercio probabilmente non gli bastava. Libero da impegni familiari perché celibe, s’interessò ad aprire i suoi orizzonti verso altre imprese. Dapprima divenne uno dei primi azionisti e direttori delle Assicurazioni Generali (Compagnia fondata nel 1831), entrò poi nel Consiglio d’Amministrazione del Lloyd Austriaco (nato nel 1833), fu consigliere e deputato di Borsa.
Le influenti amicizie e frequentazioni gli furono propizie per continuare nelle sue esperienze commerciali. Ma questo non gli impedì di occuparsi di iniziative a carattere benefico ed educativo. Grato alla città di Trieste per il successo ottenuto, nel 1850 fondò una scuola di disegno; nel 1853 donò un altare alla Chiesa di Santa Maria Maggiore; nel 1857 si dedicò alla costruzione del Teatro Armonia. Per se stesso, tra il 1854 e il 1858, iniziò la costruzione di due nuove residenze: il sontuoso palazzo in città e uno chalet sulla collina del “Cacciatore”.
Barone visionario e avventuroso
L’intraprendenza, lo spirito avventuroso, l’indefessa sete di conoscenza lo porteranno a interessarsi di un’impresa considerata, al tempo, impossibile: l’apertura del Canale di Suez. Il transito delle navi avveniva lungo la circumnavigazione del continente africano con grande dispendio di energie e mesi di permanenza in mare. L’economia di Trieste si basava molto sui traffici marittimi, quindi era necessario trovare una soluzione per implementare lo sviluppo commerciale.
Pasquale Revoltella non esitò a recarsi in Francia per incontrare l’ingegnere Ferdinand de Lesseps e dichiarare la disponibilità di Trieste nelle compartecipazione dell’impresa. Nel 1859 incontrò Lesseps, gli alti funzionari triestini e l’arciduca Massimiliano d’Asburgo nei sontuosi saloni del suo Palazzo Revoltella, inaugurato da poco. Venne nominato vicepresidente della Compagnia Universale del Canale di Suez e nel 1861 andò in Egitto per assistere ai lavori che furono completati nel 1869 dopo 15 anni. Portare a termine il progetto costò sforzi durissimi. Però si riuscì a tagliare l’istmo lungo 112 chilometri, segnando così un traguardo importante nella storia marittima e geopolitica tra Oriente e Occidente.
L’apertura sul Mediterraneo di Porto Said
Fu aperto il futuro porto con lo sbocco sul Mediterraneo ovvero la città di Port Said, in onore del Pascià egiziano che aveva condotto le trattative col Lesseps. Pasquale Revoltella continuò a impegnarsi a favore del progetto pubblicando uno studio intitolato “La compartecipazione dell’Austria al commercio mondiale”. Pubblicò anche numerosi manoscritti, foto, appunti dei suoi viaggi conservati nella sua biblioteca di Palazzo Rivoltella.
Revoltella, come era nella sua natura, dedicò gli ultimi anni della sua vita a opere di mecenatismo. Morì l’8 settembre 1869, due mesi prima della inaugurazione del Canale di Suez avvenuta il 17 novembre 1869.
L’imprenditore-finanziere donò alla città di Trieste il suo bellissimo palazzo, con gli arredi, i dipinti, le belle sculture, la sua collezione d’arte e un cospicuo lascito che, per volontà testamentaria, doveva arricchire la sua Casa Museo con altre opere d’arte da acquisire nel corso degli anni futuri.
Palazzo Revoltella, nasce la Galleria d’Arte Moderna
Grazie alla sua donazione e al lascito nasce la Galleria d’Arte Moderna situata nei tre piani del palazzo attiguo. La Galleria è accessibile dal Palazzo Revoltella attraverso le scale o l’ascensore fino al 6° piano da cui si può accedere nella terrazza panoramica.
La Galleria è articolata in quattro piani ognuno dei quali ospita opere relative al periodo artistico.
Al terzo piano troviamo opere di artisti del secolo XVIII con scene di pittura di storia, e di genere: Induno, Fattori, Inganni, Saltini, Rotta e altri. Al quarto piano le scuole regionali della pittura italiana tra questi De Nittis, Ciardi, Canonica, Bistolfi. Qui troviamo pure la bellissima Sala delle Sculture e la Galleria dedicata a Italo Svevo. Al quinto piano sono esposte opere degli artisti del primo ‘900 a Trieste e in Italia con Bolaffio, Timmel, Casorati, Carrà, Sironi, Martini, De Chirico. I protagonisti del firmamento italiano del secondo ‘900 sono collocati nella sala grande del sesto piano con vista sul mare e la sottostante piazza Venezia: Afro, Vedova, Guttuso, Fontana, Corpora, Burri, Pomodoro e altri.
Gli appartamenti privati del Barone Revoltella
Dopo la visita al museo e alla Galleria da non trascurare i restanti piani del sontuoso Palazzo Revoltella che corrispondono agli appartamenti privati del suo proprietario. Rimarrete affascinati dalla cura e dal buon gusto del Barone Revoltella. Lo troviamo nella costruzione neorinascimentale progettata dall’architetto berlinese Friedrich Hitzig, nella decorazione interna di stile eclettico, tanto in voga nella Trieste dell’epoca.
La bellissima scala elicoidale che dal piano terra porta ai piani, in marmo e ferro battuto con corrimano largo e imbottito di velluto, il raffinato parquet del pavimento, i due imponenti gruppi scultorei: Fontana della Ninfa Aurisina e Taglio dell’istmo di Suez. Tutto è raffinato, elegante nei decori alle pareti, nel mobilio intarsiato, nell’intagliato delle scrivanie, dei tavolini; come pure nei divani e poltrone, nella ricchezza della sala da ballo e sala da pranzo. La biblioteca è impreziosita da volumi e tomi con tavolo e sedie in stile neo barocco. La saletta pompeiana chiude il percorso ottocentesco e introduce alla Galleria d’Arte Moderna collegata. Il ritratto in gesso di Pasquale Revoltella, opera di Pietro Magni apre la sala introduttiva al piano terra.
Informazioni utili
Museo Revoltella
– Galleria d’Arte Moderna, Via A. Diaz, 27 Trieste – tel. 040-6754350;
Siti web: www.museorevoltella.it – www.retecivica.trieste.it