Il Lago d’Iseo continua stupire. Dopo la passeggiata sulle acque lungo la Passerella, creata dell’artista Christo, nel 2016, dalla sponda del lago d’Iseo a Monte Isola, quest’anno, il 15 di giugno, nelle acque antistante proprio Monte Isola è uscito il vino.
Nulla a che vedere con l’episodio delle nozze di Cana, dove Gesù trasforma l’acqua in vino per la gioia degli sposi. Ma qualcosa di altrettanto curioso e divertente per la gioia dei presenti, anche se non si è tratta di miracolo, lo ha proposto Alex Belingheri, titolare di Agricola Vallecamonica, produttore di vini estremi di montagna.
Spumanti Subacquei
La calata nel buio delle profondità del lago d’Iseo a circa 40 metri avviene, per la prima volta, nel 2011. Sabato 15 giugno 2024, invece, sono state riportate alla luce 4.000 bottiglie di vino Nautilus CruStorico 2019 di cui 100 bottiglie Magnum e 14 Jeroboam.
Nel contempo si è proceduto con l’immersione numero 12. Sono infatti stati immerse 5770 bottiglie di Nautilus CruStorico 2023 di cui 1000 Magnum e 14 Jeroboam. Uno spettacolo assistere alle complicate operazioni e poi l’esplosione di gioia all’apertura delle prime bottiglie che le persone presenti hanno potuto gustare.
Il vino calato, spumante metodo classico millesimato (cioè di vendemmia d’una sola annata), vanta 55 mesi di età sui lieviti, di cui 48 nelle profondità del Sebino, senza aggiunta di zuccheri.
A distanza di quasi 5 lustri ogni calata è governata da termini come biodiversità, sfida e innovazione. Attualmente la cantina subacquea dell’Agricola Vallecamonica conta sessantamila bottiglie.
A questa profondità lo spumante si trova in un luogo naturale con le condizioni come fosse in una cantina. Grazie alla presenza del remouage naturale a cura delle onde e la pressione costante che sotto il pelo dell’acqua è di -30 e una temperatura tra i 5 e i 7 gradi.
Agricola Vallecamonica
L’avventura di Alex Beligheri inizia nel 2003 in una terra che ha una storia millenaria fatta di arte e cultura. La Valle Camonica è conosciuta, in particolare, per le Incisioni Rupestri (300mila segni incisi su rocce) lasciate dai camuni. Nel 1979 vengono dichiarate dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, mentre nel 2018 l’intera Valle Camonica è designata riserva della biosfera. Oggi la coltivazione vitivinicola camuna occupa circa 150 ettari ed è una delle realtà emergenti più interessanti nel panorama vitivinicolo italiano.
In questa terra il vignaiolo Alex Beligheri ha deciso impiantare e produrre i suoi vini di montagna. “Ogni annata mi metto alla prova per trovare nuovi limiti. Per scelta non coltivo vitigni internazionali. Anzi dove possibile, recupero quelli storici, già presenti in Vallecamonica.” dice Beligheri.
Agricola Vallecamonica la si può considerare un’azienda diffusa. I 4 ettari che coltiva sono dislocati su entrambi i versanti della bassa Valle con dislivelli importanti che vanno dai 250 agli 800 metri di altitudine. Da qui i vitigni sono influenzati dal clima mite del lago d’Iseo.
I vini visti da vicino
I vitigni maggiormente presenti in Valle Camonica sono il Merlot e il Marzemino, per quanto riguarda quelli a bacca nera. Incrocio Manzoni, Muller Thurgau, e Riesling Renano risultano i più diffusi fra i vitigni a bacca bianca.
I vigneti da cui si ottiene l’uva (a bacca rossa) si trova in località Ruk a Cividate Camuno, la capitale dei Romani in Vallecamonica, Civitas Camunnorum, dove ha sede il Museo Archeologico Nazionale (da visitare). La vigna di Agricola Vallecamonica, senz’altro di origine locale, risale al secolo scorso, con piante secolari, è composta da tutta la biodiversità che la Vallecamonica rappresenta.
Sul versante della sfida, ogni anno le mutazioni del clima si fanno sentire sempre più da queste piante così avanti con l’età. Per quanto riguarda l’innovazione si può definirla certamente la prima cantina sostenibile. Con questa tecnica della immersione nelle profondità lacuali non consuma energia elettrica per mantenere il vino a temperatura costante e per attuare la pratica dello… scuotimento.
Oltre alle 6 etichette di vini bianchi e rossi, una di Appassito dell’Annunciata e i due spumanti Nautilus Crustorico e Estremo Adamadus, il vignaiolo Beligheri ci fa sapere che sta sviluppando per il futuro alcune varietà Hyperbio. Si tratta di Ceppi resistenti alle malattie fungine che integreranno la produzione attuale e saranno uve libere da trattamenti, che produrranno vini puri, puliti e rispettosi della materia.
PHOTO GALLERY MONTE ISOLA LAGO D’ISEO
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