Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Duomo di Orvieto, ricollocate le statue degli Apostoli e dei Santi

Duomo di Orvieto

Con la ricollocazione del ciclo scultoreo, dopo 122 anni, il Duomo, capolavoro unico, riacquista splendore per la meraviglia dei fedeli e dei visitatori di tutto il mondo. La visita dei giornalisti della stampa estera a Orvieto

Duomo Orvieto foto-G.-Nitti
Facciata del Duomo di Orvieto (foto: G. Nitti)

L’Opera del Duomo di Orvieto ha recentemente invitato un gruppo di corrispondenti di media esteri accreditati in Italia, ad una visita alla città umbra. A guidare i giornalisti la collega spagnola Carmen Del Vando, coordinatrice del gruppo Cultura dell’Associazione della Stampa Estera in Italia. Due gli appuntamenti culturali a Orvieto. Il primo, un incontro al palazzo dell’Opera del Duomo, dove un video ha mostrato i restauri dei basamenti delle statue e la loro ricollocazione. A seguire le relazioni di autorevoli esponenti del settore e la visita guidata all’interno del Duomo.

La guida ha illustrato il ciclo scultoreo dell’ Annunciazione, degli Apostoli e dei Santi Protettori della città che rendono ancora più splendido l’imponente edificio sacro.
Con il secondo appuntamento, i giornalisti hanno visitato il Museo Claudio Faina (dotato di opere d’arte etrusca, greca e romana). Una attenzione particolare alla collezione attica recentemente donata dall’architetto Mario Lolli Ghetti. La giornata orvietana si è conclusa con la visita al Pozzo di San Patrizio, al Museo del Duomo e al Museo Emilio Greco.

Duomo di Orvieto: ciclo scultoreo degli Apostoli
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Le statue ricollocate ai lati nella campata centrale (foto: G. Nitti)

L’invito alla stampa estera è stato per mostrare la ricollocazione all’interno del Duomo, dopo 122 anni di ‘esilio’ ed un trasferimento in quattro diverse sedi, dell’intero ciclo scultoreo degli Apostoli e dei quattro Santi. L’unico ancora completo e conservato integralmente avviato prima dell’avvento del barocco. Il riposizionamento delle statue all’interno della Cattedrale è la conclusione di un impegnativo percorso burocratico e di restauro, che ha visto la collaborazione di numerosi professionisti e soggetti istituzionali.

Le statue – otto realizzate tra il 1556 e il 1612, la nona nel 1618, la decima nel 1644 e le ultime due tra il 1714 e il 1722 – dal 2006 erano collocate nella sede distaccata del museo dell’Opera del Duomo di Orvieto. Il progetto del riposizionamento era stato delineato già nel 1986 dalla Soprintendenza. Presentato agli organi del ministero per i Beni e le attività culturali, il coordinamento è stato affidato all’Opera del Duomo, presieduta da Gianfelice Bellesini.

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Sculture che riacquistano dignità di opere d’arte
complesso statuario foto-G.-Nitti
Complesso statuario (foto: G. Nitti)

All’incontro con i giornalisti dei media esteri, oltre a Bellesini hanno preso parte anche il vescovo, monsignor Benedetto Tuzia, il professor Giuseppe Della Fina, il sindaco Roberta Tardani e la soprintendente alle Belle arti dell’Umbria, Marica Mercalli. Con il ritorno nel Duomo di Orvieto – è stato detto nel corso dell’incontro – le sculture hanno riacquistato dignità di opera d’arte, seppure fuori contesto e scala. Le statue poggiano sui basamenti originali come quelle dei quattro Santi protettori ritornate nel Duomo di Orvieto. Anticipate da quelle dell’Angelo annunciante e della Vergine, di Francesco Mochi.

Le statue, realizzate da vari artisti tra la fine del 16° e l’inizio del 18° secolo, sono collocate ai piedi delle colonne che presentano le iconiche fasce alternate di travertino e basalto.
Delle 12 statue degli Apostoli di Orvieto, le prime 8 furono realizzate tra il 1556 e il 1612. Troviamo: S. Paolo di Francesco Mosca detto il Moschino (1556); S. Pietro di Raffaello da Montelupo (1557); S. Tommaso, S. Giovanni e S. Andrea dell’orvietano Ippolito Scalza e collaboratori; S. Giacomo Maggiore di Giovanni Caccini; S. Matteo di Pietro Francavilla su progetto di Giambologna; S. Filippo di Francesco Mochi.

Il Duomo più sicuro anche in caso di terremoti
Statua nell'abside dettaglio,-foto-G.-Nitti
Statua collocata nell’abside (foto: G. Nitti)

Negli stessi anni venne realizzato anche il gruppo dell’Annunciazione di Francesco Mochi (1603-1608), collocato all’interno del coro della cattedrale, e altre statue che vanno a ornare l’area del transetto e il presbiterio. La nona statua, il San Bartolomeo, venne realizzata da Ippolito Buzi nel 1618. La decima, S. Taddeo, fu consegnata da Mochi nel 1644; le ultime due, sono scolpite da Bernardino Cametti, tra il 1714 e il 1722, negli anni in cui altri Apostoli prendevano posizione nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Nel 1897 il restauro cosiddetto “di liberazione” di matrice purista volle cancellare la fase artistica manierista-barocca.

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Le statue vennero dapprima esposte nel museo e in seguito abbandonate nei depositi dove venne a visitarle Federico Zeri che ne chiese il recupero. Negli ultimi anni si trovavano esposte in una sede distaccata del Museo dell’Opera del Duomo, la ex chiesa di Sant’Agostino. Del loro ricollocamento nella sede originaria si parla dal 1986, ma si è potuto realizzare solo nel 2019. Il ritorno delle statue ha fornito l’occasione per compiere verifiche strutturali degli elementi architettonici della cattedrale e alcuni interventi per migliorare il suo comportamento in caso di terremoti. Adesso il Duomo di Orvieto, un capolavoro unico nel suo genere, è ritornato nella sua veste più bella alla meraviglia dei fedeli e dei visitatori di tutto il mondo.

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