Fino al 29 giugno 2021 sarà aperta al pubblico la mostra “I Marmi Torlonia. Collezionare Capolavori”. 92 opere greco-romane selezionate tra i marmi della più prestigiosa collezione privata di sculture antiche al mondo. La mostra conduce in un viaggio a ritroso nel tempo. Visibili le vicende dei diversi nuclei collezionistici confluiti nella collezione Torlonia. Una ricca collezione composta da 620 pezzi, tra cui sono stati selezionati statue, sarcofagi, busti, rilievi ed elementi decorativi. Individuati cinque momenti che corrispondono alle sezioni del percorso espositivo.
L’allestimento ha tratto ispirazione dal Catalogo del Museo Torlonia del 1884/1885, nel quale le sculture vengono presentate su uno sfondo nero che astrae l’opera. Le sculture selezionate sono allestite su uno sfondo omogeneo scuro, così da farle emergere singolarmente ed esposte su sfondi colorati così da farle risaltare collettivamente. In questo modo sono parte di un racconto che illustra l’evoluzione della collezione nel tempo. Contemporaneamente è evidenziata la localizzazione delle sculture nel loro periodo storico.
Marmi Torlonia: percorso della mostra
Il percorso della mostra si snoda all’indietro nel tempo, in cinque Sezioni:
– Evocazione del Museo Torlonia fondato nel 1875 e rimasto aperto fino all’inizio del secolo scorso.
– Sculture provenienti dagli scavi archeologici effettuati nell’Ottocento nelle proprietà Torlonia.
– Marmi provenienti da collezioni settecentesche custoditi a Villa Albani, acquistata nel 1866 dal Principe Alessandro Torlonia, e dello Studio dello scultore e restauratore Bartolomeo Cavaceppi.
– Un ricco nucleo proveniente dalla collezione del Marchese Vincenzo Giustiniani acquistata dai Torlonia nell’Ottocento.
– Il percorso si conclude con un insieme di opere riunite in raccolte quattro e cinquecentesche. Il Museo Torlonia si racconta come una collezione di collezioni, o come un gioco di scatole cinesi. Una raccolta racchiude in sé pezzi provenienti da collezioni ancora più antiche.
L’allestimento, tridimensionale e tettonico, si erge dalle fondazioni per mettere in scena sia la varietà dei marmi Torlonia sia la stratificazione del Mons Capitolinus. Consiste in pavimentazioni e plinti che emergono a diverse altezze, come estrusioni delle pavimentazioni continue, composti in mattoni realizzati a mano da argilla grigio scuro. Riferimento alle antiche architetture romane in laterizio e alle fondazioni in pietra dell’Aedes Iovis Optimi Maximi Capitolini, il grande edificio esistito in Campidoglio, sottostanti Villa Caffarelli.
Marmi Torlonia: il valore dei restauri nel tempo
I materiali esposti hanno conservato restauri e integrazioni storiche che riflettono il gusto e l’uso di epoche in cui i reperti mutili venivano “completati”, nelle parti mancanti; anche ricorrendo all’abilità di famosi scultori del tempo. La mostra racconta così una lunga storia del collezionismo e delle pratiche di restauro. Emblematica è la statua di un Ercole composto da 125 frammenti di marmo.
Il restauro ha contribuito in maniera determinante ad aggiungere nuovi indizi storici sulle opere in mostra. Ad esempio, rilevando tracce di colore sul Rilievo di Porto del III sec. d.C., confermando la mano di Gian Lorenzo Bernini per la statua del Caprone a riposo. Impressi nella materia che li costituisce, il restauro ha scoperto una stratificazione di segni che oggi, grazie alle nuove osservazioni condotte, si è cercato di decodificare, per poter giungere alla loro piena comprensione e a una corretta datazione.
Marmi Torlonia: la mostra e il progetto
La mostra sfocia nell’Esedra dei Musei Capitolini, dove sono stati raccolti per l’occasione le statue di bronzo che il papa Sisto IV donò al popolo romano nel 1471. Un’accorta risposta sovrana all’incipiente collezionismo privato di statuaria antica. Segno, questo, di un processo culturale in cui Roma e l’Italia hanno avuto un primato indiscutibile: i musei sono nati dal collezionismo di antichità. L’esposizione è il risultato di un’intesa del Ministero per i beni e le attività culturali (Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) con la Fondazione Torlonia.
Il progetto scientifico di studio e valorizzazione della collezione è di Salvatore Settis, curatore della mostra con Carlo Gasparri. Electa, editore del catalogo, cura anche l’organizzazione e la promozione dell’esposizione. Il progetto d’allestimento è di David Chipperfield Architects Milano, negli ambienti dello spazio espositivo dei Musei Capitolini a Villa Caffarelli, tornati alla vita dopo oltre cinquanta anni. La Fondazione Torlonia ha restaurato i marmi selezionati con il contributo di Bvlgari che è anche principale sostenitore della mostra.
Info: www.torloniamarbles.it/