Si è concluso domenica 9 ottobre, sul lago d’Orta, Corto e Fieno, il Festival Internazionale del cinema rurale, da sempre indipendente e di ricerca. Nato nel 2010 da un’idea dell’Associazione Asilo Bianco e diretto da Paola Fornara e Davide Vanotti, Corto e Fieno è giunto alla tredicesima edizione. È l’unico festival cinematografico in Italia dedicato al mondo della ruralità. Le proiezioni e gli incontri sono fondati su un genere che guarda alla terra, ai suoi frutti e a chi se ne prende cura.
Tre i Comuni coinvolti: Ameno, Miasino e Omegna, tra sale cinematografiche, antichi fienili e ville storiche, nelle atmosfere rurali del lago d’Orta. Le proiezioni si alternano agli incontri con piccoli produttori locali e registi dei film in Concorso. Trentacinque film arrivati da tutto il mondo, con molte prime visioni italiane e piemontesi. Quest’anno si è viaggiato in Russia, Cina, Turchia, Spagna, Italia, Francia, Senegal, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Estonia, USA, Cambogia, Portogallo, Palestina e Libano. Oltre al voto della giuria tecnica – composta da Paola Casella, Anna Maria De Luca, Silvia Clo Di Gregorio, Alessandro Bressanello – il festival, come ogni anno, prevede anche la giuria popolare di Corto e Fieno che potrà votare il film preferito del pubblico con la tanto agognata Vanga d’Oro.
Corto e Fieno premi e vincitori
Premio Frutteto – Rastrello d’Oro va ad Ali and His Miracle Sheep di Maythem Ridha “per l’intensità dell’interpretazione di una vicenda narrata e costruita all’interno di un contesto storico di oggi, il tutto documentato con immagini forti in un’espressione del cinema del reale”; Premio Germogli – Innaffiatoio d’Oro va a Un caillou dans la chaussure (A Stone in the Shoe) di Eric Montchaud, “per la tematica di inclusività narrata attraverso un immaginario fantasioso e surreale riflettendo un disagio universale in una continua lotta di accettazione del diverso”.
Il premio speciale della giuria, dedicato a Maria Adriana Prolo – Zappino d’Oro va a Memory di Nerea Barros “Per la poesia nel raccontare un futuro in cui il mare non c’è più evidenziando una tematica ambientale sempre più urgente”; Il pubblico ha assegnato la Vanga d’Oro va a “Dans la nature (In Nature) di Marcel Barelli; Premio Same – tra meccanica e agricoltura va a “Can Gardell di Silvia Subiròs, Florencia Aliberti “Per la presenza del trattore come simbolo di aiuto e supporto nella famiglia protagonista nella loro condizione tradizione”; il Premio Best Beast – miglior interpretazione animale al caprone di “O que resta” di Daniel Soares “per aver interpretato un inno alla libertà”.
Corto e Fieno menzioni speciali
Le menzioni speciali della giuria sono andate a: Homebird di Ewa Smyk “per la capacità di raccontare la difficoltà nel lasciare le proprie radici e allo stesso tempo la necessità di farlo, al fine di trovare il proprio posto nel mondo”; Naeris (The Turnip) di Piret Sigus e Silja Saarepuu “per la cura dell’aspetto tecnico, la dedizione e l’originalità del mezzo espressivo”; Dans la nature (In Nature) di Marcel Barelli “per l’originalità di fare divulgazione con ironia e leggerezza nella tematica della sessualità e dell’identità di genere”. A Nico spirito libero contadino di Marco Singh e a Cincheciò – Gente di morra di Giacomo Bolzani hanno ricevuto (ex-aequo) il Premio Asilo Bianco.
Nel mondo agricolo il ruolo delle donne è fondamentale, come nel cinema che lo racconta. Quest’anno infatti la metà dei film proposti da Corto e Fieno è firmata da registe donne. Due le sezioni competitive di Corto e Fieno: Frutteto (concorso internazionale cortometraggi) vede in gara 18 opere internazionali, tra cui 2 di autori italiani. Germogli – Disegnare il cinema è invece un concorso Internazionale per animazioni e cortometraggi animati (15 opere). La locandina 2022 è firmata dall’illustratrice Lisa Gelli. Per disegnarla, si è immaginata un’intera comunità che si riunisce intorno alla proiezione dei film tra stupore e sogno, immersa nell’odore del fieno appena tagliato.