Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Buonanotte, Ilaria

Le “storie” della Storia. Dolce, commovente e un po’ anche misteriosa è quella che accompagna un’opera d’arte di fama mondiale, dovuta a Jacopo della Quercia, visibile nel Duomo di Lucca. La dama ritratta, vive ancor oggi nell’ammirazione devota dei lucchesi

Jacopo della Quercia, Tomba di Ilaria del Carretto, Cattedrale di San Martino, Lucca
Jacopo della Quercia, Tomba di Ilaria del Carretto, Cattedrale di San Martino, Lucca

Ilaria del Carretto, figlia del marchese di Savona, è una ragazza molto bella.

A 24 anni sposa Paolo Guinigi, signore di Lucca, in una cerimonia fastosa. È il 1403. Nove mesi dopo nasce Ladislao, l’erede maschio, e l’anno dopo nasce la piccola Ilaria, ma a dieci giorni dal parto mamma Ilaria muore per complicazioni. Ha 26 anni.

Molti pensano che a ucciderla sia stato il marito, che avrebbe avvelenato lei e il suo cagnolino. Paolo decide di onorare la moglie defunta e forse anche di dissipare i sospetti, commissionando la realizzazione di uno splendido monumento funebre per Ilaria.

La scelta cade su uno scultore iracondo quanto geniale, mai puntuale nel consegnare i lavori commissionati: Jacopo della Quercia, che trova nel sarcofago di Ilaria la strada per l’immortalità, sua e della signora di Lucca. La giovane è rappresentata sdraiata in modo composto, con ai piedi il suo cane, simbolo di fedeltà. La fedeltà della moglie verso il marito o quella del vedovo sospettato di uxoricidio nei confronti della defunta?

Ilaria, vestale di maternità

Il cagnolino marmoreo ai piedi del sarcofago
Il cagnolino marmoreo ai piedi del sarcofago

Quando Paolo vede il monumento decide di metterlo nel Duomo, affinché tutti possano ammirarlo (e capire quanto lui tenga alla moglie). La fama si sparge, tanto che arrivano persone da ogni dove per guardare. Le donne che desiderano diventare madri, o che sono in attesa di un figlio, si rivolgono a Ilaria – che a guardarla pare davvero che dorma un sonno premonitore e che dal marmo di cui è fatta veda il futuro – perché le aiuti a non dover vivere ciò che è toccato a lei. Così nei secoli si è diffusa la credenza che accarezzare quel volto bianco e levigato faccia avere figli belli e trovare l’uomo dei sogni. Ilaria dorme ancora nella sacrestia del Duomo di Lucca e per fortuna non la si può più toccare, anche se ancora si intravedono i segni delle molte mani che hanno con speranza sfiorato le sue candide guance.

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Nel 1430 Guinigi perse la Signoria e la sua sgradita memoria (pare non fosse affatto una cara persona) fu cancellata con livore e determinazione dai cittadini lucchesi. Ma la statua di Ilaria non uscì mai dalla chiesa in cui era stata posta, per via della devozione e del rispetto che i concittadini le hanno sempre tributato. Quel sarcofago magicamente ha catturato lo splendore di una creatura e lo porta con sé attraverso il tempo: chiunque lo veda lo capisce in un attimo. (13/06/2011)

 

Info: www.ilariadelcarretto.it

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