Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Israele, la storia infinita

Dalle tracce della presenza romana ai deserti scavati dal vento fino alla vita comunitaria dei Kibbutz. Non si può cercare di capire Israele se non si conoscono gli avvenimenti e la geografia di questa terra. Al di là del suo volto più noto, quello “mistico”

Il paesaggio
Il paesaggio “salato” del Mar Morto

Un viaggio in Israele può avere molte chiavi di lettura oltre al misticismo dei luoghi della cristianità. C’è la presenza romana, che ha lasciato splendide testimonianze archeologiche, alcune in corso di recupero, come Beith Shean. Sembra un romanzo la storia di Masada, costruita con un’incredibile opera d’ingegneria da Erode il Grande come rifugio, alla sommità di una rocca isolata, poi diventata città di ribelli, che furono assediati e poi attaccati dai romani: ma piuttosto che farsi vincere, gli abitanti decisero per il suicidio collettivo. Era il 73 dopo Cristo.

È interessantissimo anche, semplicemente, l’aspetto naturalistico di un Paese che offre deserti scavati dal vento (Giudea) o dominati da montagne pietrose (Negev). In questo contesto il Mar Morto è un’esperienza unica da più punti di vista: quello naturalistico, appunto, visto che è salato, senza vita e posto nel punto più basso della terra, a quattrocento metri sotto il livello del mare; quello, diciamo così, balneare, poiché la curiosa alchimia delle sue acque dà anche a un obeso la leggerezza di un turacciolo; quello, infine, salutistico, visto che le proprietà dei suoi fanghi sono considerate la miglior cura contro fastidiose e diffusissime malattie della pelle.

Kibbutz, insediamenti del “socialismo reale”

Un gruppo di ragazzi in divisa militare
Un gruppo di ragazzi in divisa militare

C’è poi l’aspetto politico-sociale offerto dai Kibbutz, villaggi-comunità, d’ispirazione comunista (e pauperistica) dove non circola moneta e non esiste la proprietà privata, ma ciascuno vive dando il contributo del proprio lavoro e vedendosi restituire beni e servizi. Sono luoghi anche molto diversi tra loro, alcuni d’ispirazione religiosa, cresciuti attorno a una sinagoga, altri laici. Tutti hanno strette regole di vita sociale, con un senso di austerità che limita al minimo i divertimenti. Una mensa per tutti, asilo, scuola, laboratori, spacci. Un clima un po’ cupo. Spesso strutture ricettive più o meno spartane, sono a disposizione di turisti nazionali e stranieri o di gruppi di pellegrini.

LEGGI ANCHE  Lungo la Burgenstrasse, la Strada delle Rocche

Immancabili, i “mercatini” della fede. Ma sempre Fede è

Ebrei ortodossi vicino al Muso del pianto
Ebrei ortodossi vicino al Muso del pianto

Gerusalemme, splendida città levantina stratificata nei secoli e avviluppata nelle sue complicazioni ideologiche, politiche, religiose, vede convivere etnie e ortodossie differenti, oggi in (apparente almeno) tranquillità. Gli ebrei ortodossi esprimono il loro orgoglio di popolo anche indossando gli abiti neri, le calze bianche, le palandrane squadrate, i grandi cappelli da cui scendono lunghi riccioli. Al Muro del pianto si riuniscono per le sacre scritture e per la preghiera, che alle nostre orecchie suonano come una nenia, accompagnandosi con movimenti ritmici del corpo. Tutto questo non fa che aumentare il diffuso senso della storia e della tradizione. La via Dolorosa che si snoda tra i vicoli del mercato fino al Sepolcro, cadenzata dalle quattordici Stazioni, è un luogo essenzialmente profano, dove si affittano le croci a chi voglia provare l’emozione della Via crucis fai-da-te, dove si offrono ceste ricolme di immaginette-souvenir, di madonne lacrimose, di sacre figure accompagnate da versi in rima in ogni lingua. Sorprendentemente kitsch le corone di spine incorniciate insieme al loro ineffabile “certificato di autenticità”. (4/5/09)

Condividi sui social: