12 febbraio – Sul Corriere della Sera dello scorso 3 febbraio, Cronache di Milano, pagina 3, si legge: Fallimento di Volareweb. Volareweb, che – precisa il quotidiano – all’inizio si chiamava semplicemente “Volare”, quindi le due parole sono sinonimo e il cambio di nome costituì soltanto un escamotage giuridico-legale che permise ad Alitalia di aggiudicarsi la low cost mediante una gara (segnala il Corriere a seguito delle indagini della magistratura) “non proprio cristallina”.
Il Commissario di Volare, Carlo Rinaldini, “avrebbe infatti chiesto favori per le sue aziende personali, in cattive acque, in cambio di informazioni riservate destinate a dare un vantaggio decisivo ad Alitalia nell’aggiudicarsi la gara”. Solo che Alitalia non solo comprò Volare-Volareweb sommersa dai debiti, ma la pagò pure 39 milioni di euro. Dopodiché, giunti ai nostri giorni, l’Alitalia (del Cai) ha cancellato Volareweb, naturalmente riversandone i debiti sulla Vecchia Alitalia (noi) lasciando il personale è in braghe di tela.
Orbene, la vicenda Volareweb era stata raccontata da Mondointasca Gossip (ben) cinque anni fa (o quasi) più esattamente il 9 dicembre 2004 (tèl chì il testo ….):
Una crisi mica da poco, con le solite magagne del Belpaese in offerta speciale… Su una rivista di turismo sembra non solo ovvio, ma anche e soprattutto doveroso, dedicare molta attenzione alla crisi di Volare (chiamala crisi: Crac, titola il Corriere della Sera dell’8/12).
Anche perché sarà bizzarro enunciare che l’Italia fa un po’ storia a sé e che pertanto ciò che succede costì non capita nel resto del mondo o quantomeno da noi “accade diversamente” (e, ci sarebbe da dire, in peggio). Ma i teorici delle “vicende all’italiana” qualche volta ci azzeccano e l’Affaire Volare ne è sicuramente la riprova, un caso emblematico, basta leggerne la storia (e siamo solo ai primi capitoli).
Una lettura un filino difficile, tante – e così differenti non meno che sorprendenti – sono le notizie che si susseguono sull’ex Compagnia Low Cost e Charter (ex, perché hanno ragione quei marpioni della Ryanair a non essere interessati al suo acquisto: quando interrompi un servizio e il cliente ti ha tolto la fiducia, la frittata è fatta, perdita degli aerei a parte).
Una storia “allegro-comica”, se non fosse “anche” tragica
Su Volare piovono notizie, è il caso di dire, “di ogni ordine e grado”, à gogo; c’è solo l’imbarazzo della scelta: si tratta di vicende che spaziano dal Codice Civile a quello Penale, dalla Crisi del Turismo alla Politica, dai Blitz alla 007 al longanesiano Tengo Famiglia, un pot-pourri di informazioni che è forse più bello, più divertente, raccontare alla rinfusa piuttosto che elencarle in un rigoroso ordine di tempo e di importanza.
C’è la notizia Crisi del Turismo (almeno per quanto concerne gli imminenti viaggi di Capodanno). Riusciranno i tour operator a “riproteggere” su altre compagnie i clienti a suo tempo previsti su Volare? E le altre compagnie, hanno sufficienti aerei da portar via tutti i vacanzieri appiedati? E se sì, non si rischierà un eccessivo impiego di macchine e personale, quindi ritardi, stress di equipaggi, orari non rispettati, disservizi sui quali “marciano” le tante confraternite dei “Difensori del Consumatore”? E se si parla di soldi, hai visto mai che le compagnie che rileveranno i mancati passeggeri di Volare si approfittino della situazione e giochino al rialzo (è umano, fa parte del gioco, e del libero mercato)?
E in tal caso, chi paga: il tour operator o il cliente?