Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Cipro, fra storia, mitologia e “gossip”

cover cipro

E’ un’autentica “Isola dei Famosi”, quella incastonata nel Mediterraneo orientale, fra Siria e Turchia. Una “storia” lunga millenni che ha visto svolgersi vicende umane vissute in comune con l’Italia

 Cipro Kourion
Kourion

Cipro, nell’antichità, dal 58 a.C. appartenne per più di quattro secoli all’Impero Romano (Cicerone vi svolse l’importante incarico di console, Antonio la regalò a Cleopatra). L’isola costituì la prima tappa dell’itinerario percorso dal cristianesimo per arrivare all’Urbe romana.

Nella storia più recente, verso il XIII secolo, a una forte presenza commerciale dei Genovesi (più propensi ad “avere la loro convenienza” che a spendere soldi in costose occupazioni militari di un territorio) seguì il dominio veneziano. Estintasi nel 1489 la dinastia francese dei Lusignani, Cipro fu infatti ceduta alla Serenissima dall’ultima regina, Caterina Cornaro.

Crocevia del mondo antico

Cipro Famagusta il castello di Otello
Famagusta il castello di Otello credit Zairon

Il dominio veneziano su Cipro durò meno di un secolo (1489-1571). Si concluse con l’assedio di Famagosta e il martirio di Marcantonio Bragadin, scorticato vivo dai Turchi, nonostante le garanzie di incolumità fornite da Lala Mustafà).
Oltre alla citata vicenda bellica, Famagosta (dal 1974 – corsi e ricorsi storici – occupata dall’esercito turco) è legata alla fiction e alla Storia del Belpaese per altre due vicende.

Verdi vi ambientò l’Otello e Leonardo – durante un poco documentato viaggio giovanile nel Mediterraneo orientale – vi soggiornò per costruire una porta dalle possenti mura. La Porta del Mare, a Famagosta chiamata Porta Leonardo Da Vinci. Ulteriore curiosità culturale, durante i quasi cent’anni di presenza della Serenissima i complicati nomi greci delle più importanti località di Cipro furono più comodamente tradotti in italiano (Lefkosia/Nicosia, Ammochostos/Famagosta, Lemesos/Limassol). Romani (antichi) e Veneziani costituiscono soltanto una scarna parte delle genti che si trasferirono a Cipro. Per una lunga o breve presenza troviamo il corposo elenco: Assiri, Persiani, Fenici, Greci, Macedoni, Egizi, Bizantini, Arabi, Francesi, Turchi e infine Inglesi.

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L’isola del rame

Cipro Paphos, Apollo, particolare di un mosaico
Paphos, Apollo, particolare di un mosaico

La presenza di tanti popoli non può che prescindere una storia antichissima (risalgono al nono millennio a.C. alcuni insediamenti reperiti lungo le coste). Nell’Età del Rame la scoperta sull’isola del prezioso minerale, in dimensioni tanto abbondanti da averle dato il nome (Kypros in greco significa rame) rese Cipro importante nella storia. Estratto nella zona di Paphos – alcune miniere sono aperte da tremila anni – il rame veniva esportato in tutto il Mediterraneo dai Fenici (Kytion, l’attuale Larnaka, fu il loro più importante scalo commerciale nell’isola).

Verso il 1400 a.C., con lo sbarco di mercanti Micenei provenienti da Creta, inizia il processo di ellenizzazione: da quel tempo lingua, religione e usanze parlano greco. Tra l’ottavo e il quarto secolo a.C., fu la volta di Assiri, Egiziani (di Amosis II) e Persiani, fin quando, nel 333, Cipro entrò a far parte dell’impero Macedone (e Alessandro Magno fu il primo personaggio di uno dei tanti famosi “gossip” ospitati sull’isola; vedi i già citati, focosi amanti Antonio e Cleopatra). Né mancò, prima di Roma, uno stato ellenistico dei Tolomei che lasciò interessanti Tombe dei Re, oggidì visitabili nella allora capitale Paphos (in greco, “tutta luce”).

Amata da Riccardo Cuor di Leone

L'arcivescovo Makarios
L’arcivescovo Makarios

Gli otto secoli del periodo Bizantino (succeduto a quello romano) diedero a Cipro una definitiva identità religiosa. Bisanzio concesse piena autonomia alla Chiesa locale. Quella Chiesa Ortodossa “Autocefala” che ha svolto nei secoli un importante ruolo nella vita culturale e politica dei Ciprioti. La loro guida non solo spirituale fu l’arcivescovo Makarios, presidente della repubblica negli anni Settanta del secolo scorso. Bisanzio difese inoltre l’isola dalle invasioni arabe e dalle scorrerie dei pirati.

Nel 1191 è di scena a Cipro (divenuta base militare dei Crociati alla conquista della non distante Terra Santa) un altro grande personaggio storico, Riccardo Cuor di Leone. Non soddisfatto della scarsa ospitalità concessagli da Isacco Comneno, sedicente “imperatore di Cipro”, il re di Inghilterra si impossessò dell’isola. Successivamente la vendette (per centomila dinari) ai Templari (che poco dopo la cedettero – stranamente per lo stesso importo – al francese Guy de Lusignan, ex re di Gerusalemme). Evidentemente a suo agio, Re Riccardo prolungò il soggiorno cipriota e mentre Robin Hood ne difendeva la corona nella foresta di Sherwood (oltre al gossip un po’ di fiction non guasta mai) convolò a giuste nozze con la principessa spagnola Berengaria di Navarra; con il risultato che Cipro, per la precisione la cappella di San Giorgio a Limassol, può anche vantare di avere ospitato la proclamazione di una regina d’Inghilterra.

Inglesi, maestri del “divide et impera”

Mosaico
Mosaico

Alla Cipro veneziana subentrò l’Impero Ottomano (1571-1878). Tre secoli in cui la chiesa ortodossa riacquistò la supremazia insidiata dai favori riservati a quella cattolica dai Lusignani e dalla Serenissima (oggi il 95% dei ciprioti è di religione greco-ortodossa).
E arrivarono infine i sudditi delle Regina Vittoria. Nel 1878, speculando sulla crisi dell’impero turco (il Grande Malato) la Gran Bretagna prese possesso di Cipro, nel 1925 la dichiarò colonia e nel 1960 le concesse l’indipendenza totale (salvo 158 chilometri quadrati di sovranità britannica, occupati da due basi militari adibite al controllo delle turbolente vicende mediorientali).

La fine di ottantadue anni di occupazione (con il risultato che la più grande città di Cipro è Londra!) rese giustizia a un popolo che meritava l’autogoverno, ma contestualmente diede spazio ai dissidi tra le etnie greca e turca (con il Foreign Office che invece di calmare gli animi copiò la furba politica, inventata dall’impero Romano, rispondente al ben noto “divide et imperat”). Iniziava una conflittualità che da centinaia d’anni (non tanto a Cipro, scenario di una non difficile convivenza tra l’ottanta per cento di discendenza ellenica e il venti per cento di immigrati turchi, quanto in Grecia e Turchia) divide due popoli che da sempre non si sopportano, a causa delle – forse insanabili – profonde diversità culturali, religiose, linguistiche.

Nicosia, capitale “segata”

Nicosia, posto di blocco Check-Point
Nicosia, posto di blocco Check-Point

Quanto accaduto dal 1974 è cronaca. La Turchia invade il nordest creando una sorta di 38° parallelo che separa la zona “greca”: circa settecentocinquantamila abitanti. Nel bel mezzo, Nicosia, unica capitale nel mondo divisa da una inquietante linea di confine.
Deprime passeggiare tra case diroccate, posti di blocco, terra di nessuno, abbandono, distruzione, squallore. Un’esperienza che – detto con un filo di cinismo – vale un’escursione turistica (meglio se resa più intrigante con stop e drink in un bar, addossato a un posto di blocco, che nel ricordo della Berlino divisa tra Usa e Urss è stato furbamente battezzato Check-Point Charlie).
Una soluzione di tanto assurda crisi etnica? Forse è possibile. Per entrare nell’UE la Turchia dovrà fare i conti con gli stati membri, inclusa la “new entry” Cipro, che allo Stato-fantoccio della Repubblica turco-cipriota avrà qualcosa da chiedere in cambio.

Venere, missione “amore”

Cipro Venere nacque qui
Venere nacque qui credit Nino Verde

Oltre a una storia che ha richiesto molte righe, non per prolissità ma per dovizia di eventi, Cipro conta anche su una ricca Mitologia. Basti ricordare che diede i natali a Venere (in greco Afrodite, in latino Venus) dea della bellezza (venustà) e dell’amore. Per ogni buon viaggiatore è un “must”, un obbligo, percorrere la rotta di Afrodite (così è proposta nei dèpliants del turismo cipriota) nel sudovest dell’isola, tra Limassol e Capo Amaoutis.

A Petra Tou Romiou, ecco l’Afrodite’s Birthplace, le azzurre acque dalla cui spuma spuntò la dea. Poco distante, a Palaipafos (la vecchia Pafos) sorgeva il santuario di Afrodite (XII secolo a.C.) una sorta di mecca del mondo antico. L’itinerario della “Dea della Bellezza”, iniziato ad Amathous (luogo archeologico poco distante da Limassol, vi si adorava Astarte, la Afrodite fenicia) finisce ammirando le turchesi acque dei “Bagni di Afrodite” all’estremo ovest di Cipro, nella penisola di Akamas.

Gli intrighi di Venere

Amathous
Amathous credit Monika

Questo “afrodisiaco” percorso, non solo diverte, ma pure intriga il turista che ama il gossip. Perché apprenderà che Venere fu tutt’altro che uno stinco di santo. Nata da Zeus e Dione, la superdea sposò Vulcano. Dopodiché si  innamorò di Marte e se lo portò financo nel letto nuziale. Mal gliene incolse, perché quello spione del Sole vide la tresca e spiattellò la cornificante faccenda a Vulcano.

Con il risultato che il tradito, doverosamente infuriato, impedì la fuga a Venere e al drudo costruendo (era il suo mestiere) una inferriata intorno al talamo. Fortunatamente per la infedele dea cipriota una provvida mediazione di Nettuno evitò che tanto boccaccesca vicenda andasse oltre il normale gossip dell’Olimpo.
Nel quale gossip Afrodite (è il caso di dirlo) ci andava a nozze, tant’è che, finita la “love story” con il Dio della Guerra – e incapace di resistere ai piaceri dell’amore – si mise con Anchise e così nacque Enea.

Greci-Ciprioti, in Europa. E i Turchi-Ciprioti?

Monastero di Agia Napa
Monastero di Agia Napa

Per chi preferisce informazioni più pratiche, meno storico-mitologiche, Cipro è la terza (9.251 chilometri quadrati) delle isole del Mediterraneo dopo la Sicilia e la Sardegna. Morfologicamente assomiglia a una padella rettangolare con il manico rivolto a nordest (verso le coste turca e siriana). E quanto a possibilità economiche, tra i neosoci europei l’isola farà certamente miglior figura di altre recenti “new entries” dell’est.

I ciprioti non navigano nell’oro, ma si nota un certo benessere nei distretti di Nicosia, Limassol, Larnaka e Pafos (la divisione amministrativa è completata dal distretto “turco” di Kyrenia e da quello di Famagosta, con il capoluogo “turco” e la costa turistica di Agia Napa “greca”).

Cipro e la flotta mercantile

Il porto di Kyrenia
Il porto di Kyrenia

Una buona economia figlia della pluridecennale presenza dei chiacchierati britannici. Ipocriti e calcolatori fin che si vuole ma certo capaci di far di conto. Come aprire botteghe e commerciare; nonché di insegnare il tutto a chi con loro campava, vedi il caso del padrone di Easyjet, cipriota.
Oltre che nella guida a sinistra (e nella alta quotazione del “pound” legato alla sterlina londinese prima dell’avvento dell’euro), il British Style si evidenzia nell’edilizia (soprattutto nei centri urbani) e nelle divise delle scolaresche, di soldati e polizia.

Usanze, abitudini e tradizioni “greche” sono invece reperibili nei sobborghi delle città, nei paesi, visitando le chiese (al cui lato è quasi sempre presente una bandiera greca, stante una sorta di gemellaggio tra la locale chiesa “Autocefala” e quella di Atene).
Il buono stato dell’economia è comunque dimostrabile con dati concreti. Cipro possiede la terza flotta mercantile nel mondo, ben quarantacinquemila erano le società “offshore” registrate (in diminuzione su richiesta dell’UE); l’analfabetismo ha un tasso inferiore al tre per cento, non è male il trentesimo posto quanto all’indice di “sviluppo umano”, l’agricoltura è in buone condizioni.

Dolce clima, meta dei nuovi ricchi

Cipro Villaggio turistico ad Alaminos
Villaggio turistico ad Alaminos

Un’isola ben situata nel Mediterraneo, un mare baciato da splendide condizioni climatiche, non può che annoverare il turismo tra le voci  più importanti dell’economia. Ovvia, per le suesposte vicende storiche, la preponderante presenza britannica, un viavai ininterrotto di turisti con soggiorno alberghiero e pensionati che hanno affittato o acquistato ville o appartamenti fuggendo dal tragico clima di casa.
A fronte di un buon “incoming” dall’Italia (con “pacchetti balneari” di costo medio per una clientela non di massa) e della costante presenza di una clientela selezionata del nord Europa, da qualche anno tour operator e albergatori ciprioti si fregano le mani grazie a una nuova invasione: l’ennesima, stavolta fortunatamente pacifica e redditizia.

Quella dei neoricchi vacanzieri dell’Est Europa, in primis i Russi: non c’è ristorante senza un menu in cirillico, dopo decenni di tirata di cinghia nei miseri anni dell’Urss, la reazione degli ex sovietici esplode deglutendo aragoste, vodka, bistecconi e vino a gogò. Sugli scaffali dei minimarket di Limassol e delle altre località turistiche, non si contano gli orrori del kitsch (Veneri di finto alabastro, guerrieri delle Termopili di gesso policromo, palme di plastica illuminate al neon).

Fascino dei monti Troodos

Cipro
Cipro, Pafos (ph. Pietro Ricciardi)

Cipro dispone della maggiore offerta alberghiera sulla costa meridionale, tra Capo Greko (poco distante dalla “turca” Famagosta, vita e spiagge ad Agia Napa) e i già citati Bagni di Venere a Capo Akamas. Lungo la costa di Pafos si soggiorna in alberghi prevalentemente isolati, mentre a Limassol si fa vacanza in grandi strutture tra una trafficata Avenue (stile Miami Beach) e la spiaggia (raggiungibile attraversando l’immancabile lussureggiante parco dell’hotel con piscine varie).
“Sole e spiaggia” a volontà, a Cipro, ma anche altri interessanti “appeal”.
In primo luogo le tracce lasciate dalla citata, lunga storia dell’isola; chi vuole saperne di più non ha che da spaziare tra monumenti, musei e siti archeologici.

Chiesa del monastero di Panagia Apsinthiotissa
Chiesa del monastero di Panagia Apsinthiotissa

Quanto alla natura, non circoscritta a spiagge e panorami marini, è valida un’escursione ai monti Troodos. Si trovano nella parte occidentale dell’isola. Una catena montuosa (cime di poco inferiori ai duemila metri, sci in inverno) ricca di foreste, panorami imprevedibili in un’isola mediterranea. A ciò si aggiunga la presenza nei Troodos di ben nove chiese bizantine, giustamente dichiarate (come altri luoghi storici di Cipro) Patrimonio dell’Umanità.
Soddisfatto per la gita montana il viaggiatore torna sulle spiagge del Mediterraneo. Per tuffarsi nella spumeggianti acque da cui fece capolino Venere, la dea per eccellenza, “made in Cipro”.

Da Venere a Bacco

Gli ottimi vini ciprioti
Gli ottimi vini ciprioti

Non è raro vedere campi di orzo e frumento alternarsi con piantagioni di banane, gli agrumeti si avvicendano con i vigneti. E a proposito di uva c’è da giurare che anche Bacco, non solo Venere, fu di casa a Cipro.
L’isola proclama infatti una storia vinicola risalente al duemila a.C. (e quanto alla mitologia basti ricordare che in occasione delle celebrazioni in onore di Afrodite il vino scorreva a gogò).
Il nettare cipriota diede ebbrezza ai Faraoni egiziani e a re Salomone (che lo elogiò nei suoi poemi); nel tardo medio i confini delle esportazioni si estero nel mondo (beninteso quello allora noto).

Commandaria vino dei re e sapori 

Commandaria

È giunto ai nostri giorni, e tuttora domina il mercato, l’ottimo Commandaria, un vino dal passato infinito che vale la pena ricordare. Vantato come “il più antico vino del mondo”, deve il nome alla Gran Commandarie, una costruzione dei Cavalieri Ospitalieri del XII secolo. Uno dei suoi più accaniti utenti, Riccardo Cuor di Leone, definì il Chiesa del monastero di Panagia Apsinthiotissa “Il Vino dei Re e il Re dei Vini”. Un vino che entrò nella storia: si racconta che Pietro I, re di Cipro, al fine di coinvolgere il re d’Inghilterra nelle Crociate, partì per Londra con qualche buona bottiglia di Commandaria e l’affare fu concluso.

La gastronomia cipriota è spiegata dalla posizione geografica e dalle tradizioni dell’isola. Ai soliti piatti greci (Mussakà e Suvlàki) e ai sapori del vicino Medio Oriente (la pasticceria, Baklàva, Lukùm e le spezie) si aggiungono le specialità locali: l’Halloumi (formaggio alla griglia) i Keftedes (polpette) i Seftalia (involtini di maiale). Curiosamente, nella cucina di Cipro sono presenti alcune voci di chiara provenienza italiana (il fegato “alla veneta”; lo Stifado, stufato di manzo o coniglio; il Pastitsio, sformato di pasta; la Lountza, prosciutto affumicato).
Info: www.visitcyprus.com

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